Capitolo 22

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Il vento mi scompiglia i capelli mentre la neve si posa delicata in mezzo ad ogni ciocca, scuoto la testa per farla cadere via quasi ogni tre secondi, ad occhi esterni avrò sicuramente un'aria buffa

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Il vento mi scompiglia i capelli mentre la neve si posa delicata in mezzo ad ogni ciocca, scuoto la testa per farla cadere via quasi ogni tre secondi, ad occhi esterni avrò sicuramente un'aria buffa.

Sono anche piuttosto sicura di avere il naso rosso per via del freddo. Ha la stessa temperatura di un cubetto di ghiaccio.

Guardo mio figlio muoversi con un'energia invidiabile nonostante il freddo e la neve che cade leggera, ricoprendo tutto ciò che ci circonda.

Caiden ama la neve e spera che sia abbastanza fitta per poter fare un pupazzo di neve. Perciò sì, ci siamo portati dietro anche una carota e una sciarpa. Il cappello a forma di cilindro non l'ho trovato da nessuna parte, quindi mio figlio ne ha scelto uno dei suoi, nero semplice, gli metteremo quello se mai dovessimo riuscire a farlo.

«Possiamo installargli nel collo un GPS per non rischiare di perderlo?» Distolgo lo sguardo da mio figlio per portarlo su Aiden, ogni volta mi trattengo dal tirarmi un pizzicotto o due per accertarmi che sia tutto vero, per realizzare di averlo davvero davanti a me. «Perché mi guardi così? Con i cani e le macchine funziona.»

«È un bambino, Aiden.» gli faccio notare, riportando lo sguardo su Caiden.

Si sta stropicciando gli occhi con le mani coperte dai guanti. Poi riprende a giocare con uno dei bambini con cui ha appena fatto amicizia.

«Ed è anche mio nipote, ovvero la cosa più preziosa che ho. Non voglio rischiare di perderlo al parco.» ribatte risoluto, tant'è che mi giro un'altra volta verso di lui.

«Ma ti senti?» gli chiedo, «Tra poco mi chiederai di mettergli un guinzaglio...»

E dalla sua espressione credo proprio che ci abbia pensato. Incredibile.

«McChicken ha detto che esistono quelli per i bambini.» risponde, facendo spallucce. Lo guardo con gli occhi spalancati, perplessa.

«Dio, stavo scherzando!» dico, «Voi due siete completamente fuori di testa.»

Aiden e McKenna potranno pure insultarsi la metà del tempo che passano insieme e non andare particolarmente d'amore e d'accordo, però quando si tratta di avere idee assurde si appoggiano sempre e riescono a superarsi di volta in volta.

«Quasi non ci credo che quel bambino è l'essere minuscolo dell'ecografia.» dice, lanciando un'occhiata a Caiden. Sorrido.

«Non dirlo a me, partorirlo è stata una fatica enorme.» rispondo e solo al pensiero rabbrividisco. Certo, rifarei tutto un miliardo di volte, però cavolo, non posso negare di aver provato un dolore indescrivibile.

«Non riesco e non voglio immaginare la scena.» fa un gesto con la mano come per zittirmi e non farmi continuare a parlare del parto.

«Bene, non farlo.» gli dico, non riuscendo a trattenere una risata.

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