ROOKIE VIP #9

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Questa volta Lomax ci aspetta nel cortile della Harper High School. Questa volta entriamo tutti insieme. Soprattutto, questa volta Lomax non si trova a disagio nell'essere osservato. È proprio questo il piano, il suo piano. Sfiliamo lungo i corridoi, formazione a diamante. Lomax e io siamo in testa. Dietro di noi, Barbie e Jimmy. Dietro di loro, Chris e Chloe. In coda c'è Mary Goldberg. Non fa più parte della Cerchia, ma anche lei fa parte del piano. Quando Lomax le ha spiegato il suo ruolo, ha accettato praticamente subito. Questa sarà la sua riscossa quanto la nostra. Sarà l'occasione per Lomax di far vedere a tutti cosa sia capace di fare.

Non avrei potuto fare di meglio, e ammetto che non sarei mai riuscita a pensare una simile mossa. Il mio cervello è ormai formato per elaborare strategie digitali. Esiste tutto un mondo analogico intorno a me, che ho iniziato troppo presto a sottovalutare. Un errore che Lomax non ha mai commesso. Agli studenti della Harper è stato proibito l'uso dei cellulari, ma non si perderebbero mai la sfilata della Cerchia. Sfruttiamo questa opportunità. Diamo loro qualcosa che valga la pena guardare, oltre a noi stessi. Qualcosa che possa aiutarci nella nostra battaglia.

Ecco perché invece di entrare subito in classe ci fermiamo proprio nel mezzo del corridoio. Ecco perché ci mettiamo con le spalle agli armadietti, per farci vedere da più studenti possibili. Ecco perché oggi stiamo indossando delle felpe scure sulle quali abbiamo fatto stampare a grandi lettere: #HARPERSECONDCHANCE

Attendiamo qualche istante, con il fiato sospeso. Quand'ecco che, uno dopo l'altro, gli studenti della Harper High School prendono i loro cellulari e iniziano a cercare l'hashtag stampato sulle nostre felpe. Vogliono sapere di cosa si tratti. Vogliono sapere perché quell'hashtag è così importante per la Cerchia. Insospettiti dalla bolgia di studenti nei corridoi, i CAPS accorrono con i loro fischietti e i loro ammonimenti. Questa volta però a nessuno importa di violare le nuove direttive scolastiche. Qualcosa di molto più importante è presente, proprio lì, sotto i loro occhi. Viene a crearsi proprio l'effetto sperato. Più i CAPS fischiano e strepitano, più studenti accorrono. Più studenti accorrono, più notano le nostre felpe. Più notano le nostre felpe, più mettono mano ai cellulari. Più mettono mano ai cellulari, più i CAPS fischiano e strepitano.

«Ma che diavolo succede qui?!» La voce severa e altisonante del preside Duke mette fine alla ciclicità degli eventi. Avanza spedito verso di noi, esigendo un chiarmento sul concerto di fischietti. «Come immaginavo! Proprio come immaginavo!» La detective Marshall segue il preside Duke. Il suo sguardo in cagnesco è puntato contro di noi, e in particolar modo contro di me. «Come vede, preside Duke, i miei timori che la Cerchia potesse creare disordini hanno appena avuto riscontro!» Con la coda dell'occhio guardo Mary e le faccio un cenno di assenso: è il suo turno!

«Non è niente del genere, detective Marshall,» Mary si fa avanti e si piazza proprio davanti a noi, siamo tre alla sua sinistra e tre alla sua destra, nessuno nel corridoio può fare a meno di sentirla: «i miei amici stanno semplicemente manifestando il loro supporto. A dispetto del ripensamento dei diversi finanziatori che avevo contattato e che per qualche strano motivo hanno cambiato idea,» come da copione prestabilito Mary lancia un'occhiata alla detective: «io e il mio grande amico Jimmy Blake abbiamo deciso di dare vita a una organizzazione no-profit. Siamo andati ben oltre l'idea di partenza, occuparci delle donne vittime di abusi. Argomento che comunque avrà il suo peso nelle nostre iniziative future. Scopo della no-profit sarà quello di dare una seconda possibilità a tutte quelle persone vittime di violenza o discriminazione: carcerati, disoccupati, vittime di bullismo, di razzismo, di omofobia. Io e Jimmy siamo stati ispirati proprio da lei, signor preside.» Mary fa un passo in avanti verso il preside Duke. «Lei sta dando a tutti noi la possibilità di vivere una seconda volta l'anno passato, ma in una scuola più sicura e più accogliente per tutti. È lo stesso dono che ci auguriamo di portare a tutte le persone all'esterno della Harper High School.»

«Sono notevolmente colpito, signorina Goldberg,» la voce del preside Duke è più calma adesso, insaporita da un misto di lusinga e ammirazione: «e faccio i miei migliori auguri a lei e al signor Blake. Ma ancora non capisco il perché di tutto questo trambusto.» Le parole che aspettavo! Tocca a me! «Di questo fatto ce ne assumiamo totalmente la colpa, signor preside,» faccio un passo in avanti, cercando di mantenere un tono supplichevole: «nel manifestare sostegno all'iniziativa di Mary e di Jimmy abbiamo seppur involontariamente provocato gli studenti ad andare contro la decisione della detective Marshall di proibire l'uso dei cellulari a scuola. Le chiediamo scusa, detective, e le promettiamo che non si ripeterà. Nessuno di noi vuol finire sospeso per essere andato su internet.»

So che il proverbio recita "chi si loda, si imbroda" ma queste scuse alla fine del mio discorso sono un vero colpo di genio! Un paletto di frassino appuntito nel cuore di quella stronza vampira!

«Che storia è mai questa?» La voce del signor Duke torna a essere spaventosa, ma questa volta è indirizzata contro la detective Marshall. «Proibire l'uso di cellulari in classe è una cosa, ma da quando sono proibiti del tutto anche nei corridoi? Da quando per una simile trasgressione si rischia addirittura la sospensione? Perché nessuno mi ha detto niente?» La detective Marshall è presa in contropiede. Tenta di giustificarsi. Si arrampica vistosamente sugli specchi. Cita diverse scuole che hanno adottato la politica "no social" e cerca di confermarne i benefici, come quello di spingere gli studenti a concentrarsi solo sugli studi. Rassicura poi il preside che lo avrebbe informato della novità al prossimo meeting, come di solito. Non si sarebbe mai permessa di nasconderlo.

Fatto trenta? Facciamo trentuno! Ricordo ad alta voce che l'iniziativa è in vigore già da diversi giorni e alcuni studenti sono già stati sospesi. È la goccia che fa perdere la pazienza al preside. «D'ora in poi, detective Marshall, voglio essere informato anche della più insignificante proposta. E questa dovrà avere la mia approvazione prima di essere messa in atto. La sua presenza sarà pure un ordine del Distretto Scolastico ma lei è e rimarrà sempre un ospite nella mia scuola. Sottolineo "mia" e sottolineo "scuola" perché la Harper è una scuola, non uno stato di polizia. E soprattutto, io non sono il preside Hoffman!»

Il preside Duke conclude il suo monologo rassicurando che contatterà di persona gli studenti sospesi per questo stupido motivo, dicendo loro che possono tornare a scuola. La loro sospensione verrà invalidata e non peserà nella valutazione scolastica. Ricorda poi che i cellulari sono ancora proibiti durante le lezioni, ma possono essere utilizzati nei corridoi e durante la pausa pranzo senza timore. Infine invita tutti a tornare in classe. Lo spettacolo è finito.

Così facciamo tutti. Solo io mi volto indietro, per vedere lo spettacolo che stavo aspettando: la detective Marshall che se ne va con la coda in mezzo alle gambe!

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora