Erya aveva compreso che le parole degli uomini erano state accolte con cauto ottimismo dal ragazzo, ma Idemar era ripartito senza dirle una parola. E non disse nulla finché non ebbero superato le case e furono lontani da qualsiasi orecchio indiscreto.
«Se per te non è un problema vorrei proseguire per Thalron. Là abitano due miei amici, ci daranno una mano»
Lei pensò alla famiglia. Proseguendo verso Thalron si sarebbe inevitabilmente allontanata da Kilea, e nessuno poteva sapere quando sarebbe tornata. Che cosa c'era davanti a lei? La sua vita era destinata a mutare in modo tanto imprevedibile e drastico? Sarebbe mai riuscita a riprenderne il controllo?
Idemar colse l'indecisione di Erya. «Al momento non è pensabile tornare indietro: ci intercetterebbero di certo. Non conosco la zona e non sono in grado di trovare delle alternative. Potremmo tentare di aggirare Surna, dirigendoci verso le pendici dei Monti Boscosi per raggiungere Kilea da nord, ma dubito che sarebbe una buona idea. Temo che il tuo villaggio sia uno dei primi posti dove le guardie ti cercheranno, e non saresti al sicuro là»
Erya lo sapeva, ma ascoltarlo dalla voce di Idemar e sapere che il ragazzo comprendeva ciò che lei provava fu importante. Decise di dargli fiducia, seguire il suo consiglio e andare a Thalron, villaggio di cui non conosceva nemmeno l'esistenza fino a pochi minuti prima.
Ma era spaventata dalla possibilità che le guardie si presentassero di nuovo a Kilea per infastidire i suoi genitori. Lo spiegò a Idemar.«Appena giungeremo a Thalron chiederemo a Dryso di aiutarci e inviare un messaggio a Kilea per informarli della tua liberazione e del pericolo che corrono. Sono certo che saprà come aiutarci»
Imboccarono la strada principale, che li avrebbe condotti presso tutti i maggiori villaggi a est di Surna e infine a Thalron. Idemar si fermò per emettere un forte e prolungato fischio che lasciò perplessa Erya.
Trascorsero due lunghi minuti di assoluto silenzio, poi udirono uno scalpitare di zoccoli che proveniva da un querceto alla loro sinistra e che si avvicinava velocemente.
Erya restò pietrificata dalla paura che le guardie fossero riuscite a rintracciarli, e l'espressione felice e scaltra di Idemar la portò a pensare che il ragazzo non fosse in realtà un eroe, ma un brigante, e che con il fischio avesse chiamato la sua banda. Ma non aveva senso, poiché lei non aveva con sé nulla che avesse qualche valore.
Quando un cavallo dal manto marrone uscì dalla macchia, proprio accanto a lei, Erya lanciò un grido spaventata, ma Idemar cominciò a ridere e corse ad abbracciare l'animale.
«Non temere. Questo è Cobalto, il mio migliore amico. Se sono riuscito a liberarti devi ringraziare lui: ha distratto le guardie attirandole lontano dal carro. Sapevo che sarebbe riuscito a fuggire e a rintracciarmi, è troppo furbo e intelligente per aver paura di quattro uomini di Malrok!» disse, accarezzando il bianco muso del cavallo, sul quale brillavano due sorprendenti occhi di un azzurro cupo, ai quali doveva il nome.
Tranquillizzata, Erya si avvicinò e lo accarezzò con gratitudine.
Idemar montò in sella, e la ragazza salì su quello che l'aveva condotta fino a lì, mentre l'altro cavallo che avevano rubato alle guardie venne caricato dei viveri che Idemar aveva comprato a Surna. Poi partirono verso Thalron.
***
Non smisero di chiacchierare un attimo. La ragazza raccontò dei genitori, della gente di Kilea e dei lavori che occupavano le sue giornate. Il ragazzo le narrò di Elymer, sperduto villaggio della costa, dove non giungevano mai visitatori e tutto era sempre così tranquillo da sembrare quasi privo di vita, dall'infanzia costellata di disgrazie, di zio Noar che aveva accettato di occuparsi di lui e gli aveva insegnato tutto ciò che sapeva, e infine dell'arrivo dei briganti e dell'uccisione dell'amato zio, che lo aveva spinto a partire per dare una svolta alla propria vita.

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Il Cuore di Djinora
FantasyIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...