WONDERKID #6

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FREDDIE LOMAX P.O.V.

Il quarto piano del Winter Hospital è diventato un circo da quando Bobby Bello, il consigliori del clan Margheriti, è stato ricoverato d'urgenza. Ho letto sul Winter Daily che è finito in coma in seguito a un'ischemia. Sbircio dalla porta di servizio il corridoio occupato dalla banda al completo. Per solidarietà nei confronti del loro stimato compare (ma anche per proteggerlo dai killer delle famiglie rivali) dormono, mangiano, e se è il caso, portano avanti affari, direttamente dall'ospedale. La classe di italoamericani chiassosi che avevo già visto gozzovigliare al VIX, adesso si comporta al Winter Hospital come fosse casa loro.

Fra corone di fiori e donne che parlano di pedicure, si muove un'orda mafiosa di pance enormi che si sbafa a tutte le ore. Mi chiedo come mai un infarto non abbia colto anche loro. Vanno e vengono per darsi i turni, elargiscono mance agli infermieri, si informano sulla salute dell'amico in rianimazione, ravvivano animosità e reciproci risentimenti, ingannano il tempo raccontando aneddoti curiosi.

«Mammà ne sapeva una più del diavolo. Ve l'ho detto quando la polizia aveva suonato a casa?» Chi parla è Johnny Romano, uno dei mafiosi più pericolosi del clan. Se Bobby Bello schiattasse, sarebbe lui a prendere il posto di consigliori. «Io ero nella pancia di mammà. Lei dice agli sbirri: "sono incinta, non mi potete toccare". Non erano italiani ma sapevano stare al mondo, se avessero sfiorato mammà erano uomini morti. Com'è e come non è, non sentivano ragioni, volevano arrestarla. Papà stava in galera e lei chiedeva l'affitto per conto suo.» Gli altri sghignazzano, credo che affitto sia un modo per non dire pizzo. «La perquisiscono, le prendono la pistola che nascondeva nel reggiseno. Mammà ne sapeva una più del diavolo, ve l'ho detto? Fa agli sbirri: "io vi seguo in centrale, però prendiamo strade diverse, o che penserebbe il vicinato se mi vedesse insieme a voi?" Niente, gli sbirri non sentivano ragioni, ve l'ho detto? L'hanno caricata sulla camionetta e portata dentro. E io sono nato in carcere. Quando il destino è scritto nelle stelle, eh?»

I mafiosi ridono a crepapelle, si complimentano, ciascuno ha storie da raccontare sulle proprie madri, sorelle e cognate. Tutte che si sono battute per l'onore della famiglia, pronte persino a considerare "morto" il fratello o il marito che si pente di fronte alla giustizia. Posso quasi toccare con mano il malumore che serpeggia fra il personale medico per colpa della loro sola presenza. Ne ho abbastanza delle stupidaggini di questi uomini sanguinari.

Donald Margheriti mi ha scritto dandomi appuntamento al Winter Hospital. Non ho però voglia di farmi vedere dall'intero clan. Scorgo su una sedia la copia di Delitto e castigo. Lui è il solo gangster che conosca fissato con la lettura, quello è il suo posto, ma lui non c'è. Richiudo la porta senza farmi notare. Ho preso le scale di servizio per arrivare fin lì.

«Bobby non sarebbe contento.» Riconosco la voce di Donald. Proviene dal piano di sopra. Salgo i gradini pian piano. Una voce femminile gli risponde bisbigliando: «ora scopami, sgridami dopo!» Donald si abbassa i pantaloni al ginocchio, la donna prende un grumo di lubrificante dal barattolo che ha rubato in ambulatorio e lo inserisce nella vagina. L'istante dopo Donald sta penetrando la giovane bionda dal vestito tanto corto che può entrarle dentro senza sfilarglielo. Non è sua moglie Klara. La giovane amane ha l'incarnato diafano e due tette da balia da latte. Non conosco il suo nome, ma l'ho vista al VIX. È la moglie di Bobby Bello. L'amico di Donald che ora combatte fra la vita e la morte in una camera d'ospedale.

La donna si fa scopare senza mollare la sigaretta accesa dalla sua bocca. Quando mi riconosce, le sfugge un grugnito porcino.

Donald si volta, mi vede. Molla la favolosa groppa e si riallaccia i pantaloni. La giovane amante rinserra i seni aggressivi dentro la scollatura quadrata ai limiti dell'indecenza. Dedica uno sguardo sprezzante a me e uno bovino da gatta in calore a Donald, senza dire una parola prende la porta ancheggiando con le sue mosse maliziose, e sparisce.

«Scusatemi. Io non volevo...»

«Chiudi il becco, Freddie. Tu non hai visto niente.»

Non faccio storie. Seguo Donald fino al parcheggio del Winter Hospital. Domanda quale sia la mia aiuto. L'apro, come se non riuscissi a sottrarmi ai suoi ordini. Lo vedo salire dal lato passeggero. «Devi darmi un passaggio.»

Voi come convincereste un boss mafioso a scendere dalla vostra auto? Siedo al lato guida. Perché ha chiesto a me di accompagnarlo con tutti i sicari che ha a disposizione? Lo vedo frugare nel cruscotto, sotto il freno a mano, nello spazio sotto lo sportello. «Cosa stai cercando?»

«Un posto sicuro, e comodo. Se ci fermano gli sbirri, non devono vederla. Se ci ferma qualcuno di peggio, devo poterla prendere in fretta.»

«Di cosa parli?»

«Della mia pistola, cazzone. Posso nasconderla sotto la coscia, ma tu vai piano. Non vorrei che alla prima fermata brusca mi facessi esplodere la coscia.»

Sarà anche il boss dei boss, ma questo è troppo. «Ti porto dove vuoi. Ma niente armi!»

Posa i suoi occhi su di me. Penso che se volesse potrebbe strangolarmi sul posto e nessuno avrebbe niente da ridire. Invece scoppia in una fragorosa risata. Si prende gioco di me. «Io non porto mai la pistola, cazzone. Pensi che voglia farmi ingabbiare al primo posto di blocco?»

«Non hai paura di... agguati, o cose del genere?»

«Vedi troppi film di gangster. La mia unica arma è la mente. Forza, metti in moto.»

Nei film ho visto parecchi gangster ammazzare parecchia gente. Donald Margheriti è un tipo diverso. A lui non servono le armi, quando la sua voce minacciosa, combinata al suo fare simpatico, ti chiede di fare qualcosa, tu la fai! Non c'è altra spiegazione. Perché sto guidando la mia macchina portandola esattamente dove vuole lui.

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora