Non mi è mai piaciuto chiedere favori, tanto meno chiedere aiuto, non mi sento a mio agio nel farlo. Rimugino almeno mille volte su cosa potrebbero rispondermi, mi sento un peso ancor prima di chiedere qualcosa, qualsiasi cosa sia. Diciamo che quando si impara a contare solo e principalmente su se stessi, viene naturale voler riuscire a fare tutto da soli.
Perciò venire al club stasera per chiedere un favore a Phoenix, mi è costato più di quanto voglia ammettere.
Il problema è che mia sorella mi ha chiesto di andare a una specie di serata di beneficenza organizzata dal suo ragazzo e alcuni suoi colleghi. Non ricordo per cosa sia la beneficienza, il mio cervello ha smesso di funzionare al "Puoi portare Caiden, se vuoi... Ah, quasi dimenticavo di dirti che molto probabilmente ci sarà Crudelia versione maschile"
Crudelia versione maschile è suo padre. Milton. L'uomo che ha contribuito a rovinare, in un certo senso, buona parte della mia vita e che non vedo da quando ho messo piede fuori casa sua. E, onestamente, avrei preferito continuare a rimanere su quella strada, ovvero non vederlo, né sapere niente di lui.
Avendo già accettato l'invito, per di più in presenza, non me la sentivo di rifiutare. Kenny mi ha detto che continuo ad essere troppo accondiscendente, io però non ho accettato per accondiscendenza e neanche per via delle buone maniere.
Ho accettato perché voglio varcare la soglia di quella porta mano a mano con Caiden e mostrare a Milton che ho vinto io, che il dolore non mi ha spezzata, che loro non l'hanno fatto e che da tutta quella storia sono stata l'unica a ricavarne qualcosa di buono.
In realtà non sono proprio l'unica, anche Phoenix, ma la cosa è diversa.
Comunque gli ho chiesto di accompagnare me e Caiden. Perché è vero che voglio affrontare a testa alta Milton e il resto dei suoi amici, ma non voglio farlo da sola. Ho fatto già tanto da sola, questo voglio farlo insieme a lui.
Se ci andassi da sola, sparlerebbero maggiormente. Se ci andassi con Phoenix, invece, sparlerebbero comunque ma almeno avrei lui con me.
La cosa può sembrare stupida ma non lo è per me, è vero che i loro commenti non mi toccano minimamente e che se mi dicessero qualcosa sarei benissimo capace di rispondere a tono per rimettere chiunque al proprio posto. È solo che ho bisogno di sostegno. Di lui.
Non mi aspettavo minimamente però che avrebbe rifiutato, che mi avrebbe voltato per l'ennesima volta le spalle. E sono stata stupida perché me lo dovevo senz'altro aspettare ma a quanto pare non imparo mai.
«Non verrò, ho dato la mia parola, Avalyne.»
Sono state le parole che mi ha detto quando gli ho spiegato la situazione e poi gli ho chiesto di accompagnarmi.
E quando armata di pazienza e dopo aver calato la maschera per celare la delusione, gli ho domandato: «Che significa ho dato la mia parola? E a chi, poi?»
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CAIRO
RomanceIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...