"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro dell'universo." La frase di Albert Einstein che tutti i calendari riportano associato all'appuntamento della Rampage Shield mi fa pensare a quanto sia vero che, se vuoi nascondere bene una cosa, devi farlo sotto gli occhi di tutti.
Non è una vera convention quella che la Rampage Shield ha allestito negli esclusivi spazi noleggiati nell'ala est del Googol Palace. La musica cambia in tutti i sensi, non vengo più stordita dai Napoleon Records ma caricata a palla da Anarchy Burgers dei Vandals trasmessa in filodiffusione. Gli ambienti hanno tonalità verde allucinato, i monitor alle pareti trasmettono gli irrintracciabili video Vimeo di collettivi hacker come Occupy, protetti da maschere rituali giapponesi, che lanciano i loro proclami contro la disuguaglianza economica e sociale.
Non potevano sbandierarlo ai quattro venti, ma quello che si tiene nei luoghi riservati dalla Rampage Shield è un CTF, acronimo di Catch the Flag, "cattura la bandiera". Il CTF è l'Olimpiade degli Hacker per eccellenza. Ci sono due competizioni principali: quella per white hat e quella per black hat, a loro volta divisi in squadre. I white hat sono quelli che compiono attività lecite di hacking, eseguono attacchi solo per studiare le debolezze e gli exploit di protocollo di un'organizzazione, magari per informarli dei loro problemi di sicurezza e vulnerabilità, e si dividono in sezioni come sneakers, red team e tiger team. I black hat sono per antonomasia gli hacker malevoli che violano illegalmente sistemi informatici pur senza ricavarne un vantaggio personale, al livello avanzato diventano black hat SEO quelli che padroneggiano tecniche che vanno contro il regolamento dei motori di ricerca e dello stesso Google. Questi hacker vengono detti black perché si muovono contro l'etica hacker, ma io non li considero criminali, anche loro rispettano il codice morale alla base dell'hacking: mai hackerarsi fra di loro.
Dal momento che nessun hacker si fida mai davvero di un altro hacker, e ciascuno di loro mira ad avere il totale controllo come Dio in Terra, la CTF è un'occasione speciale per vedere white hat e black hat di tutto il mondo sfidarsi per vincere prove difficilissime a base di ingegneria inversa e scienza forense.
Mi riscaldo partecipando a qualche girone di qualificazione nel mondo dello 0 e dello 1. Vado forte nelle pratiche di hacktivism, ovvero quelle azioni di disobbedienza civile trasformate nei loro equivalenti digitali in rete. Le tecniche minori prevedono l'invio massivo di e-mail di partecipazione (l'esplosione del mail-bombing) o petizioni on-line come sostituti del volantinaggio di strada e del banchetto delle petizioni. Io mi faccio ispirare da Justin Ward: i suoi graffiti non sono male, lui si crede un tipo in gamba, ma dovrebbe vedere il defacciamento temporaneo che opero sulla home page della ditta rifiuti di Winter Spell. Ho "sfregiato" (è questo il vero senso del defacing o defacement) il loro sito con un tazebao infantile per burlarmi del loro operato scadente. Un cracker avrebbe potuto circuire i dati delle carte di credito, che vedo inseriti sulle pagine interne del sito, e operare un ricatto, ma la mia azione è solo frutto di propaganda ideologica, per questo colpisco gli arbitri più del mio sfidante, il quale preferisce bucare il sito del municipio con il suo controllo occulto solo per spammare elementi pubblicitari. Il suo operato richiama l'attenzione del webmaster comunale, che prima gli scrive intimidendolo e dopo gli fa cadere la connessione. Lui perde, io passo il turno.
Ai quarti di finale sono alla guida di un netstrike, il corteo telematico di protesta che sostituisce la manifestazione di piazza, dove coordino un attacco informativo di massa non invasivo contro il sistema dei trasporti di Spring Bell: moltiplico le connessioni temporanee al sito elettronico rallentandone l'attività fino a bloccarlo del tutto. La gara della semifinale mi vede invece impegnata nel cybersquatting, un'attività illegale molto cara all'hacktivismo e che ricorda l'occupazione coatta dal vivo di stabili in disuso: mi approprio del dominio elettronico corrispondente al marchio commerciale di Wolfie, le mie amate barrette di cioccolato, e tutti i pagamenti online vengono trasferiti su un fondo di beneficienza e senza scopo di lucro nato doto l'apocalisse digitale del 9 maggio.
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WIZ BLONDE (Completata)
Novela JuvenilBaby Lynn è tornata! In seguito ai misteriosi fatti legati a WIZ l'intero anno scolastico è stato cancellato. Tutti gli studenti sono costretti a tornare sui banchi di scuola. Baby Lynn ha imparato che tutti meritano una seconda possibilità. Forse q...