SHARED UNIVERSE #2

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Le riunioni aziendali per fare il punto sul bilancio annuale sono un evento della collettività tanto quanto le riunioni al municipio comunale per organizzare le ronde notturne. Sono occasioni durante le quali tutti si vestono in gran tiro per dare una buona immagine di sé. La cosa non fa testo per Mercedes, tutti ammirano quotidianamente i suoi stili di lusso in ufficio, per lei oggi è una giornata come un'altra, ma il suo new look alla Christian Dior spicca comunque su tutti gli altri.

"Fhasion change, style remains" diceva Coco Chanel. La minigonna si rifà alla moda britannica di Mary Quant, la giacca è una più casual Givenchy, dove hanno lavorato da head designer sia John Galliano (prima) sia Alexander McQueen (dopo).

«Prestami la penna.» Mercedes non chiede, Mercedes ordina. Stefan obbedisce prontamente. Dopo aver firmato il verbale, Mercedes soppesa la montblanc sul palmo della mano. «Come ti trovi questa penna?»

«Bene» risponde lo stagista.

«Non intendo se ti trovi bene nell'usarla. Non ho dubbi, è una montblanc. Voglio dire, come te la sei ritrovata sulla scrivania? La penna è mia.»

Stefan scruta attentamente la stilografica. Ha sempre pensato che la montblanc fosse un regalo del padre. Lavorando tutti i giorni fianco a fianco con Mercedes, pure lui ha cominciato a riscrivere la realtà secondo le proprie esigenze. Per questo non è più certo che la penna sia sua.

«Non importa.» La voce di Stefan non è quella di rassegnata di sempre, «Non c'è un "la penna è mia o la penna non è tua". Non importa.» Stefan riconosce una semplice verità: c'è chi nasce per essere come Mercedes e chi per essere Stefan. Non vale la pena vendere l'anima al diavolo per cambiare categoria. «Rassegno le mie dimissioni.»

La montblanc sparisce come per un trucco di magia, così come Stefan. Ogni volta che uno stagista molla la spugna, Mercedes si sente mancare il terreno sotto i piedi. Sono i giorni in cui si mostra più disponibile, quasi tenera, nei confronti degli altri dipendenti. Sono i giorni in cui è lei a chiamare Baby Lynn, sua figlia manca da casa da circa una settimana.


BABY LYNN P.O.V.

Mercedes è convinta che io sia andata via per una breve vacanza. Non è propriamente una bugia. Bayou Peaks è la cittadina sul mare distante un giorno di viaggio da Winter Spell. Partendo da casa bisogna superare Spring Bell, che proprio per la sua posizione centrale è soprannominata "Terra di Mezzo", e dopo un'altra mezza giornata si arriva a Bayou Peaks. Se vogliamo approfondire, sono venuta qui per rintracciare Jameela e non, come crede mia madre, perché avessi nostalgia dell'estate a Miami.

«Se metti il perizoma usa la crema vaginale o ti vengono le infezioni.» I grandi consigli di Mercedes! Scosto la tendina alla finestra della camera che ho affittato nell'unico ostello di questa cittadina dimenticata. La spiaggia che si sviluppa fra i bracci del freddo oceano assomiglia più a una distesa paludosa, come quelle del delta del Mississippi dove i veri Bayou (letteralmente "tortuosità" nella lingua dei nativi americani Choctaw) sono di acqua dolce. Da queste parti la presenza di una foresta a mangrovie, che unisce gli argini del mare ai due picchi gemelli che lo sovrastano, rende invece salata l'acqua. Però adesso sapete perché l'hanno chiamata Bayou Peaks. Almeno non ci sono gli alligatori come in Louisiana. «No, non penso che farò il bagno.»

Mercedes è felice di come si sia risolta la questione dei CAPS, neanche fosse stata una vittoria personale contro la scuola. Ricordo ancora come si fosse infuriata alla notizia che avrei ripetuto l'anno. Il progetto CAPS ha mostrato i suoi punti deboli, le sue storture, ed è definitivamente arrivato al capolinea, non ne sentiremo parlare mai più. Non conosco bene tutti i particolari, ma so che è stato Lomax a gestire da solo la situazione. Ci sarebbe da gioire, se non conoscessi il prezzo che abbiamo pagato per arrivare a questo punto. Spero avrà modo di illustrarmi come ha fatto. Spero avremo modo di rivederci. Questa settimana di lontananza mi ha fatto capire che non serve scappare dai problemi. Bisogna affrontarli in faccia, a muso duro.

«Questa musica spacca,» faccio al locandiere quando gli consegno la chiave della camera. Ogni volta che esco devo passare da lui. Alza lo sguardo dal bancone come se la mia voce l'avesse urtato peggio di un corriere al semaforo. Il suo grugnito mi è testimone che non gliene può fregare di meno di Brighton Rock trasmessa alla radio. Voglio credere che non gli stia simpatica perché indosso una magliettina ricordo di Winter Spell e lui potrebbe appartenere alla tifoseria degli Spring Bell Lakers. Lo lascio al suo nulla cosmico ed esco.

Sono trascorsi un paio di giorni da quando Willy e Billy mi hanno dato un passaggio fin qui, due giorni in cui ho cercato di ritrovare Jameela. Pensavo di passare inosservata, ma è difficile quando sei l'unica forestiera in una piccola comunità chiusa al mondo. Qui non c'è nulla di sospetto, se non l'intero paese, i suoi abitanti ostili che ti guardano in cagnesco e il cielo costantemente plumbeo.

Come tutte le mattine respiro l'acqua salmastra della baia e faccio una passeggiata sul molo paludoso. Sull'acqua ferma sono ormeggiati i pescherecci degli abitanti e un solo grande yacht che deve essere appartenuto a un ricco straniero, a giudicare dal ponte prendisole mangiato dalle termiti. Ai tempi in cui Mercedes era una bambina, Bayou Peaks era frequentata da molti turisti per le gite primaverili. Ora rimangono soltanto gli ombrelloni scoloriti sulla spiaggia. Dell'antico campo scout sono rimaste le tende di un'area picnic, mentre l'acqua dello stagno si è insinuata oltre la recinzione del parco divertimenti sedimentando sulle giostre abbandonate. Le corsie dei carretti di una fattoria hamish sono state adibite a "Luogo dei Baci", ma nessuna coppia di turisti viene più a baciarsi sotto lo striscione. Mi chiedo come facciano i negozi di souvenir a rimanere aperti.

La gente spesso dimentica che anche a New York c'è il mare fin quando non avverte l'odore salmastro. A Bayou Peaks tendi a dimenticare i picchi appuntiti della montagna fin quando non viene a pungerti la nebbia che scende dall'alto. Se non facesse freddo prenderei un gelato al chiosco. Infilo le mani in tasca, dal porticciolo percorro la passeggiata sul molo fino alla terrazza che, come un piano superiore, si affaccia sulla sponda. Se Maometto non va dalla montagna... Sì, mi sto mettendo in bella mostra. Strategia suicida? Non so che altro inventarmi per attirare l'attenzione di Jameela. Spero solo di non fare la fine dello squalo spiaggiato che nessuno si cura di portar via dal litorale.

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora