Sono cieca.
Questa è la sola cosa alla quale riesco a pensare quando mi sveglio, questa convinzione è dovuta al fatto che vedo tutto nero e non so se è perché effettivamente sono diventata cieca o semplicemente perché non riesco ad aprire gli occhi. La seconda opzione potrebbe essere quella più giusta dato che li sento pesanti e sento un martello pneumatico che mi perfora le tempie.
Morirò, ne sono sicura.
Non so con quale forza dopo vari tentativi riesco ad aprire gli occhi, so solo che mi ci vogliono un paio di minuti per riuscire a tenerli aperti, la luce mi da fastidio. Muovo leggermente le gambe per vedere se riesco ancora a controllare tutti i miei arti, mi rendo conto di si. Poi quando mi abituo alla luce, il panico di essere diventata cieca da spazio al panico del non sapere dove diamine mi trovo. Quando realizzo anche che sono in mutande e a coprirmi c'è solo una maglietta nera che mi sta larghissima, mi tiro su a sedere, chiudo subito gli occhi però per via del capo giro dovuto al movimento brusco.
Dove diamine sono?
Sposto le lenzuola ma nel farlo mi scontro contro qualcosa di duro ma allo stesso tempo morbido, non saprei come altro descriverlo, in più è caldo. Respiro a pieni polmoni due volte prima di decidermi a voltarmi e scontrarmi con la realtà.
«Oh mio Dio!» si, urlo, mi viene in automatico e lo faccio a pieni polmoni, nonostante la testa mi stia scoppiando, «Ti prego Dio, no.» piagnucolo, dato che accanto a me c'è Aiden in mutande che ha appena spalancato gli occhi terrorizzato dalle mie urla.
«Sono innocente vostro onore!» urla di rimando ancora assonnato tirandosi su a sedere con le mani in alto, poi mi vede, guarda prima me, poi se stesso, poi l'ambiente che ci circonda, poi ancora me, come se non capisse o non riuscisse a collegare qualcosa.
«Ti prego, dimmi che non è successo niente di ciò che penso Speedy.» piagnucolo ancora una volta passandomi le mani sulla faccia come se questo bastasse a cambiare la situazione, come se fosse un incubo dalla quale devo a tutti i costi risvegliarmi.
«E tu strilli così per questo?» mi guarda come se fossi pazza e come se la situazione in cui ci troviamo fosse normale, quando non lo è assolutamente e a me viene da piangere solo al pensiero di aver fatto qualcosa di folle della quale non mi ricordo neanche.
«Scusa se il pensiero che possa aver fatto qualche stupidaggine mi terrorizza.»
«Mi sono appena svegliato per via del tuo urlo, sono disorientato, forse disidratato, ho un mal di testa del cazzo e già partiamo con gli insulti?» borbotta portandosi una mano sulle tempie e fingendo di essere offeso.
«Non ricordo niente, dannazione.»
«Allora vuol dire che non è successo niente, perché se avessimo fatto qualcosa di sicuro te lo saresti ricordata, sono uno che lascia il segno Avie.» dice con un sorrisetto divertito ma anche dolorante perché credo che la testa gli stia scoppiando tanto quanto sta scoppiando a me.
Non reggo il suo umorismo al momento però perché c'è poco da scherzare.
«Non scherzare Speedy, non sono in vena.»
«Non vedo preservativi in giro, ho ancora i boxer e tu le mutande, per sicurezza controlliamo le lenzuola.» si alza mettendosi in ginocchio ed io come una stupida faccio la stessa cosa, butta a terra quelle che ci coprivano e insieme iniziamo ad ispezionare le lenzuola bianche.
Non so cosa stia cercando in realtà, però lo aiuto.
«Che stiamo cercando esattamente?» gli chiedo dopo svariati minuti di ricerca che per me insensata.
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CAIRO
RomanceIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...