Capitolo 39

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Ci sono giorni in cui lo senti dentro che la giornata non andrà per il meglio, hai la consapevolezza che sarà una pessima giornata ma che ti tocca comunque alzarti dal letto e affrontarla. È così che mi sono sentita non appena ho aperto gli occhi stamattina e a quanto pare il mio istinto raramente sbaglia, ne ho avuto conferma fino ad ora.

Volendo elencare precisamente cosa è andato storto da quando sono uscita di casa, l'ordine sarebbe questo: il cielo era limpido, nessuna nuvola grigia che potesse far capire che di lì a poco avrebbe potuto cominciare a piovere, poi però è successo ed io mi sono trovata sotto una pioggia terribile, sembrava volessero annaffiarmi dall'alto dei cieli. Mi sono rifugiata in una tavola calda, anche se il danno ormai era fatto, inzuppata come un biscotto mi sono avvicinata al bancone per ordinare un caffè latte, io che il caffè lo bevo raramente, avevo bisogno di carica però.

Risultato? Volevo solo sedermi al tavolo vicino alla grande vetrata per guardare la pioggia traditrice che però mi piace, a quanto pare però prima di uscire ho indossato il mantello dell'invisibilità alla Harry Potter, perché il cameriere non mi ha proprio vista e mi è venuto addosso, sono finita perciò con il sedere per terra e una macchia enorme dovuto al muffin che mi ha spiaccicato addosso. Sono dovuta quindi tornare a casa dove nel tragitto ho rischiato due volte di cadere e una di essere messa sotto una macchina.

Arrivata a casa Milton che era in dolce compagnia di alcuni suoi colleghi di lavoro, gentile come la spina di una rosa che ti si conficca nel palmo della mano mi ha fatto notare davanti ai due uomini quanto sono impresentabile.

Perciò esattamente non so cosa mi abbia convinta ad uscire stasera, non so se il mio è coraggio, voglia di sfidare la sorte oppure vera e propria stupidità.

Sono felice di vedere però che a quanto pare la giornata va male solo a me, in un angolo in fondo al locale ci sono Kenny e Brose che si stanno praticamente divorando la faccia a vicenda, così direbbe Aiden, che per l'appunto li sta guardando disgustato ma anche sollevato quanto me del fatto che a quanto pare hanno fatto pace e anche alla grande.

Tara non c'è, sono quasi sicura però che la sua reazione sarebbe stata tale e quale a quella di Aiden.

«E fu così che Raperonzolo e McChicken fecero pace e finirono di rompere il cazzo ai loro poveri e bellissimi amici.» dice Aiden, quasi come se stesse leggendo la fine di una favola.

«Dovresti dedicarti a scrivere favole per bambini, Speedy.»

«Non credo, nella mia versione di favole ci sono tante scene vietate ai minori.» risponde con un ghigno divertito, ghigno che conosco molto bene.

«Come non detto.»

«Possibile che deve sempre fare il coglione? Sto iniziando a pensare che l'hanno adottato.» ogni traccia di divertimento è svanita dalla voce di Aiden, sembra arrabbiato, «Questo o ha qualche difetto di fabbrica, sennò non si spiega.» continua a borbottare, «Si può fare causa a chiunque abbia dato in adozione un coglione del genere?»

Non voglio guardare nella direzione in cui sta guardando Aiden arrabbiato, perché so di chi sta parlando e so che molto probabilmente qualsiasi cosa stia facendo mi ferirà. In questi giorni sono arrivata alla conclusione che purtroppo questa è l'unica cosa che Phoenix continua a fare, continua a ferirmi e so anche che gli ho dato io il potere di farlo innamorandomi di lui, che non lo fa di proposito, che è così che lui è, non conosce altro modo di essere, altro modo di fare.

Poi però decido di voltarmi, perché io sono così, affronto la realtà per quanto dura sia, per quanto possa arrivare a ferirmi. Come avevo predetto la scena che ho davanti mi spezza il cuore in mille pezzi, provo una morsa allo stomaco che a stento mi permette di respirare. Goldy è seduta sulla sua gamba destra mentre Judith sulla sinistra, lo toccano dappertutto e lui le lascia fare, addirittura sorride, non è un sorriso che coinvolge gli occhi però, è quasi sadico, compiaciuto e malizioso. Goldy gli sta baciando il collo quando Judith si china su di lui per premere le labbra sulle sue, si baciano proprio qui, davanti a me, davanti a tutti.

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