WIZ BLONDE (Completata)

HOST #1

Al terzo bicchiere di Chardonnay californiano, Tara O'Neil solleva i piedi dal pavimento e li appoggia sulla scrivania. Comportamento riprovevole? Probabilmente, ma in giro per la redazione del Winter Daily non c'è nessuno che possa criticarla. Tutti i suoi colleghi sono tornati a casa per gustarsi la tipica cenetta da famigliola americana felice, per giocare con i loro bambini, per guardare tutti insieme un film sul divano, per cedere alla tentazione di abbondanti cucchiate di gelato o per collegarsi a qualche sito porno e masturbarsi illuminati dalla fredda luce di uno schermo. Questo scenario vale per uomini come per donne, e vale anche per Tara O'Neil. Tutto il resto le è estraneo. Niente figli né marito. Solo una vecchia zia a cui scrocca vitto e allogio gratis da quasi tre anni. Una sola passione, il giornalismo. Passione che avrebbe voluto coltivare a miglia e miglia lontano da Winter Spell.

C'era anche riuscita, per un po'. Un breve, fulgido momento in cui la sua stella aveva brillato più di tutte le altre. Subito dopo la laurea, quando aveva trovato lavoro in una importante testata giornalistica. Dopo una serie di brillanti ma banali articoli, Tara O'Neil era incappata in una grossa storia: un giro di mazzette all'interno di un sindacato. Aveva seguito e riportato la storia in modo scrupoloso. Diverse teste erano saltate o erano finite in galera grazie al suo operato. Forse accecata dal successo e da un falso senso di sicurezza per la fama ottenuta, non controllò con la stessa perizia la sua fonte che le aveva raccontato una storia di insider trading all'interno di un importante studio legale. Storia che si rivelò falsa, invenzione di uno stagista frustrato dopo il licenziamento.

Anche Tara O'Neil sarebbe stata licenziata. E con una macchia del genere sul curriculum avrebbe trovato lavoro soltanto nella sua vecchia città natale, condannata ormai a scrivere melensi pezzi di colore locale, come quello sul pompiere più anziano di tutto il Wisconsin ancora in servizio attivo. L'ultima speranza di sensazionalità era sparita nel corso dell'estate, dopo il gran casino alla Harper High School la sera dell'8 aprile. Il suo naso le aveva detto che c'era qualcosa sotto, che la versione ufficiale di uno scherzo preso troppo sul serio era solo una copertura, ma nessuno al Winter Daily sembrava interessato a seguire questa pista. Il caso era bello e chiuso per tutti, inutile riaprirlo.

«Se esiste un Dio, che mi mandi un segno. Se esiste il Diavolo, che mi mandi una storia.» Il mantra che Tara O'Neil ripete a ogni alzata di gomito quando si ritrova sola, e che fino a questa sera non ha portato a nulla. Ma questa sera è diversa da tutte le altre.

Tutto inizia con una mail. Una mail priva di oggetto e inviata da un indirizzo sconosciuto, che rimarrà attivo solo pochi minuti dopo la consegna. Il mittente si scusa per questo eccesso di precauzioni, ma non vuol correre rischi. Salta poi direttamente al punto parlando di un antico diario di cui è entrato in possesso: il diario dei Carlyle, una delle famiglie che contribuirono alla fondazione di Winter Spell. Annuncia sconcertanti rivelazioni. Giustifica la scelta di consegnarli a Tara O'Neil proprio per i suoi trascorsi lontani da Winter Spell e dall'influenza di questa città. Promette che l'originale le verrà consegnato la mattina seguente e, in gustosa anteprima, allega le scannerizzazioni di alcune salienti pagine.

In automatico, la giornalista muove il cursore del mouse e apre l'allegato senza salvarlo. Quattro file jpeg. Quattro pagine di diario. Mantenendo il suo scetticismo, e i piedi sulla scrivania, inizia a leggere. Qualche istante dopo, ha come un capogiro. Riesce a evitare di finire con il culo per terra, sacrificando la sua camicetta che ora possiede una vistosa macchia di vino. Nulla di tutto questo ha importanza, nulla rispetto a quello che il diario sta raccontando.

«Sangue di Giuda!» esclama Tara O'Neil. Adesso è sicura che almeno il Diavolo esista. Ha appena ricevuto una storia con i controcazzi!