SAFETY FIRST #8

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BABY LYNN P.O.V.

Poco prima di entrare in palestra, Barbie riceve una chiamata dal dottor Hawkins. Mi chiede scusa e si allontana. Ho il tempo di riconoscere Justin Ward all'ingresso della sala. È l'unico CAPS in divisa questa sera, addetto a controllare la lista dei presenti. Un compito che gli impedisce di prender parte alla festa. Non voglio si creino altri dissapori. Non ha più senso continuare questa guerra. Mi avvicino e gli chiedo scusa: avrei dovuto considerare di più il suo valore nella scelta del nuovo membro della Cerchia. Ormai è fatta, però. Proviamo ad andare avanti? A buttarci il passato alle spalle?

Justin mi riserva tutto il disprezzo possibile nel suo sguardo. Dice che per nulla al mondo abbandonerà il suo posto. Essere un CAPS è l'unica cosa che gli rimane, e non permetterà a nessuno di portarglielo via. Nemmeno alla Cerchia. Questo è il suo lascito, il suo grande contributo. Mi congeda con un "divertiti" e torna a controllare la sua lista. Nessuno dica che io non ci ho provato.

L'ultima volta che la palestra della Harper High School era stata allestita per ospitare il ballo, era scoppiato il finimondo. Avevamo combattuto contro Minimal Jack e de-manipolato i nostri compagni zombieficati dall'app di WIZ. Una grande vittoria, per la quale siamo stati "ricompensati" con l'obbligo di ripetere l'anno. Per fortuna questa volta ci siamo risparmiati lo stand dei fumetti con Simon Murphy armato di pistola.

I presenti si assiepano al buffet di prodotti italiani sponsorizzati dal VIX. Riconoscono molti ragazzi che attualmente militano fra le fila dei CAPS ma vedendoli in abiti informali con sciarpe dai cuori rossi, costose catene d'oro, collane con denti di squalo e persino collane primavera, tutti sono convinti che siano in libera uscita. Non sospettano che sono gli "agenti in borghese" mandati a tenerci d'occhio. Ho dovuto accettarlo, o niente ballo del 12 dicembre. Gli insegnanti sono in forze ridotte, fra di loro c'è il signor Mills, di sicuro è lui a monitorare i CAPS infiltrati.

L'area concerto è affidata ai Lockdown, in pianta stabile sul palco dell'orchestra a deliziarci con le note del loro repertorio, da Believer a Fuck the Police. I follower più accaniti si provano a imitarli con la air guitar in prima fila. Una fangirl sviene ai loro piedi, un'amica la sorregge e le fa aria servendosi di attrezzi rubati dal kit per batteria.

L'ohwurm è quando una canzone ti entra in testa e non smetti più di canticchiarla. Sono in ohwurm con Love Story di Taylor Swift mentre mi guardo intorno, la festa è coloratissima, bellissima. Barbie mi raggiunge con una splendida notiza. Il dottor Hawkins ha confermato che si è trattato di un semplice caso di disidratazione. Tutto va a meraviglia. Sono felicissima. Vorrei dirlo a tutti. Vorrei dirlo a Lomax...ma lui non c'è. Non è ancora arrivato. Strano.

«C'è un problema all'ingresso.» Mary è corsa ad avvertirmi. Non abbiamo neanche cominciato, che i guai ci raggiungono. Robert Myers, l'ex bullo della Harper, la prima pesante espulsione dei CAPS, è entrato alla festa. Pur se ci troviamo all'interno dell'edificio scolastico, si tratta di un evento pubblico. Non posso impedirgli di partecipare. «Sono contenta di vederti, ma la festa è solo per gli studenti della Harper,» gli dico portandolo in disparte, nella speranza di essere convincente. Mi rivolge un sorriso cordiale, mi lascia di stucco e si incammina verso la zona centrale come cercando qualcuno.

Teddy Sullivan si paralizza sulla pista vedendo Myers venirgli incontro. Teddy era la sua vittima preferita, diventato suo malgrado la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso portando all'espulsione di Myers. «Non sono qui per farti del male,» gli dice Robert Myers, a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti quelli vicini. «Sono qui per chiedere il tuo perdono, Sullivan. Sono stato uno stronzo.» Teddy non sa bene come reagire, potrebbe essere l'esca per un nuovo scherzo. Si fida del mio cenno di assenso, accetta le scuse di Myers. Tanto è bastato, il bullo grande e grosso si allontana verso il buffet. Tutti hanno assistito, compresi i CAPS in borghese, quelli che pensano che tipi come Robert Myers non meritino una seconda occasione.

I membri della Cerchia mi circondano, sono tutti allegri. Chris tiene in mano il cellulare, è in videochiamata con Matt, collegato dalla sua cella e osservato dalle guardie. Chloe mi spiega che è stato l'ennesimo favore ottenuto per intercessione di Connie Morrison. «Sono felice per voi. Il 12 dicembre è il nostro grande evento. Siete stati grandiosi.» Jimmy gli fa giustamente notare che ci manca moltissimo. «Non dovrete aspettare molto. Vi chiamo per dirvi che il giudice ha firmato l'ordine di scarcerazione. Il giorno di Natale potrò tornare a casa.» In due settimane lo rivedremo, a stento riusciamo a trattenere il nostro entusiasmo.

Mi stacco da loro, non perché non condivida la stessa felicità, ma perché a differenza loro devo tenere d'occhio ogni minimo dettaglio. Ho detto a Robert Myers che il ballo è riservato agli studenti della Harper, e non è un ragazzo della nostra scuola il bel tipo seduto al bancone dei drink che chiede la password del wifi per il suo cellulare.

«Jack Boy! » Battiamo le nocche dei pugni per salutarci.

«Non sono mai stato al ballo della mia scuola. Da quando nei giorni scorsi sono venuto alla Harper per sorvegliare mio cugino Freddie, mi è venuta una certa nostalgia.»

«Sei il benvenuto.» Due pesi, due misure. So di non essere onestissima. Però Jack Boy ci è sempre stato quando ne avevamo bisogno, il cervello di Robert Myers non riesce invece ad andare oltre a un paio di birre. «Linda non è con te?»

«Sta studiando per gli esami del semestre. Non vuole fare figuracce, dato che sono i primi.» Di scatto gira la testa dall'altro lato. Due ragazze vicino a noi stanno facendo un selfie, lui non ama comparire nelle foto. «Anche se mio padre sa già dove mi trovo, meglio non lasciare troppe tracce in giro.»

Mi accorgo di non averlo mai visto stare molto tempo al cellulare. Mi spiega che, nonostante suo padre Donald investa molti soldi in tecnologia, di famiglia non si sono mai fidati molto.

Il nonno di Jack Boy era un immigrato di Ellis Island. Quando era scappato dalla Sicilia, aveva trovato in America un mondo pieno di novità, si era subito fatto stregare dal mondo del cinema. Però le novità che scoprì erano anche le novità alle quali si era fermato. Suo nonno non ha mai imparato a leggere e scrivere in inglese, si è arricchito, era in mezzo a Cosa Nostra. Una parola che mi fa correre un brivido lungo la schiena, colpita dalla semplicità con la quale Jack Boy la pronuncia. Mi racconta che prima di trasferirsi a Spring Bell il nonno comandava il New Jersey, aveva comprato intere palazzine e non pensava nemmeno che dentro la Statua della Libertà ci si potesse entrare. Il figlio Donald ha preso da lui questa lentezza nel progredire (almeno quando non si parla d'affari) e l'ha trasmessa al figlio. Probabilmente i suoi coetanei in Sicilia sono più social addicted di quanto non lo sia lui negli USA. «Abbiamo compagnia,» dice interrompendosi a metà.

Nel gergo criminale la "compagnia" sarebbero gli "sbirri", ma Jack Boy si riferisce alla formosa ragazza che ha origliato la nostra conversazione e deciso di intromettersi: «sapevate che la Statua della Libertà è stata costruita da un inventore francese e portata a New York pezzo per pezzo?» La studentessa con il caschetto nero è Gloria Ford, quarto anno. Si atteggia con fare provocante verso Jack Boy, spingendo le labbra in fuori come Marilyn Monroe.

«Sapevi che la statua del Toro di Wall Street è stata costruita da uno scultore siciliano?» le domanda Jack Boy. Lei scuota la testa e il caschetto, assumendo un'espressione di finta fragilità e disperato amore. «Di notte aveva piazzato la scultura del toro di bronzo sulla Square. Giusto un'operazione di marketing. In quei giorni i mercati finanziari erano in un periodo di vacche magre, è il caso di dirlo. Quella mattina le cose cambiarono. La mattina in cui i broker di Wall Street trovarono un toro sulla loro piazza, le borse erano in rialzo. La polizia voleva multare l'artista e rimuovere il toro, ma gli squali della finanza li fermarono. Il toro era diventato il loro portafortuna. E da allora non si è più mosso da Wall Street.»

Jack Boy si alza, come se volesse improvvisamente cambiare aria. Non è un mutamento repentino, ho visto che Gloria gli palpava la coscia sotto il tavolo, avvicinandola pericolosamente al cavallo dei suoi pantaloni. Lui è fedele a una sola donna. «Attenta,» dice alla ragazza, che sta per accendersi una sigaretta, «chi gioca con il fuoco finisce per bruciarsi.» Gloria preme la rotella dell'accendo, si diparte una fiammata che quasi le brucia il nasino e la fa sussultare. Mentre mi accompagna via Jack Boy mi spiega che quella ragazza non si era accorta che l'accendino avesse la leva del gas spinta al massimo, come se non avesse mai fumato prima. «E ti confesso che essere così fico comincia a pesarmi.»

Ridiamo. Arrivati vicino al palco dei Lockdown gli chiedo se ha visto Lomax. «Siamo arrivati insieme.» Questa sì che è una bella notizia. «Mi ha lasciato al bar, ha detto che voleva prima passare dal suo armadietto...»

WIZ BLONDE (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora