Dauril fu il primo a scoccare una freccia, che andò a conficcarsi appena sotto il muso della bestia; quella non diede nemmeno segno si essersene accorta, e continuò ad avanzare veloce. Il gruppo arretrò, compatto, mentre una seconda freccia partiva dall'arco di Imril e colpiva una delle zampe, senza risultati. Poi fu la volta di Idemar. Con mano ferma nonostante il terrore incoccò una freccia e la lanciò con precisione; quella finì sulla fronte del mostro, che gridò di nuovo e continuò ad avanzare.
L'unico risultato ottenuto fu quello d'indispettire l'orribile creatura, che cominciò a roteare con rabbia la coda, sferzando l'aria con frustate fulminee e micidiali.
Galethil lanciò un grido e balzò in avanti, la spada stretta in mano. Attese che il mostro facesse ruotare di nuovo la coda, quindi saltò in alto e la colpì con forza. La creatura urlò, e per la prima volta il suo sembrò un grido di dolore, mentre dallo squarcio sulla coda usciva un rivolo di sangue scuro.
Le frecce piovevano addosso al Kral, ma la maggior parte rimbalzava sulla spessa pelle senza fare danni, mentre Galethil ed Eareniel correvano avanti e indietro per colpirlo con le loro spade, approfittando dei riflessi non eccellenti del mostro.
Solo Erya restava immobile, limitandosi ad arretrare assieme al resto del gruppo. Anche lei stringeva l'arco, ma non osava scoccare alcuna freccia, temendo di colpire i compagni con qualche gesto maldestro. Dauril non aveva abbandonato la sua posizione, tra lei e il Kral, e le sue frecce erano le più precise.
Ma né i dardi né i coraggiosi colpi di spada di Galethil ed Eareniel riuscivano a mettere in seria difficoltà il bestione, che avanzava risoluto, sferzando l'aria con la coda e cercando di allontanare gli assalitori con poderose zampate. Eareniel rischiò un paio di volte di essere colpita, ma si spostò agilmente all'ultimo istante.
«Andiamocene!» gridò Eareniel. «Scappiamo; lui è veloce, ma non come noi. Distanziamolo!»
«Gli Elfi non fuggono di fronte alle difficoltà» rispose Galethil cercando di colpire con un affondo la coda del mostro.
«Bisogna saper riconoscere le situazioni. Anche tu sei scappato di fronte agli spiriti della palude» obiettò Eareniel.
«Non vedo spiriti, qui, ma una creatura in carne e ossa»
«Le nostre armi non sembrano efficaci!» dichiarò Dauril. «Non possiamo rischiare, non con il compito di raggiungere Ajersis»
«Entreremo ad Ajersis come abbiamo sempre fatto, a testa alta, non come poveracci braccati e in fuga»
Ma continuavano inevitabilmente a perdere terreno e arretrare. Il mostro sanguinava dalla coda e aveva una dozzina di frecce conficcate nella spessa corazza, ma non pareva neppure rendersene conto, anche se continuava a emettere tetre grida.
All'improvviso qualcuno gli rispose. Un altro Kral si avvicinava veloce dalla sinistra.
Erya strinse forte l'arco finché le nocche divennero bianche, perché il dolore le impedisse di svenire. Non sarebbero mai riusciti a sopravvivere, anche uno solo di quei mostri era troppo. Ma gli Elfi non si davano per vinti, le frecce continuavano a piovere, e anche Idemar si dava un gran daffare.
Tremando, Erya posizionò la prima freccia e la scoccò in direzione del nuovo venuto. Lo colpì di striscio alla zampa, invano, e quello continuò ad avanzare verso di loro, furioso.
Idemar fu subito accanto a Erya e la sua freccia colpì il Kral in pieno petto, senza però ottenere alcun risultato.
I due mostri si erano fatti più vicini, e ormai l'idea di fuggire era diventata improponibile per i sei, che si trovavano tra due fuochi. Se ci avessero provato sarebbe bastata una frustata della coda o una poderosa zampata a fermarli.
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Il Cuore di Djinora
FantasyIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...