SAFETY FIRST #2

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BABY LYNN P.O.V.

Ci mettiamo una vita dalla fermata dello scuolabus alle scalinate della Harper. Gli studenti sono incolonnati in file scomposte che si affollano verso l'entrata, dove gli ingressi sono contingentati. Il motivo di una tale inaspettata lentezza mattutina viene spiegato dalla voce di Jenna, la segretaria del preside, ai megafoni: «Qualsiasi studente che sia trovato nell'edificio scolastico con un'arma da taglio o, peggio, da fuoco, sarà trattenuto dal personale di sicurezza dei CAPS e consegnato alle autorità.»

Ci manca solo il filo spinato e la nostra scuola diventa una vera zona di guerra. Io sono una CAPS, ma ricevo la bella notizia come tutti gli altri quando viene il mio turno di entrare. Dopo la preoccupante ondata di violenza giovanile delle ultime ore, la detective Marshall ha fatto installare i metal detector alle porte d'ingresso. Vengo dopo il didietro da sogno di Mary, le sue cosce di rovere passano fra le colonnine di metallo senza problemi, fa il dito medio ai CAPS, aggressiva nella sua veste tribale dai colori mimetici. Quando io metto piede dentro, l'allarme scatta immediatamente.

Vengo circondata da una truppa di CAPS. Sanno che sono una di loro, anche se non ho ancora infilato la divisa. Mostro loro la catenina di metallo al collo, mi fanno segno di passare. «Su, andiamo» dico a Mary, stranita come me nel vedere i CAPS così solerti nelle perquisizioni, con le ceste di ferro pronte a raccogliere eventuali oggetti sospetti. «Ci manca solo che ci obblighino a mettere la mano sul cuore e a cantare l'inno americano come alle elementari,» le dico contrariata. «Deve esserci lo zampino di Justin Ward. Quello stronzetto deve avere avuto un'infanzia triste.»

Sono talmente irritata da non essermi accorta che Mary sta scuotendo la testa per zittirmi. «È alle tue spalle,» mi dice. Nei film la ragazza nella mia situazione ignora l'avvertimento e si volta solo all'ultimo. Del resto, solo nei film succede che quando parli male di una persona quella si trova dietro di te. «Vuoi forse dirmi che non è come sembra?» il tono di Justin Ward è più odioso che mai. «La Marshall richiede rispetto, obbedienza e studio. Se non esistessero minacce alla nostra sicurezza, non dovremmo farvi marciare con una disciplina di ferro.»

«Guarda che io sono una CAPS!» Me ne pento subito dopo. Effettivamente sono una di loro, ma anzitutto sono la leader della Cerchia. In ogni caso avrebbero dovuto avvertirmi prima. «E quelli che perquisite come criminali non sono nemmeno i peggiori studenti della Harper.»

«Sono quelli con i voti peggiori, questo è sicuro.» Cosa ha detto? Voglio sperare che i professori non abbiano condiviso i voti con i CAPS prima delle pagelle solo per aiutarli a individuare potenziali "sospetti" di atti criminosi. «Pensi di sapere tu come fare?» Mi provoca. Devono ancora scriverlo il libro in cui l'assassino è il lettore, ma sono certo che voi vogliate strangolare Justin Ward tanto quanto lo voglio io. «Se fossi davvero brava a proteggere i tuoi allora non avremmo dovuto adottare queste misure estreme. Che poi, voglio ancora vederci chiaro. In fondo gli unici testimoni degli attentati sono state le vittime, nessuno ha visto niente...»

«Stai insinuando che ci siamo inventati ogni cosa?» Mary mi trattiene prima che mi scagli addosso a Justin. Sento pulsare ogni singola ferita che mi sono procurata con le schegge di vetro quando mi hanno aggredita in casa. «Rimangiatelo, o giuro che ti faccio ingoiare il criceto della sala di scienze.»

«Portami le foto degli assalitori e allora ti crederò.» Justin Ward si allontana camminando all'indietro lungo il corridoio, mentre ripete il mantra della Marshall: «rispetto, obbedienza e studio.»

All'uscita della scuola convoco tutti i membri della Cerchia nel nostro quartier generale, la saletta privata dello Speaky. «Avanti, quella del 12 dicembre è solo una festa come tante.» Jimmy non si rende conto della gravità della situazione. «Se il preside non vuole la festa, nessuno ci vieta di farla qui allo Speaky.»

«Non è una festa come le altre, Jimmy.» Il tavolo di legno a noi riservato è rotondo, ma ogni volta che parlo è come se fossi al capotavola. «In linea di principio è giusto rivedere le azioni dei Padri Pellegrini sulla base di quello che è stato scoperto. Pensavamo fossero santi e invece erano cannibali. Il politicamente corretto è uno scrupolo di correttezza, ampiamente condivisibile se vogliamo, ma le premure dei CAPS ci dimostrano che nasconde nuove insidie. È una nuova forma di discriminazione. Se non contestualizziamo le circostanze che costrinsero i Padri Pellegrini a nutrirsi di carne umana, ognuno può darne l'interpretazione che vuole. Sono questo genere di applicazioni che mi spaventano. La data di fondazione di Winter Spell è la data più importante delle nostre vite, non riesco a immaginare la nostra città senza il 12 dicembre. Pensateci, sin da bambini ciascuno di voi ha almeno un ricordo felice legato a questo giorno. Se non riusciamo più a riconoscere il contesto del passato, basta un sindaco, un preside, uno studente abbastanza suscettibile per cancellare un'intera tradizione, e per portarci via una parte importante della nostra vita.»

Forse non ho detto tutto alla lettera. Però è il discorso che mi sono preparata. Ad ogni parola che ho pronunciato, non ho guardato i loro volti. Tenevo bene in mente quello di Justin Ward. Siamo diventati la sua ossessione, sono certa che non ci dorme la notte. Beh, non ha ancora visto nulla.

«Per quanto mi riguarda, io ho solo un brutto ricordo del 12 dicembre. Ed è l'unico ricordo che vorrei cancellare.» Non ho fatto breccia nel cuore di Chloe. Anzi, ho riaperto una vecchia ferita. Il 12 dicembre dell'anno scorso è stato l'inizio del suo incubo, quando per vendicarmi ho sganciato la famosa bomba digitale che, nel caso specifico, ha fatto sapere a tutta la scuola che Chloe aveva una relazione con il fratellastro e che faceva la escort al Censored Inn.

«So che è colpa mia,» le dico mentre stringo la sua mano nelle mie. È un discorso chiuso, ma ne paghiamo ancora le conseguenze. «Ci abbiamo messo una pietra sopra. Voi mi avete perdonata, come io ho perdonato voi per quello che pensavo mi avevate fatto.»

«Già!» è il commento stizzito di Chris. «A proposito. Alla fine hai scoperto chi ha messo online il tuo deepfake?» Il famigerato video che mi ha fatto intraprendere il tortuoso cammino della vendetta, il video che ha creato Wiz Girl, e che dopotutto mi ha trasformato nella persona che sono oggi. No, non ho ancora messo le mani sul responsabile.

«Non è un argomento all'ordine del giorno.» Devo fare il punto. Questo è il momento decisivo. Il momento in cui la Cerchia può fare la differenza. «Quello che ciascuno di noi ha passato l'anno precedente dimostra una cosa. Siamo stati sempre sulla bocca di tutti, gli Olimpi della Harper, la verità profonda è che a lungo non abbiamo mai avuto la possibilità di esprimerci veramente per quello che eravamo. Abbiamo sbagliato, è vero, ma gli sbagli non si cancellano con decisioni sommarie e sbrigative. Gli sbagli sono fatti per rimanere come moniti verso il futuro. Gli errori commessi potevano essere sfruttati per farci perdere il potere che abbiamo avuto per tanto tempo. E invece la Harper ci ha perdonati. Guardateci, siamo ancora qui, siamo ancora noi la Cerchia. I nostri compagni non hanno fatto pressione per eliminarci, ed è nostro compito esercitare l'influenza che abbiamo per salvarli dal condizionamento dei CAPS. Possiamo imparare dai nostri sbagli, fare in modo che chi verrà dopo di noi sia meglio di noi. La Cerchia che verrà può fare di meglio che combattere per un pugno di like e condivisioni, potrà essere un vero esempio da seguire. Se ciò sarà possibile dipende da noi, riuniti qui, dalla Cerchia di oggi. E il nostro terreno di battaglia è il 12 dicembre. Se perdiamo la nostra festa, perderemo il nostro futuro.»

Ho dimenticato Justin Ward. Li ho guardati tutti negli occhi. Uno per uno. Li ho convinti. Sono dalla mia parte. Salveremo il 12 dicembre! Sono ancora la leader. E Jimmy è sempre Jimmy: «errori, perdono, persone migliori... da quando sei così smielata?»

Non penso neppure a una risposta. Il mio sguardo si posa su Lomax, seduto accanto a me. Anche lui mi guarda, sorridente, con gli occhi lucidi. Jimmy scaccia l'aria intorno a lui: «bah, tesorucci, trovatevi una stanza!»

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora