I giorni passano, così come le settimane e ne sono passate due dall'incontro inaspettato con Ade, l'aria al club si è fatta più tesa, lo vedo come i ragazzi sono sempre tutti in allerta, quasi come se potesse succedere una catastrofe da un momento all'altro. Mi chiedo spesso se anche dall'altra parte sia lo stesso, se anche nel club di Ade si respira la stessa tensione.
Per quanto riguarda me e Phoenix invece, pian piano stiamo trovando il nostro equilibro, passiamo più tempo possibile insieme e si arrabbia ancora quando per via di Milton - anche se non sa le motivazioni - non posso restare a casa sua o qualche volta non ci vediamo. Perciò sì, molto spesso discutiamo per via del suo carattere troppo irascibile e permaloso, se prima era un solo un mio pensiero, adesso so per certo che detesta i rifiuti.
Tutto sommato però le cose vanno meglio di quanto sperassi o potessi anche solo immaginare, certo, non mi dimostra affetto come fa Brose con Kenny, non abbiamo il tipo di relazione che hanno Wolf e Lali, però è Phoenix e io lo amo per ciò che è, amo ciò che siamo insieme e ciò che abbiamo.
Ora che Milton resta due giorni fuori città per esempio ho il via libera, perciò solo per stasera resto a dormire da lui, non voglio lasciare troppo tempo mia sorella da sola, anche se dubito che lo sarà per davvero.
Io e Phoenix di comune accordo abbiamo deciso di non uscire, anche perché ho davvero bisogno di studiare ed è ciò che sto facendo da più di un'ora ormai, ha cercato di distrarmi più e più volte però non rendendomi così le cose facili, tant'è che ad un certo punto ho dovuto spostarmi sul divano e lasciare lui nella sua camera da letto.
«Ti ci vuole ancora molto?» lo sento solo perché praticamente urla dalla sua stanza, è ovviamente spazientito, in realtà ho finito da una ventina di minuti però mi piace tenerlo un po' sulle spine.
Sapevo che non sarebbe durato poi molto, perché appunto, non è conosciuto per avere una pazienza di ferro.
«Purtroppo si.» dico a voce alta per farmi sentire, nel frattempo sghignazzo divertita.
Appena due minuti dopo sento i suoi passi e so che sta venendo da me, la cosa mi fa sorridere e non poco.
«Non te l'ho detto?» mi chiede non appena mi raggiunge, resta a distanza però e io faccio scorrere il mio sguardo su tutto il suo corpo.
Ha i capelli scompigliati e non indossa la maglietta come sempre quando è in casa, ha solo dei pantaloncini sportivi che lasciano intravedere la scritta dei suoi boxer, non mi sfugge neanche il ghigno che ha dipinto in faccia.
«Cosa?»
«In questa casa è vietato studiare.» dice, avvicinandosi con un sorrisetto che non promette nulla di buono, «E sai cos'altro è vietato?» mi chiede, nego con la testa e trattengo a stento un sorriso, «Stare con i vestiti addosso.» dopodiché vedo tutto capovolto, perché il troglodita mi carica di peso sulle sue spalle facendomi ridere.
«Phoenix mollami, devo studiare.» strillo senza smettere di ridere, mi dimeno un po' quando mi pizzica il sedere, so che mi sta portando in camera sua.
«Hai la testa su quei libri da quattro ore.» dice come se fosse qualcosa di orribile o un torto nei suoi confronti.
Quando arriviamo in camera sua, praticamente la poca delicatezza che di solito usa solo con me va a farsi benedire, perché mi lancia sul letto come se fossi un sacco di patate.
«Esagerato, un'ora e mezza al massimo.» gli dico guardandolo di sottecchi quando sale sul letto per avvicinarsi a me, ci mette poco ad intrufolarsi in mezzo alle mie gambe, «Hai bisogno di coccole? Potevi chiedere.»
«Ho bisogno di questo.» dice, spingendo il suo bacino in avanti, preme così la sua erezione in mezzo alle mie gambe, trattengo il fiato per qualche secondo, «Improvvisamente hai perso la voce?»
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CAIRO
RomanceIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...