Capitolo 51

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Ventidue anni non si compiono tutti i giorni e beh, Aiden li sta festeggiando in grande, come merita in realtà, soprattutto dopo ciò che ha passato dopo il ritorno di sua madre in questi giorni. È stato davvero difficile per lui, perciò questa serata se la merita proprio e sono felice di vederlo allegro e spensierato come era prima, almeno per una sera.

«Ecco qui il regalo più bello che ho ricevuto quest'anno.» Aiden si avvicina a me e mi avvolge il braccio intorno alle spalle, sotto lo sguardo di suo fratello, che lo guarda scocciato, «Vedi che belle cose che ti dico? Te l'ho detto che hai scelto l'Hoffman sbagliato.» sorride e fa un ghigno in direzione di Phoenix che questa volta gli fa proprio il dito medio.

«Ti prego, sì, hai ragione. Sposami, Speedy.» mi lancio su di lui che prontamente mi afferra per non farmi cadere, lo sento ridere e insieme a lui rido anche io.

«Mio fratello mi taglierebbe le palle con un machete e le darebbe in pasto ai miei graziosi pesci rossi, ci tengo troppo alle mie palle e ai miei pesci.» sulla sua faccia appare un'espressione addolorata, come se provasse dolore solo a pensarci e non ne dubito in realtà.

Sento Phoenix borbottare un "menomale che lo sai" e mi viene ancora di più da ridere.

«Allora vuol dire che non mi ami poi tanto come dici.» faccio finta di essere offesa e mi scrollo il suo braccio di dosso, lui però con un sorriso enorme mi prende il volto tra le mani.

«Credimi Avie, ti amo più di quanto dico.» dice, poi mi bacia la fronte facendomi sorridere.

«Sentimento reciproco, fratellone.» gli dico e potrei giurare di aver visto i suoi occhi diventare lucidi.

«Chiamami di nuovo così e perderò ogni traccia della mia virilità proprio qui davanti a tutti, sì Avie, piangerò e sarà tutta colpa tua.»

Non posso fare a meno di ridere, anche se in realtà prendo seriamente le sue parole, i suoi occhi parlano e sembra davvero commosso dal modo in cui l'ho chiamato.

Come se non sapesse già che lo considero praticamente mio fratello.

«Sei davvero teatrale, te l'hanno mai detto?»

«Se per teatrale intendi che gli attori di Hollywood possono baciarmi il culo, dato che li batto in bellezza, talento e lunghezza, allora sì, me l'hanno già detto e lo apprezzo.» fa spallucce ed ecco che compare il suo sorrisetto malizioso.

«Lunghezza, davvero?» sghignazza mia sorella, Aiden volta la testa verso di lei e so già che dovrei tapparmi le orecchie.

Dalle bocche di questi due, più quella di Kenny, non viene fuori mai niente di buono o tranquillo.

«Anche larghezza in realtà, vuoi verificare?» si avvicina a mia sorella che prontamente con un urletto si allontana.

«Ti prego Aiden, taci, non voglio vomitarti il mojito sulla torta.» Kenny si avvicina a lui, «Questo è il tuo regalo, poi non dire che ti tratto male.» gli porge con un sorriso la scatolina che ha in mano, Aiden la prende e la scarta con velocità inaudita.

«"Niente, proprio come hai detto tu"» legge ciò che c'è scritto sulla scatola accigliato, «Non è vero che ho detto di non volere niente.» poi apre la scatolina e rimane evidentemente deluso quando scopre che effettivamente dentro non c'è niente.

«Il regalo si chiama niente, davvero credevi di trovare qualcosa dentro?» gli chiede Kenny con le lacrime agli occhi dalle risate e non è l'unica a ridere in realtà.

«Sei una stronza.» Aiden le punta il dito contro facendola ridere ancora più forte.

«Una stronza che non è venuta a mani vuote, ecco, è questo il vero regalo.» gli porge un'altra scatolina che questa volta Aiden guarda dubbioso, poi però curioso come un bambino decide di aprirla.

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