WONDERKID #9

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La prima prova di venerdì è semplice, una passeggiata. Letteralmente. Ad una ad una le candidate sfilano in passerella, con grazie ed eleganza. Ondeggiano i fianchi ipnotizzanti a ritmo di musica. Calzano vertiginosi tacchi che rimbombano con fare feroce. Giovani donne sicure di loro stesse, indossando costumi da bagno a figura intera o bikini.

Il tutto accompagnato dal rumore più patetico che il mondo può offrire: il verso del maschio con l'acquolina in bocca. Sedute qui, in mezzo al pubblico, io e Mary ne stiamo sentendo di tutte i colori. Dal "io quella me la scopo!" a "sto sbavando per te, amore!", da "prenditi il mio numero" a "vuoi camminare a casa mia?", il tutto accompagnato da ululati e nitriti bestiali.

«Quanto sono minuscoli.» Il commento di Mary è fin troppo diplomatico. Io avrei detto molto di peggio. «Gli uomini non capiranno mai il vero senso dei Beauty Contest. Credono sia una gara a chi è la più figa, a chi ha il corpo più snello, come se a una donna servisse questo per sentirsi appagata. Vorrei tanto che capissero la verità che sta dietro questi momenti. I Beauty Contest sono i momenti in cui le donne affermano senza paura di sentirsi a proprio agio nel loro corpo. In barba a tutta una generazione di filtri instagram e ritocchi digitali. Io sono così, mi piaccio così e sono bella così.»

Mary è davvero brillante. È anche per questo che sono contenta che Barbie partecipi visto il suo brutto passato con l'anoressia. Un passato che sembra molto lontano, ora quando guardo la mia bellissima amica in tutto il suo splendore che avanza verso di noi sorridendo, in un bikini lilla. Scelta di colore originale che si fa notare, e penso che i giudici apprezzeranno. Soprattutto il giudice numero due, che nel suo profilo facebook ha diversi mazzi di lillà regalati a sua moglie. Una brava amica è una stalker a disposizione, quando serve.

Barbie sta andando benissimo, e i versi attorno a lei non la infastidiscono. Rimane concentrata sul suo obiettivo e non si lascia distrarre dagli animali in sala. Confermo a Mary le sue paure. Certe cose gli uomini non le capiranno mai.

«Nemmeno Lomax?»

Ecco... sapevo che prima o poi avrebbe pronunciato quel nome... Lomax è un caso a parte, è sempre stato un caso a parte. Credo che la sua sensibilità gli permetterebbe di capire certe sfumature. Il problema è se arriveremo mai a fare questo tipo di conversazione, o un'altra qualsiasi.

«Fra me e lui,» dico a Mary, in confidenza: «le cose sono sempre state o molto semplici o molto complicate. Ora siamo in uno di quei periodi complicati. Forse il più complicato finora, perché non stiamo insieme ma non siamo neanche amici. Ci parliamo di nuovo, ci scriviamo di tanto in tanto, studiamo con gli altri. Siamo anche usciti a prenderci un caffè qualche volta. Ma sempre molto trattenuti. Come se i discorsi seri fossero banditi. Non so come andrà a finire. Vorrei tanto saperlo. Vorrei che il periodo semplice arrivasse il prima possibile. Qualche volta mi chiedo se non sia colpa mia. Se non debba fare qualcosa per...»

Mary si chiede perché mi sono incantata. Mi chiede perché sto zitta. Cosa dovrei fare. In questo momento non riesco a pensare a nulla, tranne al viso che ho scorto fra la folla degli arrapati. Un viso che mi sembra di conoscere bene. Provo a cercarlo di nuovo, ma niente. È sparito. Ma era lui?

No... non è possibile... non può essere lui... perché dovrebbe essere qui?

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora