WINDS OF WAR #3

26 6 1
                                    

«Cosa state nascondendo?» Vengo colta da un magone e mi stringo agli altri della Cerchia, ci addossiamo verso la parete dietro al lettino di Barbie. Per farci più paura la detective Portia Marshall poteva giusto puntarci contro la pistola. E non che non lo avesse già fatto con la sottoscritta.

«Non posso allontanarmi dalla città senza che voi non riusciate a combinarne una delle vostre?» Avevo sentito dire che la Marshall si era presa delle ferie arretrate, per me era stata una scusa del distretto per allontanarla dopo il fallimento del progetto CAPS di cui era responsabile. Si fionda nella camera d'ospedale con un giubbotto da motociclista sulla camicetta aderente e i jeans strappati, più agguerrita che mai. «I miei colleghi in centrale hanno vuoti di memoria su fatti gravissimi. Tipo corruzione e contraffazione di denaro. Qualcuno ha persino proposto di liberare Hunter Mills.»

Chloe si porta le mani sulla bocca e impallidisce. Chris le passa un braccio intorno alle spalle.

«Gli schedari informatici non contengono più nulla sul suo conto. Fedina penale pulita. Magia? Io non credo. Se non ci fossi stata io, avremmo uno stupratore a piede libero, e Dio solo sa quanto bene ho voluto a Mills. Veniamo a noi.» Mani sui fianchi. I capi le hanno detto di tenersi lontana dalla Harper, ma non è una alla quale si può dire di mollare l'osso. «Voi c'entrate qualcosa. Vi ho sentito macchinare prima che entrassi. Quello che sta succedendo è molto strano, e la Cerchia ne è coinvolta. Ma soprattutto la manipolatrice per eccellenza.» Non mi punta il dito addosso, è chiaro di chi parla.

«Siamo innocenti, detective Marshall.» Matt è il primo a difendermi, lui ne sa qualcosa di condanne ingiuste. Chris dà manforte al suo migliore amico: «abbiamo una certa esperienza con gli hacker pazzi che vogliono manipolare studenti. Quella di quest'anno si chiama Minimal Jackie. Prima che me lo chieda, no, non è uno scherzo.» Chloe è invece quella che va in soccorso del fratello: «le basti sapere che stiamo combattendo la stessa battaglia, detective. Per una volta siamo dalla stessa parte.»

«Il nemico del mio nemico è il mio nemico. È così che si dice?» Lo scherno della Marshall mi dice che non vuole fidarsi, che non può.

«Sono stata una CAPS.» Ci voltiamo tutti verso Barbie. «Mi ha conosciuto, detective. Sa che tipo di persona io sia. Se non crede alla Cerchia, creda a me.» La Marshall non è tipa da farsi impietosire dal dramma di Barbie, ma non è la strada che la mia migliore amica ha intenzione di percorrere. La sua voce è ferma, e la Marshall la ascolta attentamente. «Il suo lavoro alla Harper High School, l'addestramento CAPS, sono stati più utili di quanto lei pensa. Per me almeno. Ho sempre visto il suo operato come un lavoro scultoreo. Lei non ha mai risparmiato sulla materia per fare uscire il meglio di noi, ma si è impegnata sodo per toglierci gli strati di marmo che avevamo addosso, per liberare quello che esisteva già sotto la superficie. La mia forza c'era già, bisognava solo farla uscire. Lasci che le ricambi il favore, detective. Ho una storia da raccontarle...»

Barbie impiega meno parole di quelle che avrei usate io. Dal coinvolgimento finanziario del clan Margheriti nel progetto CAPS ai subdoli interventi di Minimal Jackie per coltivare alla Harper le menti fertili di Grace. Nulla rimane fuori. Quando la detective Marshall ha un quadro chiaro della situazione, penso che le roda maggiormente il fatto di essere stata sfruttata senza saperlo dalla folle Jackie per i suoi loschi scopi. «Vi credo.» Non era abbastanza pazzesca la nostra storia? «Ho visto con i miei occhi di cosa è capace quella diavoleria... Grace, avete detto? Vi aiuterò a fermarla.»

Sento le sirene di un'ambulanza allontanarsi dall'ospedale. Non siamo a Los Angeles dove è normale beccare cadaveri e polizia a ogni angolo di strada, ma devo dire che negli ultimi due anni l'indice di criminalità della nostra città è schizzato alle stelle. «Vi ho sentito dire che siete in cerca di un informatico in gamba,» la Marshall incrocia le braccia sul petto e solleva una mano per pizzicarsi il mento: «so io chi fa al casto nostro!»

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora