BIG TROUBLE #1

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You'll Never Know di Vera Lynn risuona nelle cuffie della ragazza semi addormentata sul sedile dell'autobus pronto a traghettare una folla di curiosi verso la convention Qwerty. Diverse brochure sono state distribuite e alcune sono state perfino consultate, prima di essere accartocciate e usate come palline dai più giovani smanettoni o scacciavitini. I lunghi viaggi possono essere molto noiosi. Si deve trovare un modo per ammazzare il tempo, e la storia dietro il nome "Qwerty" era troppo laconica.

Le tastiere del computer non cominciano con le lettere ABC. I nuovi personal computer derivano dalle obsolete macchine da scrivere, le quali inizialmente seguivano l'ordinamento dell'alfabeto: quando i dattilografi che battevano velocemente sulle macchine da scrivere si accorsero che i tasti si bloccavano e si appiccicavano fra di loro, Christopher Sholes inventò nel 1868 la prima macchina da scrivere che adottava il sistema QWERTY grazie al quale i tasti non si bloccano più e chiunque poteva scrivere velocemente. Se guardate la keybord del vostro PC vedrete che comincia con le lettere QWERTY, questo metodo di scrittura è usato ancora oggi. Un omaggio alla tradizione e alla scienza che rivive nel titolo della tre-giorni di incontri dedicati al futuro e allo sviluppo dell'umanità: Qwerty è il più grande congresso del settore e appassionati da tutto il mondo vengono nel Wisconsin per non perderselo. Una storiella divertente, che si concludeva con una frase di Einstein usata come slogan: "la cosa più difficile al mondo da comprendere è la dichiarazione dei redditi."

Una frase che ha divertito parecchio il giovane uomo dal bel viso purtroppo deturpato da una ferita sulla fronte, seduto dietro la ragazza che ascolta Vera Lynn semi addormentata e accanto a un altro ragazzo intento a ingurgitare palline di cioccolato estratte da un enorme sacco di juta. Li divora come dovesse fare scorta in vista di un'apocalisse da pessimo film Netflix, come se un evento spaziale e inspiegabile prosciugasse tutto lo zucchero dal sangue umano. Niente sembra essere in grado di arrestare la sua fame. Ma quando il suo compagno di viaggio gli lancia una pessima occhiataccia, non può fare a meno di giustificare il suo strano atteggiamento.

«Ti dico che avevo bisogno della scorta. Non contro i gangster. Ma contro i sortilegi di quella pazza. Ti dico che aveva lanciato una maledizione su Megan. Tanto che ho dovuto prendere appuntamento con un esorcista!»

«Che combini, fratello? Gli esorcisti sono cattolici, noi siamo ebrei.»

«Quando vedi quello che ho visto io, non fa più differenza. Stavo ancora con Megan, le volevo bene, e non volevo che soffrisse per colpa mia. Ad avergli scagliato la maledizione era stata la mia ex. Non avevo dubbi. Quella era una strega. Avevo preso appuntamento dall'esorcista. Salgo in auto insieme a Megan. La macchina non vuole saperne di partire. Aggancio i cavi al motore e finalmente si avvia. Durante il tragitto, buchiamo la ruota. La cambio e ripartiamo. Non era sfortuna, era il demone che non voleva farci arrivare a destinazione. Arrivati al convento, veniamo ricevuti in una saletta privata. L'esorcista chiese a Megan: "come ti chiami?" Ovviamente era una domanda rivolta al demone. Megan non rispose, lo feci io. Sì, fratello, ci sbagliavamo: la mia ex aveva scagliato la maledizione su di me, non su Megan! Ricordo che provai un'incredibile paura nei confronti del prete, in quanto vicario di Cristo. Volevo colpirlo a bastonate, non me lo permise. Sai, i demoni sono indifferenti a tutti i preti, tranne a quelli che detengono il ministero dell'esorcismo. Fra tutti i santi temono soprattutto la Madonna, quasi più di Cristo, perché è l'unica che non ha mai peccato. Non c'era Satana in me ma un diavolo minore, che a quanto pare avrà posseduto sì e no tre altre persone nella storia del mondo. Il mio esorcista si armò di umiltà, pregò tutta la notte al mio fianco e alla fine scacciò da me il diavolo con la croce del beato martire William. Il santo del mio nome.»

«Del nostro nome!»

«Ti do la mia parola, Willy. Anche se mi sono lasciato con Megan, anche se la mia ex mi maledisse per gelosia, io non voglio rimettere più piede a New York per timore di incontrarla. Quella matta vive nella casa di Poe, o era Wolfe?»

«La casa di Edgar Allan Poe.»

A parlare non è stato nessuno dei due. È la ragazza semi addormentata a prendere la parola. Non è più semi addormentata, ovviamente. I due hanno usato un tono di voce così forte e così intenso che l'hanno convinta ad abbassare il volume nelle cuffie e a seguire con attenzione la loro discussione. A quel punto non poteva che contribuire: «il malaticcio Poe, viveva a New York con la sua sposa bambina e la suocera, la casa di Nero Wolfe invece non è mai stata trovata. Quindi immagino che la tua ex viva in quella di Poe.»

I due trovano questo un aneddoto anche più interessante di quello scritto nella brochure e decidono di presentarsi. Il primo, quello con la cicatrice, si chiama William III, ma tutti lo chiamano Willy. Mentre il fratellino goloso di dolci risponde al nome di William Jr. che tutti chiamano Billy. La ragazza non ricambia la cortesia dicendo il suo nome ma lancia un'occhiata curiosa verso il sacco di juta. Willy e Billy ammettono di aver fatto scorta durante la visita turistica alla fabbrica della M&M's. Spiegano come lì si possano riempire sacchia volontà quando si arriva al distributore di cioccolati., Dopo ti rilasciano uno scontrino e vai a pagare in cassa. Willy e Billy, tuttavia, si sono dimostrati molto più furbi degli altri. Hanno messo in pratica la loro filosofia di vita, che può essere condensata nella frase: "arraffa quel che puoi, finché puoi". Spiegano come abbiano riempito il sacco solo a metà e si siano fatti dare lo scontrino per poi tornare nuovamente al distributore, non visti da nessuno, e abbiano riempito il saccof ino all'orlo mostrando alla cassa lo scontrino rilasciato in precedenza. Sacco pieno, pagato a metà prezzo!

La ragazza ride, divertita dalla loro furbizia. Anche Willy e Billy ridono. Continuano a parlare mentre il paesaggio rurale del Wisconsin scivola dal finestrino, come un messaggio velocizzato su whatsapp. Parlano così tanto che iniziano a sentirsi a loro agio, tanto da poter rivelare qualsasi segreto alla loro nuova amica. Le dicono che stanno andando al Qwerty per un evento particolare. Non scendono nei dettagli, anche se dai loro occhi si vede che hanno una voglia di dirle tutto. E sono anche pronti a farlo, ma prima vorrebbero conoscere il suo nome.

«Piacere, io sono Baby Lynn.» dice la ragazza, aggiungendo il motivo del suo viaggio al Qwerty: le interessanti convention sulla nanotecnologia. Non è il massimo sporcare un rapporto appena nato con una bugia, ma Baby Lynn sceglie consapevolmente di correre questo rischio. Non può rivelare il vero motivo del suo viaggio, scoprire tutto il possibile sul Rampage Shield. Non può fidarsi neanche del suo cellulare, come può fidarsi dei due sconosciuti sull'autobus. Potrebbero anche essere agenti in incognito.

Prospettiva abbastanza irrealistica, ma la prudenza non è mai troppa!

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora