NEVER GIVE UP #2

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BABY LYNN P.O.V.

La ragazza austriaca con le borchie, il collarino di spuntoni e il face paint abbandona l'ufficio del preside saltellando in un folle headbanging. Non sta pogando, piange a dirotto, voleva fare la dura metallara ma la detective Portia Marshall l'ha ridotta a un agnellino.

Dopo di lei, tocca a me entrare per il colloquio conoscitivo. È una prassi per i nuovi agenti CAPS. Trovo quasi ironica la scelta fatta questa mattina di indossare la mia giacca Nili Lotan stile militare. «Spero che almeno tu ascolti musica migliore di quella schnitzel che è appena uscita,» mi dice la Marshall senza neanche guardarmi. Lo so che vorrebbe. Lo so che mi odia. E non sarà il primo adulto a dirmi che ascolto musica terribile. «Mi sembri più una tipa da Nico.»

«Chi è Nico?» Mi siedo dove fino a poco prima la nuova goth della scuola era stata fatta a pezzi. La Marshall non si è curata di rimettere in ordine per me la scrivania che il preside le presta in queste occasioni. Sulla superficie sono ancora sparsi i biscotti rovesciati dalla confezione di Cadbury Dairy Milk Giant Buttons della goth, e le sue lacrime hanno fatto il resto innaffiando il cioccolato sul legno.

«So chi sei.» La cartella che la Marshall sta sfogliando è il mio dossier. Il marchio dei CAPS è impresso sopra. «L'anno scorso hai sofferto molto. C'era un pazzo armato a scuola, tu ti sei fatta avanti. Non è facile riprendersi. Non dopo quello che ti è successo. Volevano ucciderti dopotutto. Sai cos'è il disturbo da stress post-traumatico?»

«Dove vuole arrivare, detective Marshall?»

Lancia la mia cartella sulla scrivania dove finisce per lordarsi di cioccolato. «Sospetto che tu abbia monitorato i dati dell'elaboratore. Mi dicono che sei brava in informatica. Sai che se è vero, verrai espulsa?»

Dico, è impazzita? Perché pensa che volessi entrare a tutti i costi nel Corpo dei CAPS? Sono sorpresa quanto lei, sono un pesce fuor d'acqua qui dentro. «Dovrebbe prendere in considerazione l'ipotesi che il computer possa sbagliare.»

«Impossibile. L'elaboratore dei CAPS non sbaglia mai.» Non percepisco solo nervosismo nella sua voce, ma qualcosa di più. Rabbia forse. L'intera sua carriera è appigliata a questo programma sperimentale, non è contemplabile che il sistema possa avere delle falle. Dal suo punto di vista la legge non commette errori, il programma CAPS non è fallibile.

«Mai fidarsi delle apparenze.» So che dovrei fermarmi qui, non resisto. «Prenda i suoi studenti poliziotti. Credono di mantenere la scuola sicura e invece sono solo dei bulli preventivi.»

In quel momento entra il preside Duke accompagnato dal signor Mills. «Nessuna intromissione esterna,» l'insegnante di informatica mostra i risultati delle scansioni parametriche effettuate sul super-computer dei CAPS. Veramente hanno pensato che io potessi sabotarlo? Mi ritengono tanto pericolosa? Sì, lo sono, ma non ho mai pensato di... «L'analisi è affidabile al 100%. Il linguaggio di programmazione dell'elaboratore è criptato sul modello dell'esperanto, la lingua artificiale inventata da un medico polacco basandosi su quelle romaniche come francese e tedesco per abbattere le barriere linguistiche. I codici CAPS sono scritti rielaborando in sequenze numeriche l'ordine flessibile di una grammatica regolare, per cui il virus che ho inventato per rintracciare chiunque provi ad hackerare il sistema avrebbe individuato la manomissione...»

«Okay, okay, Mills. Può bastare.» la Marshlal spazza via il resto dello sproloquio di Hunter Mills con un gesto della mano. Duke sancisce in maniera solenne la conclusione inappellabile: «é ufficiale! Da oggi e per due settimane consecutive, ovvero fino alla fine del suo turno, Baby Lynn è un agente CAPS.»

Sia io sia la Marshall saltiamo sulla sedia. Per una volta siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Non posso andarmene in giro per la Harper con quella ridicola tutina a fare la sorvegliante. Non con la festa di Halloween da organizzare allo Speaky. «Preside Duke. Come farò con lo studio?» Come fanno i miei compagni, è la sua risposta. «Sarò franca, preside Duke. I CAPS non fanno per me e i CAPS non vogliono me. Sono sicura che esiste una liberatoria per farmi rinunciare all'incarico, dichiarerò che è stata una scelta di cui sono la sola responsabile. Ditemi dove devo firmare...»

Nessuna liberatoria. «Non sono consentite seconde opzioni, i CAPS non fanno eccezioni. Se vuoi rinunciarvi, Baby Lynn, puoi farti espellere o lasciare la scuola di tua iniziativa.» Duke non mi lascia alternativa. Sento che la Marshall sta dalla mia parte, ma non apre bocca perché sa meglio di tutti che non ci sono scorciatoie. Mi dovrà sopportare per due settimane. E io dovrò sopportare lei.

«Abbiamo finito con te, Baby Lynn. Vai a ritirare la tua divisa.» La Marshall prende il mio dossier e lo butta nel cestino. Mi rendo conto che da quando il preside è rientrato in ufficio non ha mai reclamato la sua scrivania, e la Marshall non è nemmeno stata sfiorata dal pensiero di fargli posto. «Dopotutto non ti troverai male con noi. Il concetto alla base dei CAPS è che chiunque può affrontare direttamente i propri bulli. E tu sei una maestra in questo, dico bene?»

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora