NEVER GIVE UP #5

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BABY LYNN P.O.V.

Il nostro turno è finito ma Justin Ward non ha intenzione di andarsene. Dice che non sono le lancette dell'orologio a stabilire quando sei un CAPS e quando smetti di essere un CAPS. Lo sei dal primo momento in cui vieni scelto, fatto che porta con sé obblighi e responsabilità. Per questo ha intenzione di stendere un rapporto sulla facilità con cui abbiamo aperto gli armadietti grazie al mio intervento su instagram, e dopo fare un altro giro per vedere se la situazione è cambiata. «Ho un'etica io, Baby Lynn» mi dice con un tono di superiorità, sottolineando quanto si senta importante per il fatto di portare quella divisa. È questo l'effetto che fa il bracciale della Cerchia? No, non può essere la stessa cosa. Non lo accetto! Se Justin Ward vuole perdere tempo dietro a queste stupidaggini, faccia pure. Io ho dato per oggi. Riconsegno la divisa ed esco dalla Harper, come fossi in fuga.

«Ferma là! Non ci scappi!»

All'esterno vengo braccata da Barbie e Chloe. Mi hanno aspettata per rapirmi e portarmi al Midnight Sun, la beauty farm di Winter Spell. È specializzata in trattamenti con i fanghi, massaggi, agopuntura e lampade abbronzanti total body. Ed è proprio qui che stiamo andando. Invidiose della mia abbronzatura da sole naturale, Barbie e Chloe hanno deciso di lavorare un po' sulla tintarella grazie a un piccolo aiuto. Ci sono solo due lettini solari quindi io dovrei aspettare il mio turno, anche se non ne sento il bisogno. La mia pelle è ancora abbastanza dorata. Ma sono le ragazze a chiedermi di essere presente. Hanno paura da quando Jimmy ha fatto vedere loro Final Destination 3. Ci credo! Di quel film non ricordo praticamente niente, fatta eccezione di quella scena quando le due ragazze ochette senza cervello si squagliano vive in quella specie di bara solare!

Così eccomi qui. Barbie e Chloe stanno cuocendo da un quarto d'ora più o meno, e sembra che nessuna forza maligna si stia mettendo all'opera per ucciderle in un curioso incidente. Ho le cuffie nelle orecchie mentre ascolto a tutto volume Angel of the morning, sottolineando il mio ruolo da angelo custode. Non posso fare a meno di sorridere. In un tempo che sembra lontanissimo, prima che nella nostra vita entrassero cose come i CAPS o persone come Minimal Jack, prima che rischiassimo di perdere il controllo della nostra mente grazie a WIZ, prima di quel terribile video che mi ha spinto al suicidio, io e le ragazze passavamo pomeriggi interi così. E non parlavamo di come salvare il mondo o di come impedire una dittatura similmilitare a scuola. I nostri discorsi erano semplici, di una semplicità quasi disarmante. Parlavamo dei miei casini con Matt, delle spacconate di Jimmy, dell'amore per la musica di Chloe, della passione di Chris per il nuoto, della voglia di Barbie – condivisa da tutti noi – di scappare il più lontano possibile da Winter Spell una volta finito il liceo. Chi sapeva allora come sarebbero andate le cose? Nessuno. Ma in fondo, nessuno lo sa mai.

A lavoro concluso le ragazze mi chiedono se ho voglia di un sushi. Voglia? Io nel sushi mi farei anche il bagno! Barbie e Chloe si danno una rinfrescata e in men che non si dica siamo al tavolo, pizzicando con le bacchette un numero indefinito di Hosomaki e California Roll. Nel locale riecheggia un ritmo incalzante. Attivo il mio shazam che, in pochi secondi, mi suggerisce il titolo: Hitohira No Hanabira degli Stereopony. Per un attimo penso a Lomax e alla discussione che abbiamo fatto la prima volta che ci siamo visti con Lester, al VIX, sull'importanza delle app come shazam per lui che odiava il mondo digitale. Dopo penso al Lomax di adesso, così a suo agio nel postare storie su instagram o fare shopping su youshop, che però non si fida di me tanto da darmi la combinazione del suo armadietto. Ma questo pensiero dura solo un attimo. Non voglio rovinarmi questo bellissimo pomeriggio. Nella mia testa immagino un montaggio da film, con noi tre ragazze protagoniste. La musica in sottofondo è perfetta per questa scena: noi che mangiamo, noi che scherziamo, noi che ci facciamo selfie, noi che ridiamo come se non ci fosse alcun problema al mondo.

La canzone rallenta e si spegne, lasciando il posto a qualcosa di completamente diverso. Qualche cliente si è lamentato del casino, sottolineando di essere venuto a pranzo per gustarsi non solo il cibo ma anche l'atmosfera da antico e sacro Giappone. Il gestore lo accontenta mettendo su musica tradizionale, pur sempre piacevole ma meno divertente. Barbie a quel punto prende la parola, chiedendo se siamo pronte per la grande festa di Halloween che come da tradizione la Cerchia organizza allo Speaky e che è stata sempre una grande occasione per stare insieme. Fino all'anno scorso e fino al mio intervento, ovviamente. Ecco perché è così importante che la festa di quest'anno sia strepitosa e che tutti, proprio tutti della Cerchia, partecipino.

«Sarà una festa al cento per cento NO CAPS!» sentenzia Barbie. «Fatta eccezione per Baby Lynn!» interviene Chloe fulminandola con gli occhi. Non che ce ne sia bisogno, non mi sono offesa. «Ovviamente Baby Lynn è inclusa! Ma Baby Lynn è prima di tutto della Cerchia, non dei CAPS!» Barbie è dolcissima nel tentativo di rimediare alla sua gaffe. «Ed è meglio mettere le cose in chiaro,» continua, scaldandosi: «perché questa, ormai, è diventata una questione di noi contro di loro. La festa di Halloween non sarà semplicemente un successone. Sarà un messaggio da mandare a tutti, forte e chiaro: o state con noi, quelli che vogliono salvare la Harper, o state con loro, che vogliono distruggere la Harper. Questa non è una gara di popolarità! Questa è una guerra!»

Barbie ha pronunciato il suo monologo con tutto il fiato che aveva in corpo. Beve un sorso d'acqua per riprendersi, lasciando me e Chloe senza parole. Mi sto rendendo conto che in qualche modo, da quando abbiamo iniziato questa battaglia, stiamo correndo il rischio di dimenticare chi sia il vero nemico: non i CAPS in sé, che sono studenti come noi, quanto piuttosto il sistema che ha creato i CAPS. Dobbiamo trovare un modo di ricordarlo a tutti, e di ricordarlo a noi soprattutto.

«Volete conoscere il mio ultimo pervertito?»

Chloe riesce brillantemente a superare l'imbarazzo del momento. Dopodiché tira fuori il cellulare e apre il suo instagram. Da sempre Chloe è oggetto di numerose molestie da diversi contatti, che sembra non abbiano mai visto una ragazza felice di mostrare le sue gambe o una camicetta slacciata che lascia intravedere il seno. Le battute, i commenti, una serie di pervertiti che mandano e chiedono foto. Tutto questo ci fa sempre ridere. So bene che non dovremmo prenderla così alla leggera, ma proprio non ci riusciamo. Nessun commento potrà toglierci la voglia di mostrarci per come siamo. E se un uomo si sente in dovere di mandare a Chloe una foto del pene, lei si sente in diritto di ridicolizzarlo come meglio crede. Così Barbie, così io.

«Calzini,» commenta Chloe, facendoci leggere il messaggio: «questo qui vuole i miei calzini usati, pieni di sudore dei mie piedi. Ed è disposto a comprarmeli. E neanche per poco: mille dollari almeno!»

Ma che passa nella testa di certi uomini? Vorrei proprio saperlo. E mentre me lo chiedo, al mio cellulare arriva un messaggio di Lomax. Dice che deve parlarmi, è molto importante. Fisso le parole sullo schermo, cercando di capire come rispondere. Dopo tutto il silenzio di questa mattina, ora vuole parlare? E di cosa? Si aspetta che io sia a sua disposizione? Quando vuol parlare lui allora devo esserci e quando io gli chiedo qualcosa può sparire? Calma... calma... non devo fare lo stesso errore con i CAPS: il problema non è Lomax ma la situazione che lo ha portato a comportarsi così. Devo risolvere la cosa, prima che si aggiungano altri carichi emotivi.

«Oh, a proposito di Lomax: ma quando cambierai il tuo status in "impegnata"?»

Grazie infinte Barbie!

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