ESCAPE PLAN #3

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FREDDIE LOMAX P.O.V.

Dovrei ingoiare l'orgoglio e scriverle. Invece sono qui, steso sul letto, a fissare il soffitto mentre le casse del portatile riempiono la mia stanza con le note di The Power of Love (You Are My Lady) di Air Supply. L'universo ha un sadico senso dell'umorismo. E io sono diventato il cliché da film adolescenziale. Il ragazzo che sa cosa deve fare ma non ha il coraggio di farlo, così rimanda e rimanda fino a quando non sarà troppo tardi.

Quando ho scoperto la verità mi sono sentito tradito. Ho fatto e detto cose di cui non vado per niente fiero. Cose che non mi ritenevo capace di fare, di dire, figuriamoci di pensare. La rabbia poi però è passata, e quando mi sono calmato ho iniziato a vedere le cose in prospettiva. Forse Baby Lynn non mi ha parlato di questa Minimal Jackie perché voleva proteggermi. Non voleva che lei mi rapisse e mi torturasse, com'era successo con Minimal Jack. Questa prospettiva non l'aveva neanche presa in considerazione. Ero accecato dalla rabbia. E quando sono arrivato a capirlo era troppo tardi. La tragedia di Chloe ha messo tutto in secondo piano, com'è giusto che sia. In questi due mesi io e Baby Lynn ci siamo prima ignorati. Poi siamo passati a salutarci con un piccolo cenno del capo o con un "ciao" strozzato e sofferto. Ora potremmo essere alle conversazioni via cellulare se solo mi decidessi a fare la prima mossa. Potrei scrivere come stai?... banale, troppo banale... oppure potrei chiederle quando ci sarà la prossima riunione.

Sì, perché – per quello che vale – io sono ancora nella Cerchia.

Perché sono rimasto? Perché non volevo spezzare l'ultima cosa che mi lega a Baby Lynn. Oltre questo ho capito che, dentro o fuori, non avrebbe fatto molta differenza. La Cerchia non conta più come una volta. La Harper è il regno dei CAPS. Vigili su tutto e su tutti, tranne su quello che non vogliono vedere. Come Chris che mi spinge contro gli armadietti. Chris che mi fa lo sgambetto e mi fa finire col culo per terra. Chris che mi fa cadere i libri dalle mani due secondi prima della lezione, costringendomi a entrare in classe in ritardo. Vuole proprio farmi il culo. Mi chiedo cosa stia aspettando.

Mi chiedo cosa io stia aspettando. Perché non l'ho ancora chiamata? Perché è così difficile per me accettare la verità. Lei mi piace. Nonostante tutto: le macchinazioni, i piani segreti, la dipendenza da adrenalina, le vendette. Nonostante la rabbia che mi ha reso così stupido da starle lontano. Perché è così difficile da dire? Perché così difficile da ammetterlo? Io amo stare con lei. Amo come mi sento quando sono insieme a lei. Amo che mi manchi così tanto da farmi paura. Amo il fatto che la mia vita sia cambiata da quando c'è lei, e non perché prima fosse brutta o spenta ma perché prima non pensavo che si potesse essere felici per il semplice fatto che qualcuno ti è accanto. Amo i momenti che passiamo insieme e i momenti in cui siamo lontani, perché so che ci porteranno ad incontrarci di nuovo. Amo il suo coraggio. Amo la sua intelligenza. Amo quando mi bacia. Amo il suo respiro. Io amo...

...oh, cazzo...oh, cazzo...

HAI UN NUOVO MESSAGGIO!

Salto dal letto e quasi mi slogo una caviglia per correre a prendere il cellulare. Grande è la delusione quando leggo il nome sul display. È Linda McGrow, la ex di mio cugino Jack Boy. Già, perché dobbiamo aggiungere anche questa alle brutte notizie. Linda ha letto gli articoli al vetriolo di Tara O'Neil e ha creduto a ogni singola parola. I due si sono lasciati qualche giorno prima che Jack Boy finisse in carcere. Alla fine Donald Margheriti ha ottenuto quello che voleva. Nel modo peggiore, forse. Ma non mi sembra il tipo che si lamenta per come vince.

Linda mi chiede se voglio andare al cinema. Sono praticamente l'unico che lei conosce in questa città a parte Arthur, e nemmeno con lui vuole più avere a che fare. Un Margheriti è pur sempre un Margheriti, dice. Rispondo che non me la sento. Non oggi.

Ho ancora il cellulare in mano quando mi arriva un secondo messaggio. Non da Linda questa volta, ma da Arthur. Gli saranno fischiate le orecchie. Mi chiede se posso avvicinare al VIX. Deve parlarmi. È molto urgente. Gli rispondo che non me la sento. Ma lui insiste. Sembra proprio urgente.

Il tempo di vestirmi. Sono rimasto a letto troppo a lungo.

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora