Capitolo 1

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La mia vita è noiosa, ne sono pienamente consapevole, è un dato di fatto.

E no, non è una frase dettata dalla disperazione del momento o dalla riflessione di una ragazza che se ne sta seduta sul suo letto a guardare il soffitto a fare letteralmente nulla, è solo la dura e cruda realtà dei fatti.

Quando per tutta la vita qualcuno ti limita e pretende la perfezione da te, la tua vita diventa come già scritta, tutto ad un tratto non sei tu a narrare la tua storia, a decidere per te, diventi l'attrice protagonista che segue il copione che le viene dato e che è scritto da un'altra persona. Diventi una marionetta.

Essere la figliastra del giudice Milton Kostner, uno degli uomini più importanti di Manhattan, da sempre è stata la mia rovina, lui non può e non deve essere messo in imbarazzo in nessun modo.

Mia mamma, Jennifer, ha conosciuto Milton quando avevo poco meno di tre anni, mio padre era morto da poco e lei non poteva occuparsi di me da sola, non aveva nessuno, Milton ha preso lei e me sotto la sua ala protettiva, così diceva lei, io ho sempre pensato invece che ci abbia prese per poi metterci in una gabbia fatta di finto oro. È riuscito a far credere a tutti che fossi sua figlia, biologica intendo, perciò mi sono ritrovata dall'essere Avalyne Graves ad essere Avalyne Kostner e no, non ho cambiato cognome, semplicemente hanno iniziato a usare quello di Milton e insabbiato il mio. La cosa mi pesa più di quanto dia a vedere. Qualche anno dopo nelle nostre vite è arrivata Taranee, mia sorella, figlia di mia madre e Milton.

Quando Tara ha compiuto quindici anni nostra madre se ne è andata di casa con un altro uomo, ci ha lasciato solo una lettera in cui in breve ci spiegava che non ce la faceva più a sopportare la situazione in cui viveva, si, al singolare, come se non la vivessimo anche noi insieme a lei, non poteva più fingere di essere perfetta o a modo come pretendeva Milton, non voleva più compiacere un uomo che non l'amava, come se lei lo amasse invece, che Milton amasse più se stesso, il suo lavoro, il suo nome e la sua posizione sociale non era un segreto, aveva aggiunto di aver conosciuto un uomo e di essersi innamorata, che con lui non doveva fingere di essere qualcuno che non era. Non le si poteva dare torto, però l'abbiamo odiata, eccome se l'abbiamo odiata. Perché? Perché avrebbe potuto e dovuto portarci con se, invece no, lei si è liberata della gabbia che la circondava, facendo stringere le nostre ancora di più intorno a noi.

Milton è diventato più esigente, io e Tara siamo praticamente due sorvegliate a vista, dobbiamo stare attente a non dare troppo nell'occhio, a non frequentare gente fuori dai nostri canoni, come direbbe lui, a non frequentare posti poco raccomandabili, dobbiamo studiare, frequentare le persone che sceglie lui, andare a feste esclusive dove ci sono politici, giudici, senatori con i propri figli e chi più ne ha più ne metta.

Ora, Tara è pur sempre sua figlia e con lei è leggermente più malleabile, da me invece pretende l'assoluta perfezione, credo mi odi e non perché gli abbia fatto qualcosa in particolare, ma perché gli ricordo il mio defunto padre che conosceva e stimava poco, e perché gli ricordo la donna che l'ha sposato, accollato un problema e poi è fuggita con un altro uomo. Io ci provo a fare le cose come dice lui, per non dargli motivo di umiliarmi, per non dargli motivo di guardarmi come se fossi la persona peggiore del mondo, una nullità.  È difficile però quando hai una sorella che non fa altro che creare e cercare casini, perciò molte volte per coprire lei, mi prendo la colpa della metà delle cose che fa.

Quando mamma è andata via, ho promesso a me stessa che avrei protetto Tara ad ogni costo, mi sarei presa cura di lei, l'avrei aiutata e le sarei stata vicina sempre, perché lei non è come me, Tara è piccola, fragile e arrabbiata con il mondo, sono tutto ciò che ha.

Perciò come ho detto, la mia vita è noiosa, non avrei mai pensato quindi di ritrovarmi a scappare dalla finestra di casa mia come una ladra nel bel mezzo della notte con la mia migliore amica che avrebbe dovuto dormire da me, per andare a recuperare mia sorella da una festa e non una qualsiasi, ma una nel Bronx.

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