SHARED UNIVERSE #4

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Mi calo nelle gelide profondità del mare. La maschera da Wiz Blonde è completata dal respiratore subacqueo che si collega direttamente alla bombola d'ossigeno legata sulla mia schiena. Devo ringraziare il corso di nuoto al quale Mercedes mi accompagnava da piccola per le inaspettate capacità da sommozzatore che mi portano sino alla metà di vascello affondato.

Batto i piedi per passare sotto il ponte del'imbarcazione. Non so per quanto resisterò ancora. Non voglio morire annegata. Attraverso il ponte coperto, in alto rivestito di coralli sommersi e in basso tappezzato di scheletri umani. Cerco di non guardare. Individuo un luccicore provenire sopra la mia testa.

Nuoto in quella direzione. Ho quasi finito l'ossigeno. Il costume da Wiz Blonde funziona come una muta, ma io non sono una campionessa olimpionica. Il bagliore in superficie è un po' più vicino, un metro dopo l'altro. Sento di non farcela. Punto il fucile verso l'alto, premio il grilletto e arpiono la sponda. La fune si riavvolge e velocemente mi porta fuori dall'acqua. Affioro in un lampo, respiro a pieni polmoni.

«Dì ciao ciao al Kansas, Baby Lynn!» Conosco questa voce. Avanzo con i gomiti sul pavimento argilloso. Mi trovo dentro una grotta coperta, è possibile accedervi solo attraverso quella pozza d'acqua che ho risalito. Striscio sino ai piedi scalzi di una donna in veste bianca. La vecchia pazza di Bayou Peaks che voleva affettarmi con l'ascia. Capisco che non è davvero anziana perché i suoi piedi non sono rugosi. Si afferra la lunga chioma fantasmagorica e la mette via, una parrucca! «Benvenuta nel Paese delle Meraviglie!»

Una manata le passa via il trucco che la incartapecoriva. Non è giovane, ma è sfolgorante. Porta un caschetto corvino di capelli selvaggi ma con la frangetta alla moda, perfettamente allineata a metà fronte sopra gli occhi. «Dì il mio nome.» La sua richiesta è una sfida. Mi ricordo di lei. Era la guida alla mostra d'arte al Google Barn, la donna magnifica che mi aveva spiegato il significato nascosto dietro il rogo delle streghe e la cultura della cancellazione. Poi è diventata la matta di Bayou Peakss che mi ha indicato come raggiungere la Tana del Camminatore Notturno. Ma il Windigo non esiste, era solo una trovata per tenere i curiosi alla larga. Ho sempre creduto di avere a che fare con persone diverse. Ma era sempre lei. La sola, l'unica... «Minimal Jackie!»

Riconosco soddisfazione nel sorriso beffardo che si forma sulle sue labbra sottili. Lei non mi ha fatto dormire la notte, è stato il mio sprone nell'ultimo anno, è stato il mio limite. Ho commesso il fatale errore di sottovalutarla. Dopotutto è stata la maestra del mio maestro, Minimal Jack, il motivational speaker per eccellenza, il guru dall'anima oscura. Jackie non poteva essere da meno. Come ho fatto a non capirlo prima? Protetta dall'anonimato, ha pilotato per induzione ogni mia piccola mossa. Ora vedo tutto con chiarezza. Quel discorso che mi fece al Google Barm, faceva tutto parte del suo piano. La cultura della cancellazione... Mi aveva instillato nella mente l'opportunità di concedere alle persone una seconda occasione dopo i loro sbagli, di conseguenza io avevo progettato il piano "Second Chance" contro i CAPS. Mi ero illusa fosse tutta farina del mio sacco. Oh, come mi sbagliato. Lei si era tenuta nascosta per tutti questi mesi e invece era sempre lì, accanto a me, da psicologa sopraffina qual è, a manovrami come un giocattolo di pezza. I CAPS sono stati smantellati grazie a me? No, grazie a Minimal Jackie. Lei voleva la fine dei CAPS. Non so ancora perché, ma è esattamente quello che voleva lei.

«Ce ne hai messo di tempo. Ti aspettavo, Baby Lynn» dice con la lentezza di chi assapora ogni minimo istante dell'angoscia che mi procura, come se stesse strappando le ali alle mosche o bruciasse le formiche servendosi di una lente d'ingrandimento. «I miei complimenti per come te la sei cavata al Qwerty. Sei l'hacker dell'anno! Non mi aspettavo niente di meno da te. Forse qualcosa in più. Non ti sei accorta che il tuo C24 ha vinto il torneo agganciandosi a un server della Rampage Shield. Non c'è niente della Rampage Shield che per me sia un segreto. Da quel momento ho potuto rintracciare il tuo strano cellulare, seguendoti passo passo. Sapevo che eri arrivata a Bayou Peaks. Quando mi sono accorta che non facevi progressi, mi sono permessa di darti una spintarella.»

Okay. Ho di fronte la donna più cattiva e più furba dell'universo. Ma si è appena fatta sfuggire un fatto importantissimo. Da tempo sospettavo che il C24, il mio cellulare potenziato, fosse una sua invenzione, un modo per controllarmi. Invece ha appena ammesso, indirettamente, di non avere niente a che fare con il C24! Non sa cosa sia! Non so se rallegrarmi o se dovermi preoccupare.

«Perché?» Domando rialzandomi. So di fare paura, so di esprimere potenza, con la maschera da wrestler platino e il costume da Wiz Blonde. «Perché i CAPS? Perché tutto questo?» Lo voglio sapere, e voglio che non si accorga di essersi tradita a proposito del C24. Se gioco bene le mie carte, posso farcela.

«Perché no?» scrolla le spalle, come se mettere in atto la partita a scacchi più complicata della storia fosse una bazzecola. «Ho origini tedesche. I miei avi parlavano di Gedankenexperiment per definire un esperimento sociale. Non tutto deve avere uno scopro. Te, i CAPS, la Harper, sono stati questi per me, Baby Lynn, una battuta di prova sul deserto del reale, niente di importante, un piccolo gioco. Il banco di prova per qualcosa di molto più grande.»

E così era stata Minimal Jackie per tutto il tempo, cari miei!

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora