Capitolo 45

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Ho pensato quasi per tutto il giorno a Aiden, mentirei se dicessi il contrario, ho provato a concentrarmi su svariate cose, sullo studio, su Netflix mentre cercavo qualche film da guardare, ho provato anche a cucinare cosa che di solito mi rilassa, ma il mio cervello continua a tornare sempre su ciò che mi è stato raccontato ieri.

Seppur il risveglio con Phoenix accanto e la consapevolezza del fatto che abbia sul serio dormito con me, che non è tornato solo al mattino, mi abbia resa sinceramente più che felice, la verità è questa, non ho mai smesso di pensare a ciò che Aiden passa la notte, a quanto possa essere stato orribile per Phoenix e Wolf assistere senza poter far nulla per alleviare il suo dolore, il suo terrore.

Ho pensato e ripensato a cosa avrei potuto dirgli, mille cose mi sono frullate per la testa ma ora che è qui davanti a me però, non riesco ad aprire bocca, mi limito a lanciargli qualche occhiata di tanto in tanto ma niente più di questo.

Come posso aprire il discorso? E cosa più importante, dovrei farlo? Lui vorrebbe parlarne?

So quanto è difficile parlare di alcune cose, so che custodire segreti e fingere che vada tutto bene è una sorta di meccanismo di difesa creato apposta per andare avanti senza catturare sguardi o attenzioni, che siano sinceri o meno.

Perciò provo a concentrarmi sul resto dei miei amici, parlo con Lali, scherzo con Brose, sto attenta a ciò che dicono Phoenix e Wolf, assisto ai battibecchi di Tara e Kenny, i discorsi di Enola e Minny, le risate di Bobo e Dion, per quanto riguarda Aiden invece, lui è piuttosto silenzioso, cosa che accade raramente, anche se comunque non perde occasione di fare qualche battuta delle sue.

«Mi ci vedete a lavorare in un negozio di cupcake? Perché io no, cioè povera Bonnie, farei fallire il suo negozio in meno di due minuti, amo troppo i cupcake e al posto di venderli, li mangerei tutti.»

Kenny sta parlando del colloquio di lavoro che ha fatto per il "The House of Cupcake", un negozio che per l'appunto vende solo cupcake di tutti i tipi, più alcuni inventati dalla proprietaria stessa, ovvero Bonnie.

E no, non è solo perché mangerebbe tutti i cupcake che non può lavorare lì, è più per il fatto che deve mostrarsi gentile e attenta alla clientela quando lei a stento sopporta se stessa.

«Sai dove ti ci vedo a lavorare?» le chiede Aiden e io già mi metto comoda per assistere a uno scambio di battute epico.

«In un bordello?» tira ad indovinare Kenny, perché sa che Aiden non l'assocerebbe mai a nulla di buono, «Ci staresti meglio tu, stronzo.» aggiunge poi indignata, come se davvero l'avesse detto.

«Originale ma no.» Aiden fa schioccare la lingua sul palato e finge di pensarci su qualche secondo, io so però che sta cercando solo le parole giuste per farla arrabbiare, «Nel circo, potresti lavorare lì, saresti un ottimo clown, sei disagiata e terrificante proprio come loro.» conclude la sua osservazione suscitando le risate dei nostri amici.

«Reggetemi perché sennò lo strozzo.» ringhia la mia migliore amica e perfettamente cosciente del fatto che lo farebbe davvero, il suo fidanzato l'attira a sé e la fa sedere sulle sue gambe, gli avvolge le braccia intorno alla vita per tenerla ferma.

«So io da cosa vorresti essere strozzata tu, McChicken.» ribatte Aiden e realizzando poi quanto la frase possa essere travasabile, ci regala un ghigno dei suoi, «Da un bel cupcake, avete pensato tutti male vedo, poi il maligno sarei io.» sottolinea facendoci ridere.

«Tu sei un concentrato di cose sporche e maliziose, Aiden.» gli fa notare mia sorella, «Perciò non ci sorprendiamo e pensiamo sempre al peggio quando si tratta di te o delle tue osservazioni.»

«Se pensi questo solo per due o tre parole, non voglio immaginare cosa penseresti dopo avermi provato.»

«Potrei sorprenderti e spingerti a pensare lo stesso di me, o anche di peggio.» ribatte mia sorella, accavallando le gambe con aria decisamente sicura di sé e un sorrisetto che farebbe girare la testa a qualunque uomo in questo club.

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