Che sono orgogliosa non si può negare, perciò sicuramente conoscendomi dopo che Cairo mi ha detto che il suo bacio avrei dovuto sudarlo, per cogliere la sua sfida di solito avrei aspettato come un minimo due mesi, l'avrei fatto dannare. Però ho deciso di farlo subito, l'intenzione di farlo dannare non è cambiata però.
«Non era quello che mi aspettavo quando mi hai detto vediamoci.» sono le prime parole che dice non appena mi raggiunge nel luogo in cui gli ho detto di venire.
Non posso fare a meno di fargli una vera e propria radiografia, io a differenza sua però sono più discreta e non glielo faccio notare.
«Nella tua testa ero a casa mia che ti aspettavo sul letto in intimo e calze a rete? Mi dispiace deluderti.» e no, non lo dico con astio ma con vero e proprio divertimento, anche perché non sono tipo da calze a rete.
Non sarebbe bello passare la giornata a fargli la guerra o discutere, non è per questo che l'ho portato qui.
«No, niente intimo e calze a rete, ti immaginavo nuda.» ribatte prontamente con il suo solito sorrisetto facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Phoenix.» lo riprendo seppur divertita.
«L'hai detto tu, non io, dovevo correggerti.» fa spallucce come se niente fosse.
«Volevi che ti mostrassi una parte del mio mondo, accomodati.» gli indico il posto con un cenno del capo, so che molto probabilmente non capirà, però volevo portarlo qui.
«Una casa di riposo? Davvero?» infatti non mi sfugge la smorfia che fa, né il suo tono di voce, non mi offendo però, decido scherzarci su.
«Cos'è? Le persone anziane ti spaventano?» gli chiedo infatti con un sorriso divertito.
«Il contrario semmai, prenderanno le bibbie e i crocifissi in mano non appena mi vedranno.» le sue parole adesso mi fanno scoppiare in una vera e propria risata, lui mi guarda come se non mi avesse mai visto ridere e forse è davvero così.
Non posso negare di aver sempre fatto la stronza apatica in sua presenza, però è la mia corazza, il modo in cui cerco di tenere il mondo fuori.
«Non credi di essere un tantino esagerato?» gli chiedo quando finalmente riesco a tornare in me.
«Scommettiamo?» ed eccolo, io suo sguardo che si accende e la voce che mi sfida.
«Ci stai prendendo gusto con accordi e scommesse tu.» gli faccio notare e il suo sorrisetto mi fa capire che è proprio vero ciò che ho detto.
«Non mi prendo la responsabilità se qualcuno di loro ci resta secco.» mi dice indicando con un dito in modo annoiato la casa di riposo, che si ha un nome.
Faccio volontariato al GreenHouse da quando avevo quindici anni, è successo un po' per caso in realtà, cercavo un modo da evadere dalla prigione che era diventata casa mia, ho sempre avuto voglia di fare volontariato però, di aiutare qualcuno, di rendermi utile, perciò mi sono ritrovata qui e ho preso a cuore tutti loro.
«Andiamo va.» gli dico facendoli segno di seguirmi, insieme e in silenzio varchiamo il cancello.
Lo stabilimento è davvero molto bello, è una villa circondata dal verde, nel giardino sono situati tavoli con sedie e tante altre cose fatte apposta per ogni persona che ci vive qui.
«Vedi un po' tu se dovevo andare a finire in una casa di riposo.» trattengo le risate al suo borbottio solo perché non voglio sfidare la sorte, credo sarebbe capace di mollarmi qui e andarsene, io invece voglio vedere il modo di rapportarsi che ha con persone al di fuori del club.
«Ciao Martha.» saluto la donna che ha creato e gestisce questo posto.
Martha è una donna di più o meno cinquant'anni, è sposata e ha tre figli, ha i capelli castani e gli occhi marroni, è una delle persone più buone e gentili che io abbia mai incontrato.
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CAIRO
RomanceIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...