Capitolo 25

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È la millesima volta in un ora che prendo a giocare con gli anelli che ho alle dita, sono nervosa e non capisco neanche il perché.

Non ero tanto propensa a venire al club stasera a dire la verità, la voglia di riabbracciare Aiden e di assicurarmi di persona che tutti e tre stiano bene però mi ha portata a decidere di venire. Ci sono molte persone, sembra quasi che siano mancati per un anno anziché per quattro giorni, questo mi porta a capire quanto questa gente tenga a loro, quanto dipenda da loro.

Me ne sto seduta con Kenny, Tara, Eulalia, Bobo e Dion, parliamo del più e del meno in attesa che quei tre si decidano a farsi vivi. Fortunatamente Goldy ha deciso di tenersi a debita distanza, mentre Spike mi ha fatto solo un occhiolino quando sono arrivata, non ho potuto fare a meno di notare l'occhiataccia che gli ha rivolto Wolf, che al posto di mettere i brividi a Spike, gli ha messi a me. Non capisco il motivo comunque dato che Wolf ed io ci siamo rivolti la parola forse solo due volte.

«Eccoli!» sento strillare da una delle ragazze, la loro presenza si percepisce ancor prima che entrino dato che una folla di persone si ammucchia verso l'entrata.

Mi sembra di assistere all'entrata di una boy band molto famosa o qualcosa del genere.

La prima cosa che noto subito è la chioma bionda di Aiden, spicca in mezzo alla gente e la cosa mi fa sorridere perché credo che li abbia tinti di un giallo così vistoso per questo, Aiden ama stare al centro dell'attenzione. Saluta tutti come se fosse la Regina Elisabetta e ha un sorriso enorme stampato in faccia.

Poi scorgo Ambrose, che ha il viso stanco ma anche lui dispensa sorrisi in giro, noto anche che si sta guardando intorno e sono quasi certa che stia cercando la mia migliore amica che a quanto pare però vuole farlo penare un po' dato che se ne sta seduta con le gambe accavallate, il drink in mano e lo sguardo su di lui che ancora non l'ha notata.

«Uccello di fuoco a ore dodici.» distolgo lo sguardo da loro, anzi, dalla continua ricerca di lui, per voltarmi confusa verso Kenny che con un cenno mi indica un punto preciso davanti a noi ed è in questo momento che lo vedo.

Dal momento in cui i miei occhi si posano su di lui praticamente tutto il resto scompare, non capisco come sia possibile una cosa del genere ma succede e basta.

«Come?» le chiedo, distogliendo lo sguardo da lui, non capendo il soprannome.

«Ucc-» cerca di ripetere ma la interrompo subito perché quello mi era ben chiaro.

«Quello l'avevo capito ma perché?» conoscendola so che rischio molto a porle questa domanda, vista la mente perversa che si ritrova.

«L'araba fenice viene anche chiamata uccello di fuoco e credo che il suo lo sia davvero, visto che ti sei invaghita così tanto.» mi spiega tutto con una nonchalance invidiabile e l'espressione indiscutibilmente seria.

«Tu non sei normale.» le faccio notare rossa in volto, lei se la ride e beve ciò che resta del suo drink.

Il mio sguardo vaga ancora una volta in cerca di lui e lo intercetto quasi subito, ci sono un sacco di persone intorno a lui, soprattutto donne che non fanno altro che toccarlo, abbracciarlo e baciarlo sulle guance, una anche all'angolo della bocca. Non so se Goldy l'ha visto, non so se si è avvicinata a lui mentre stavo parlando con Kenny. So solo che vorrei prenderlo e portarlo via, lontano da tutti, lontano da tutte.

«Pensi di restare qui seduta a guardare mentre lo palpeggiano o vai ad accoglierlo così marchi il territorio?» ancora una volta quella a distogliermi dai miei pensieri è McKenna che mi guarda con gli occhi socchiusi come se stesse studiando la mia reazione e in attesa di una risposta.

«Partendo dal fatto che non siamo cani.» inizio e lei alza gli occhi al cielo, «Non avrei comunque nessun territorio da marcare.» perché noi due a differenza di lei e Brose, non siamo una coppia.

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