DELETED SCENES #5

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FREDDIE LOMAX P.O.V.

Alla Piazza Affari di Winter Spell non si sono accorti che siamo in aprile. L'arrivismo domina sovrano da queste parti, con gli squali della finanza che assaltano la scalinata per contendersi il titolo di re dei broker nella sala contrattazioni della piazza di scambio. Non guardano dove vanno, così sono io a doverli schivare.

Gli artisti di strada hanno eletto a punto di ritrovo gli scalini che danno sul negozio di articoli da regalo, ad angolo con il River Plaza. Ignorano che in cima a tutto, all'ultimo piano del grattacielo, ogni cosa è sorvegliata dal papà di Minimal Jack. Non è per lui che sono tornato da queste parti. L'sms che si è autodistrutto sul mio cellulare riportava indicazioni chiare da seguire.

Avvisto il vecchio posto di guardia con il gabbiotto del parcheggio, ruoto intorno e vado dritto sino allo squallido cinema di terza categoria, attraverso i binari del tranvia e arrivo al capolinea della stazione. Prendo la scala mobile per la metro e cammino sulla banchina parallela alle rotaie fino a raggiungere la toelette.

Siamo soltanto io e l'uomo che mi ha dato appuntamento. Fianco a fianco, ciascuno rivolto verso il rispettivo pisciatoio.

«Le migliori chiacchiere non si fanno al bar, ma con il cazzo in mano.» Donald Buttercup Margheriti trattiene sotto l'ascella I miserabili di Victor Hugo. Tanto colto e tanto sboccato.

Tara O'Neil ha dato notizia sul Winter Daily della sparizione sua e della moglie Klara dopo l'omicidio di Bobby Bello. Secondo la ricostruzione della giornalista, il consigliori della famiglia Margheriti è stato fatto fuori dal killer di un clan rivale. Io so come sono andate veramente le cose, io c'ero. Ho visto il colpo che ha accidentalmente ucciso Bobby. Il proiettile sparato da Klara.

La O'Neil ha bene immaginato però le immediate conseguenze: Donald ha arraffato il sacco di soldi che nascondeva accuratamente nei posti più impensabili della sua villa, dietro le travi o sotto il pavimento, e ha tagliato la corda. Insieme alla moglie Klara si è recato in un rifugio sicuro della banda, segreto e fuori città, di quelli che all'occorrenza la banda usa per tenersi lontano dai federali dopo una soffiata e al sicuro dai sicari durante una guerra.

«Mi trovo in un vicolo cieco. Se dico ai miei ragazzi che è stata Klara a uccidere Bobby, non si placheranno finché non l'avrò eliminata. La mafia non ama uccidere i familiari, neppure quelli dei nemici, ma lo farebbe se questo eviterebbe qualcosa di peggio. Se invece dico che sono stato io a uccidere Bobby, creerò dei malumori fra i ragazzi, non si fiderebbero più di me se mi ritengono capace di fare una cosa simile a un capomandamento, perché poi? Perché mi girava storta quel giorno? Bobby era il mio braccio destro, non mi ha mai fatto nulla di male. Diventerei poco credibile come capo, più prima che dopo qualcuno dei miei fedelissimi proverà a uccidermi per scalzarmi dal trono.»

L'autorità non va mai messa in dubbio, questo posso capirlo. Durante il nostro viaggio in macchina del mese scorso, Donald mi aveva confidato di come avesse sempre fatto un punto d'onore quello di rimettere ordine ai primi malumori che si presentavano all'interno della banda. Se i suoi picciotti hanno dissapori con lui, non ne parlano agli angoli della strada ma vanno a conferirne direttamente. In quanto boss, lui non può fare direttamente con chi gli sta sopra. È obbligato a portare ogni discussione importante in consiglio.

«Il mio vecchio amico Nick Pastorino mi sta vendendo all'antimafia, ho i giorni contati. Quand'ero più giovane avrei fatto qualsiasi cosa per preservare il mio onore. Pure scatenare una guerra ingiusta. Non avrei esitato a incolpare il clan di Pastorino per l'omicidio di Bobby. Avrei messo a repentaglio la vita dei nostri familiari, è vero, ma tutti i miei sottoposti si sarebbero stretti intorno a me, la loro fedeltà sarebbe stata eterna e io avrei preso due piccioni con una fava. Alla mia età sono disgustato da qualsiasi guerra. Chi le dichiara non si pone mai il problema di chi le combatte.»

Un boss che detta ordini, comanda omicidi, perpetra furti, e che si lamenta dell'egoismo del mondo? Secondo voi dovrei fargli presente che lui ha alimentato e si alimenta di questa corruzione?

«Nick Pastorino deve morire. Questo è sicuro. Deve morire perché ha tradito la famiglia. Se gli affibbio anche il delitto di Bobby, la cupola acconsentirebbe all'esecuzione di un boss come Nick. E io metterei Klara in salvo. Il punto è: come fare? Devo tenere la mia banda fuori da questa storia se voglio evitare spargimenti di sangue.» Mi accorgo che si alza la lampo della cerniera solo adesso, dopo che io ho finito da un pezzo. «Sono ancora in buoni rapporti con i miei "cugini italiani". Spesso mi chiedono consigli per telefono, un paio di volte ho fatto loro visita in Sicilia. Sono diversi da come li immaginavo, sai? Pensavo fossero aristocratici per via dei nomi altisonanti, ma sono borghesi di campagna, contadini arricchiti che mangiano panini con le interiora di animale, imprenditori dalla mente provinciale e orgogliosi di parlare il vecchio dialetto... eppure, nel loro sporcarsi le mani, mantengono una rara e innata eleganza che non ho visto in nessun altro. Sono sempre in contatto con loro. Posso chiamarli, verrebbero qui con il primo volo, farebbero il lavoro sporco per me, io rimarrei pulito e loro se ne tornerebbero in Italia come se non fosse mai successo nulla.»

Ne parla come se non fosse una strada percorribile. Pastorino avrà pure i suoi di cugini italiani. Forse anche questa soluzione farebbe scoppiare una guerra di mafia. «Nick non è uno stupido. Sa quello che voglio fargli. Mi è giunta voce che ha assoldato un killer per farmi fuori. Alla fine è solo una questione di tempo. Devo uccidere Nick prima che il suo killer uccida me.»

Perché mi sta raccontando tutte queste cose? Si lava le mani al rubinetto, io l'ho aspettato solo per cortesia. «Klara è l'unica cosa che mi tiene ancorato alla realtà. Grazie a te l'ho capito, Freddie. Grazie al tuo discorso.» Non vuole un consiglio, non vuole un erede, vuole abbracciarmi. Vuole abbracciare un amico.

«Quando avrò risolto con Nick Pastorino, lascerò per sempre gli affari. Ho già messo in vendita le azioni della Super Woke, la mia società web, quella dei CAPS. Non voglio più saperne nulla.» Più lo conosco, più lo trovo simpatico. Devo ricordarmi che, nonostante l'aspetto da bonaccione, è una testa calda. Se perde un tantino la pazienza, il suo abbraccio potrebbe finire per soffocarmi. «Non è bello il mio mondo, Freddie. Sarà per questo che ho sempre trovato irreali i romanzi di mafia o i thriller di spionaggio: per quanto si avvicinino al vero, dicono un sacco di scemenze. Paradossalmente trovo più realistici i mondi fantasy. Quante volte ho visto Il signore degli anelli e Lo Hobbit insieme a mio figlio.» Ne so qualcosa, come tutti quelli che hanno visto la mappa della Terra di Mezzo che Jack Boy aveva portato via dal garage del padre e appeso alla parete del VIX. «Jack Boy era l'unica cosa normale della mia vita. Prima che guastassi anche lui.»

Sono lacrime quelle che Donald Margheriti si asciuga sugli zigomi? «Salutalo da parte mia, digli che lo amo, chiedigli di perdonarmi se può. Addio, Freddie Lomax.»

Donald mi lascia da solo nella toelette puzzolente della metropolitana. Sento che è l'ultima volta che ci siamo visti. Mi accorgo di non avere detto una sola parola.

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora