TOTAL RESET #9

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«Sei seduta sopra cinquemila dollari,» mi aveva detto Molly Silvestri. Aveva premuto il telecomando e lo schienale della poltrona sulla quale sono accomodata si era reclinato all'indietro. «Tanto aveva chiesto la rappresentante a Bert. Mio marito le ha dato duemila dollari e le ha detto "puoi correre".» Molly nomina sempre Bert, il marito invisibile, ma ho i miei dubbi che alla fine quella poltrona l'abbia davvero pagata duemila zucchine.

«Ti faccio vedere un film,» aveva aggiunto Molly. Mi ero fatta irretire dai massaggi ai glutei azionati dalla poltrona telecomandata e non avevo opposto resistenza. Del resto chi avrebbe potuto sospettare che la proprietaria del Cinema Future considerasse un "film" il suo "filmino del matrimonio". Dopo mezz'ora mi sembra di non essere nemmeno arrivata alla fine del primo atto di Via col vento.

Molly è in sala da pranzo con Mercedes. Attraverso la porta comunicante sento Molly raccontare per l'ennesima volta a mia madre di come conobbe Bert a una proiezione privata organizzata al cinema per la sua festa di compleanno con "quei bravi ragazzi" dei suoi amici. Non so di dove sia, ma le origini italiane di Molly si vedono tutte in questo filmato colossale dove la stessa cerimonia nuziale viene inquadrata come un grande evento americano. Quando di tanto in tanto Molly torna in salone per fare raccolta di merendine e portarle di là mi domanda sempre entusiasta come sta andando, dove sono arrivata, e io mi congelo in un sorriso di cortesia, che diventa ancora più agghiacciante quando rivedo sul piccolo schermo i suoi cento chili a malapena coperti da un abito da sposa con due copriseni da sirena.

Dalla stanza attigua non sento mai Mercedes interrompere la nostra vicina quando parla del suo business, dei nuovissimi schermi IMAX installati al Future in occasione dell'ultima Star Wars Celebration, non sento mai Mercedes ribattere sul fatto che anche nel campo delle assicurazioni circola una montagna di denaro. Semplicemente la lascia fare, consapevole che più Molly parla più si stancherà di farlo. Non appena la donna si placa per andare in bagno, solo allora Mercedes mi vede attraverso la porta della sala pranzo, seduta di fronte alla TV. «Baby, che fai?» mi domanda non riuscendo a capire la situazione. «Ma non lo vedi?» borbotto, inchiodata sulla poltrona dalla falsa cortesia, e unisco le mani in segno di preghiera: «vieni ad aiutarmi, portami via da qua.» Il filmino non era ancora a metà, Molly e Bert non avevano nemmeno messo piede in chiesa ma Mercedes non poteva fare più nulla. La nostra vicina sovrappeso tornava dal bagno, arpionava Mercedes per il braccio e insieme si recavano verso l'uscita.

«Okay, ma'» Hudson e Unique, rispettivamente di undici e nove anni, così rispondono a Molly che raccomanda loro di fare i bravi. Mercedes, con una t-shirt delle Bangles insolita per lei, mi bisbiglia di tenere duro. Anche per lei non sarebbe stato facile, ma aveva promesso a Molly, la nuova vicina impicciona, una serata insieme per conoscersi. Ovviamente Molly la porterà al Cinema Future, dove non mancano popcorn e bibite, "la vera industria dei multiplex". Molly porta via con sé il terzo figlio, di tre anni, e una scorta di latte che si era già tirata prima per non sporcarsi la maglietta. Io resto in casa sua a fare da guardia ad Hudson e Unique.

Mi basta che la porta si richiuda alle loro spalle per tirare un sospiro di sollievo. Mando avanti il filmino fino alla fine e stacco il lettore DVD. Ouch! Vengo colpita alla tempia da un dardo giocattolo. Sono stata sparata da Unique, che corre sul triciclo attraverso il corridoio e senza fermarsi mi bersaglia al volo con la sua pistola di plastica. «Vieni qui, piccola peste.»

La disarmo e la prendo in braccio. Si mette a piangere come un'indemoniata. Ecco cos'è l'innocenza del diavolo. Non ho mai fatto prima la babysitter, e stasera prenderò una misera paghetta per far felice Mercedes: non poteva dir di no all'offerta di Molly.

«Se le ridai la pistola, smette di frignare,» mi consiglia Hudson. Io però non voglio finire di nuovo vittima della sua esecuzione sommaria. «So io come fare.» La faccio sedere accanto al fratello maggiore, impegnato a giocare a The Last of Us ora che gli ho lasciato il televisore libero. «Ti va di giocare con me?» Hudson mi offre il gunplay, e subito arrossisce. Ha undici anni, non riesce proprio a nascondere il fatto che gli piaccia, ma proprio tanto. «No, bello. Io faccio i giochi dei grandi. Guarda la tua sorellina.»

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora