DELETED SCENES #7

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Ai tempi Minimal Jack mi ha risparmiato di assistere allo spettacolo di una Baby Lynn in preda alla febbre e alle allucinazioni, riempiendomi le orecchie con le sue chiacchiere e il suo monologo da cattivo dei fumetti. Lei, dal canto suo, aveva provato a descrivermi cosa aveva visto e provato, ma anche con un grande sforzo di immaginazione non riuscivo a figurare nella mia mente il ritratto di una Baby Lynn distrutta dal dolore.

Fino a oggi.

Quando Mercedes mi fa entrare in camera di sua figlia stento a credere a quello che sto vedendo. Eppure sono sveglio. Baby Lynn è in pigiama, i capelli in disordine, senza trucco e impregnata del tipico odore rancido di chi evita la doccia ormai da giorni. Sul comodino di fianco al suo letto disfatto c'è del cibo avanzato da tre giorni almeno. Due panini mangiati per un quarto ciascuno, una lattina di Pepsi aperta e ormai completamente sgasata. Una tavoletta di Wolfy sciolta dentro la sua mai scartata confezione.

Baby Lynn è come in trance, come Jennifer Carpenter nella straordinaria e spaventosa interpretazione di Emily Rose in L'Esorcismo di Emily Rose. Sembra essere posseduta da una forza sconosciuta, che l'ha bloccata in una posa rigida e innaturale. L'unico gesto che le è consentito è quello di aggiornare costantemente la pagina web sul suo computer. La pagina dove la Cerchia ha esposto la delicata situazione di Barbie.

Ricordo ancora con quanta fiducia in sé stessa Baby Lynn si era rivolta al dottor Hawkins. La commissione medica non avrebbe mai trovato un cuore per Barbie? Lo avrebbe lei per la sua migliore amica. Sfruttando il potere dei social, come aveva sempre fatto. La Cerchia aveva sempre ottenuto tutto ciò che voleva, influenzando le decisioni e lo stile di vita dei giovani della Harper High School. Il mondo era solo una Harper più grande. Avrebbero avuto successo, come sempre. Quella fiducia si è scontrata con la dura realtà, ora che la pagina web creata per il caso di Barbie non attira più l'interesse di nessuno.

«Funzionerà... funzionerà... funzionerà...»

Sono le prime parole che le sento pronunciare. Credo non si sia nemmeno accorta che sono qui. Sta parlando con sé stessa, non con me. Mi torna in mente Agnes River, la mamma di Jack River alias Minimal Jack, rinchiusa in un loop di tormento per il senso di colpa di ciò che aveva fatto a suo figlio. "Io sono la fine del mondo... io sono la fine del mondo..." Baby Lynn la sta imitando quasi con perizia di particolari. Devo fare qualcosa prima che sia troppo tardi.

«Baby Lynn, lascia perdere,» lentamente mi siedo sul letto, vicino a lei: «abbiamo provato questa strada, non ha funzionato. Ora però dobbiamo trovare un'alternativa. Barbie ha bisogno di noi. Ha bisogno di te.» Provo a prenderle la mano, ad allontanare le sue dita dalla tastiera. Non ci riesco. Potrebbe apparire una creaturae debole e distrutta, ma la sua forza fisica e la sua determinazione sono ancora quelle di un tempo. È una buona cosa. Vuol dire che ha ancora voglia di lottare. Devo solo trovare il modo di ricordarglielo.

«Barbie non vorrebbe che ti riducessi in questo stato... non aiuti nessuno in questo stato... Mercedes è preoccupatissima, ti rendi conto che ha chiamato me per aiutarti?» Le mie parole cadono nel vuoto. Non riesco a provocare nessun tipo di reazione in Baby Lynn. Rimane incollata davanti lo schermo, a osservare il suo fallimento. La via dell'affetto non ha funzionato. Devo provare un'altra stada. Come Tyrion Lannister nel finale di Game of Thrones, quando fa appello prima all'ambizione, poi al senso del dovere e infine all'amore verso la propria famiglia per convincere John Snow a fare... QUELLA COSA LÌ (niente spoiler).

«Se Minimal Jackie attaccasse adesso, che cosa potremmo fare? Abbiamo bisogno di te, della tua guida. Devi riprenderti. Credo che il piano sia già in atto. Stanno succedendo cose strane. Pensa che Leslie, poco fa...»

Mi fermo, è tutto inutile. Non mi sta ascoltando. E non posso permettermi che lei non mi ascolti. Non dopo quello che è successo con Leslie. Nemmeno il pensiero di una battaglia in arrivo ha funzionato. Non mi rimane che un'ultima carta, quella che non vorrei giocare. Ma a mali estremi, estremi rimedi.

«Fa un po' come credi, Baby Lynn!» Faccio ricorso a tutto l'astio possibile mettendolo nelle mie parole. Devo sembrare uno stronzo spietato. «Non sono neanche sicuro di trovarmi di fronte Baby Lynn. La ragazza che conosco io non si lascerebbe andare in questa maniera. Troverebbe una soluzione, come ha sempre fatto,» e adesso, sgancio la bomba atomica: «ma forse la consapevolezza di essere un'assassina ti ha mandato in corto il cervello.»

Giro le spalle, aspettando una reazione.

Nulla. Il silenzio. Anche questa non ha funzionato. Non so più che...

«COSA HAI DETTO, LOMAX?»

Eccola! Finalmente! La voglia di combattere! È tornata! Trattengo il gran sorriso che mi si sta formando, rilasso il volto, assumo una espressione arcigna e mi giro di nuovo verso Baby Lynn. La sceneggiata continua.

«Hacker professionista, regina della Harper, scudo contro i CAPS. A tutti questi bei titoli dovresti aggiungere quello di assassina. Perché è questo che sei. Se Barbie sta per morire, è solo a causa tua. Sei tu la responsabile del suo male. Sei tu la causa di tutto.»

Ho appena finito di parlare che Baby Lynn si alza di scatto dal letto e mi raggiunge, vicino alla porta. Mi molla uno schiaffo potentissimo. La mia guancia è in fiamme. Resisto alla tentazione di massaggiarmela e fisso Baby Lynn negli occhi. La guerriera che conosco è ancora lì. Ora so cosa fare per farla uscire.

«Assassina!» ripeto, ricevendo un altro ceffone, nella stessa guancia. «Assassina!» Altro schiaffo, nell'altra guancia. «Assassina!» Schiaffo. Schiaffo. Schiaffo. Baby Lynn inizia a graffiarmi. Mi molla anche un calcio sul ginocchio costringendomi a piegarmi e a mettere il mio viso a favore del suo destro. Il suo pugno è fortissimo. Ma io non lo evito. Non faccio niente per evitarlo, proprio come Robert Myers ha lasciato che io lo distruggessi tempo fa.

«PERCHÉ NON REAGISCI? PERCHÉ NON COMBATTI?»

Supero il dolore e rispondo a Baby Lynn, con il massimo della sincerità.

«Ho promesso a tua madre di farti riprendere. Se massacrarmi ti fa stare meglio, accomodati pure.»

Un altro paio di pugni, e poi tutto finisce. Baby Lynn scoppia in lacrime. Si lascia andare completamente. Si inginocchia e mi abbraccia. Ha bisogno che io la perdoni, in questo momento. Ha bisogno di spronfondare in questo momento di dolore, sentendosi al riparo dagli sbagli passati. Non dico nulla, non faccio nulla. Sono qui per lei, come una volta. Nessuna pretesa, nessun altro scopo.

Baby Lynn piange quasi un'ora. Dopo essersi calmata, mi spiega quanto io abbia ragione. Mi parla dell'anno scorso, quando il 12 dicembre è scappata dal nostro appuntamento per correre a casa. Avrebbe potuto impedire lo scoppio della bomba digitale, quella che ha distrutto la Cerchia la prima volta. Quella che ha spinto Barbie ha tornare a provocarsi il vomito. Mi dice che era arrivata in tempo, che avrebbe solo dovuto premere un tasto e tutto sarebbe scomparso. Ma non l'ha fatto. Perché? Non lo sa nemmeno lei il perché. E ora Barbie sta per morire, tutto perché quella sera non ha premuto un tasto. Tutto a causa sua. Troppo impegnata a capire il piano di Minimal Jackie, troppo occupata a combattere i CAPS, e non ha visto che la sua migliore amica era malata. È addirittura scappata a kilometri di distanza mentre Lomax guidava la Cerchia nella missione per riabilitare Jack Boy e scoprire il vero responsabile dello stupro di Chloe. Ha capito quanto sia orribile come ragazza. Meschina ed egoista. Non merita nulla in questa vita. Non dopo tutti gli sbagli che ha fatto.

«Gli sbagli non si cancellano, Baby Lynn,» tocca a me adesso parlare, e spero di trovare le parole giuste: «ma possiamo evitare che distruggano la nostra vita. Possiamo imparare dal passato, fare in modo che non si ripeta. E se gli errori del passato sono troppo profondi, l'unica soluzione è restituire tanto bene quanto è il male che abbiamo fatto. Io ci credo, Baby Lynn. E ho bisogno che anche tu ci creda, soprattutto adesso.»

È il momento giusto. Ora mi ascolterà.

«Siamo di nuovo in pericolo. Cose strane stanno accadendo.»

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora