Epilogo

26.1K 1.3K 1.1K
                                    

1 ANNO E 3 MESI DOPO

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

1 ANNO E 3 MESI DOPO

Ciò che stiamo facendo va contro ogni etica e morale, ne sono sicura. Finirò per bruciare tra le fiamme dell'inferno.

Per il momento, però, sto bruciando tra le braccia di Phoenix, che si spinge dentro di me senza sosta, come se non ne avesse mai abbastanza. Letteralmente.

«Ti sto facendo male?» mi chiede, tra una spinta e l'altra. Mi tengo forte alle sue braccia e nego con la testa.

«No, niente dolore», rispondo velocemente, perché se non lo facessi si fermerebbe subito.
«Continua a muoverti».

«Fino a dieci minuti fa avevi paura che ci scoprissero». Decido di ignorare il timbro divertito della sua voce e di concentrarmi sulle sensazioni che sto provando.

«Ok, amico, ora che me l'hai ricordato cerchiamo di darci una mossa o verranno a cercarci», gli dico, allacciando meglio le gambe nude intorno al suo bacino per trattenerlo più a lungo dentro di me.

Dio, è una sensazione meravigliosa.

Phoenix però smette di muoversi all'improvviso e alza la testa per guardarmi negli occhi. Non sembra per niente contento e non lo sono nemmeno io dato che si è fermato.

«Come mi hai chiamato?»

«Perché hai smesso di muoverti?» chiedo, mi sento confusa e accaldata, forse anche frustrata.

«Avalyne, come mi hai chiamato?» domanda un'altra volta, uscendo del tutto e facendomi sentire completamente vuota.

Ecco qual è il problema, il modo in cui l'ho chiamato. Non capirà mai che 'amico' è solo un modo di dire, Aiden e gli altri lo dicono così tanto spesso che ormai qualche volta scappa anche a me. Ma Phoenix è insopportabile e pignolo.

«Amore, ho bisogno di venire e subito dopo di andare a lavarmi un'altra volta, per poi vestirmi», la percepisco io stessa l'urgenza nella mia voce, «Per favore».

«Vedi di non chiamarmi più amico, amore, altrimenti d'ora in poi dovrai soddisfarti da sola con le tue dita», mi minaccia prima di spingersi un'altra volta dentro di me. Trattengo il fiato.

«La fai proprio tragica, Phoenix», riesco a dire dopo qualche secondo, attenta a non lasciarmi sfuggire alcun gemito.«Sappiamo entrambi che non te ne resteresti buono a guardare».

Dopodiché nessuno dei due ha più voglia di parlare, è tutto un baciarsi, muoversi, spingere e accompagnare le spinte, stringersi fino a sentirsi uno solo e non più due persone separate.

CAIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora