WONDERKID #10

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FREDDIE LOMAX P.O.V.

So che non dovrei attardami oltre. So che non dovrei nemmeno esserci mai venuto in un ospedale presidiato da mafiosi. Sta di fatto che le parole di Donald mi hanno turbato. Sono ancora in auto. Quando decido che è l'ora di andarmene e metto in moto, spengo nuovamente il motore. Non ho voglia di farmi notare dalla truppa di italoamericani che si allontana a gruppi disordinati dall'ingresso principale del Winter Spell. L'orario delle visite è finito, così tutti a casa. Solo un paio di sgherri minori rimangono a piantonare il piano terra.

I mafiosi non godono della mia posizione privilegiata al parcheggio. Da questo punto non riesco a vedere soltanto l'entrata frontale ma anche quella di servizio. Non vedono come me la donna che furtiva passa alle loro spalle. La faccia è coperta per metà dai vistosi occhiali da sole viola con la sottile bordatura d'oro. Ad avermi attirato è stato però il brillio dei suoi orecchini di diamante. I sandali aperti con la zeppa slanciano le gambe formose di questa signora di mezz'età e le inarcano i reni in maniera inaudita mentre prende la porta sul retro e si volatilizza all'interno dell'ospedale. So che non dovrei trattenermi più del dovuto, ma non posso lasciare che Klara commetta una pazzia.

Conosco la strada. Avevo già imboccato le rampe di scale secondarie per evitare di prendere l'ascensore e imbattermi nei gangster. Arrivato al quarto piano, socchiudo la solita porta per spiare in corsia. I dottori sono in pausa pranzo, gli ospiti sono stati tutti allontanati. Chino in avanti, attento a non far rumore, attraverso la sala d'attesa e raggiungo il corridoio delle terapie intensive.

«Sei un bastardo.» La voce di Klara non è solo rotta dal pianto, è incrinata da una pericolosa isteria. Guardo nella finestrella che dà sulla camera di Bobby Bello. L'uomo è coperto dalle lenzuola, gli occhi chiusi e le flebo infilate nelle narici. Donald tenta di calmare la moglie. «Non fare stupidaggini, Klara. I picciotti sono andati a prendere un caffè. Tra qualche minuto saranno di ritorno. Vuoi farti trovare così? Sai cosa ti farebbero?» Trovarla come? Le braccia della donna sono tese verso la pistola che stringe con entrambe le mani puntandola contro il marito. Un'arma dotata di lungo silenziatore metallico. Pur se è la moglie del boss, gli uomini di Donald non esiterebbero a eliminarla se mettesse in pericolo la vita del loro caporione.

«Non mi importa di morire a questo punto.» Le dita tremano, fanno tintinnare i bracciali con le icone di Duke Ellington e pure la canna rischia di detonare da un momento all'altro. «Mi lasci a casa da sola per giorni e vieni qui a scoparti la prima sgallettata che ti fa gli occhi dolci?»

«Perché lo stai facendo?» Donald perde la calma. Non teme che sua moglie possa far fuoco. «È solo una delle tante. Sai che non è la prima, e non sarà l'ultima. Non significa nulla per me. Conti solo tu, Klara.»

Mi sento male al pensiero di cosa abbia spinto una signora rispettabile come Klara ad abbassarsi a quel livello. Donald si sbagliava su di lei. Si sbaglia su di me. Sono un uomo migliore di quello che pensa.

«Klara non sta veramente parlando della moglie di Bobby» dico entrando nella stanza. Klara punta la pistola su di me. Poi di nuovo sul marito. Io avanzo con molta calma, tenendo le mani in vista. «Klara ce l'ha con te per vostro figlio. Jack Boy è quasi morto di overdose.» Klara annuisce un singhiozzo dopo l'altro, a Donald mancano le parole. «Io... io non lo sapevo.... perché non me l'hai detto, amore mio?»

«Perché tu non chiedi mai di tuo figlio, Donnie. Stai sempre fuori, al Mad Cow, con i tuoi uomini, non sei mai a casa, e non vedi cosa hai fatto al nostro Jack.» Gli occhi verdi di Klara contrastano più che mai con la carnagione bianca ora che sono arrossati dal pianto. «Fra tutte le donne che potevi avere, ti sei impuntato su Linda. Dovevi per forza toglierla a tuo figlio, eh? Spero che tu sia contento. Ci sei riuscito, e adesso per colpa tua Jack Boy sta morendo!»

Donald non prova neanche più a disarmarla. Forse, per la prima volta in tutta la sua vita, si rende conto delle sciocchezze che ha commesso. Di come stia mandando in fumo tutto quello che ha costruito per un insignificante capriccio. «Puoi perdonarmi? Tornerò a casa. Rimetterò ogni cosa a posto.»

Non so fin quanto Donald sia sincero, devo provare a farla ragionare prima che sia troppo tardi. «Dagli una possibilità, Klara. Abbassa l'arma.»

«Dai retta a Freddie, lui sa quello che dice.» Donald le si fa sempre più vicino. «Ricordi il nostro primo appuntamento al 6302 di Hollywood Boulevard a Los Angeles? Farò riaprire il New York Pizza solo per noi due. Spaghetti al sugo e limoncello, la tua cenetta preferita. Dopo partiremo insieme a Jack Boy, andiamo in una spa, faremo cure del corpo. Personal trailer, dieta, chirurghi, tutto quello che desideri.»

Neanche il vestito più austero di Klara può nascondere o contenere il suo ampio seno colmo di qualità materne. Quando sussulta dentro il vestito, capisco che è la volta decisiva. «Non ti credo più.» Klara spara. Donald è abbastanza vicino da spingerle le braccia verso l'alto. Il colpo sordo partito dal silenziatore finisce sulla lampada sospesa. Rimbalza sulla parete. Rincula verso il paziente sul letto. Bobby Bello spalanca gli occhi, sgrana la bocca in un cavernoso, lunghissimo respiro, e poi muore.

Solo ora Klara si rende conto di quel che ha fatto. Ha ucciso un uomo, è diventata un'assassina. Solleva le spalle trattenendo il respiro, le rilascia per urlare a squarciagola. Donald è lesto da afferrarla, stringerla fra le braccia e a tapparle la bocca con la mano. «Scappa, Freddie. Ho già rovinato la vita di mio figlio. Non voglio avere sulla coscienza anche la tua.»

Afferro la maniglia seguendo il mio istinto. Mi blocco. Sono il testimone di un omicidio, se varco quella porta non potrò più tornare indietro. Interpello Donald con il mio sguardo: «cosa farai?»

«Quello che ho fatto sempre. Proteggerò la famiglia.»

Ci guardiamo un'ultima volta. Lascio la stanza, abbandono l'ospedale. È veramente finita? O è solo l'inizio di un nuovo incubo?

CIAO A TUTTI!

Forse è vero che i problemi sono come le ciliegie, o le patatine fritte! Non fai il tempo a gustartene una che subito ne arriva un'altra! Minimal Jackie sembra così lontana, mentre Jack Boy e Donald Margheriti sono diventati il problema principale. Riuscirà Jack Boy a evadere dal tunnel di disperazione? Riuscirà Donald Margheriti a uscire da questa spinosa situazione?

Ma soprattutto: come mai Donald Margheriti è così interessato a Freddie Lomax? Il buon Freddie Lomax, l'innocente, quello che porge sempre l'altra guancia? Cosa Donald Margheriti riesce a vedere in lui?

Passando poi a problemi più leggeri: riusciranno questa volta gli studenti della Harper a prendere il diploma senza macchinazioni o cancellazioni? Riuscirà Barbie a conquistare la corona di reginetta? Riuscirà Baby Lynn a deporre l'ascia di guerra e non cercare più situazioni pericolose dove infilarsi?

Tanti problemi, tanto da scrivere! Ciliegie e patatine, dicevamo!

Come al solito vi invito a scrivere e commentare! Come sempre vi ricordo che potete ascoltare la colonna sonora dell'episodio su Spotify (link sul mio profilo) e potete seguirmi su Instagram (link sempre sul profilo).

Domani inizia un nuovo episodio! Un abbraccio!

BABY LYNN

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