Capitolo 12

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Non mi evita, nei giorni seguenti Cairo non mi evita come mi sarei aspettata, anzi tutt'altro, quando stiamo insieme mi provoca, mi sfiora e mi fa perdere la testa, io non sono da meno. Ci sono stati altri baci dopo quel giorno, quasi tutti rubati in realtà.
Ciò che è bello dura poco però dato che quando Cairo mi ha chiesto di andare al club questa sera e gli ho risposto che non potevo, mi ha risposto con "la tua amica bocca larga l'ha appena detto a Aiden, divertiti a quella festa per ricconi, ti sentirai a tuo agio tanto quanto mi trovo a mio agio io in mezzo alle cosce di Goldy".

Ci sono rimasta male? Si. Non gliel'ho data vinta però e ho preferito non rispondergli.

Alla "festa per ricconi" non ci vado di mia spontanea volontà e no, non mi diverto. Come sempre mi guardo intorno, dico le solite cose, interagisco con le solite persone, seguo il mio copione di figlia perfetta.

La figlia trofeo che una volta tornata a casa vale meno di zero.

«Stavolta non ti chiamo per Tara né per me.» nessun ciao, nessun che fai, sono queste le parole che mi rivolge Kenny quando rispondo alla sua videochiamata.

«Anche perché come vedi siamo sane e sobrie.» mia sorella si spiaccica al fianco di Kenny ed effettivamente entrambe sembrano star bene, inizio a preoccuparmi lo stesso però.

«Ti chiamiamo per Aiden.» torna a parlare Kenny e ora la preoccupazione si può leggere anche sul mio viso.

«Che è successo a Aiden?» mi affretto a chiedere, ansiosa come sono il mio cervello ha iniziato a fantasticare miliardi di scenari.

«Nulla ma credo abbia bisogno di te.» risponde Kenny ed io continuo a non capire, se avesse avuto bisogno mi avrebbe chiamato, «Brose dice che non tira aria buona da queste parti oggi.»

«Credi possa mettersi nei guai?» gli chiedo perché dalle sue parole deduco questo.

«Non lo credo, lo vedo.» risponde, «E poi non è il solito Aiden.»

«Il tuo spasimante non sta messo meglio.» s'intromette Tara e no, talmente sono preoccupata che neanche ci penso a riprenderla sul "tuo spasimante".

«Cerco di venire.»

«Ti aspettiamo Avie.»

E no, non cerco, ci vado, mi dileguo con una scusa e me ne frego del fatto che molto probabilmente tornata a casa Milton mi farà la sua solita ramanzina. Voglio sapere che sta succedendo.

«Sei arrivata in tempo, vedi se a te da ascolto quel coglione.» Kenny mi indica con un dito Cairo nero di rabbia che discute con una persona che non conosco.

Non capisco perché pensi possa dare ascolto a me, non credo funzioni ma tentar non nuoce.

«Ragazzina stagli alla larga, pensi che ce ne stai qui fermi per vederci la bella, goderci lo spettacolo? Lo conosciamo ed è meglio stargli lontano ora.» mi consiglia Bobo ma io non lo sento neanche, mi avvicino a Cairo che sembra sul punto di distruggere tutto.

«Phoenix vieni via.» la mia voce è ferma, non si direbbe lo stesso del mio corpo, ho le mani che mi tremano leggermente, sarà l'adrenalina non lo so.

Si volta di scatto verso di me e nel suo sguardo non ci vedo nulla di buono.

«Tu che cazzo vuoi?» alza la voce e sussulto solo per un attimo, poi mi arrabbio anch'io perché non sono venuta qui per farmi trattare male o farmi urlare addosso.

Come pensavo.

«Che c'è, sei sordo? Ti ho detto di venire via.» gli rispondo a tono scandendo bene le parole.

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