Capitolo 19

21.7K 895 595
                                    

«Secondo me fai bene a scusarti, nel senso, conoscendoti credo proprio che seppur tu abbia fatto e detto cose da niente, il senso di colpa ti stia divorando dall'interno.» quella a parlare e ad avere ragione è McKenna.

A cosa si riferisce? Al fatto che siamo sedute al bancone da dieci minuti buoni con Taranee, loro hanno lo sguardo fisso su Cairo e sono costretta a guardarlo anch'io di tanto in tanto, si, come se fossimo delle dannate stalker, anche se ho ripetuto più volte alle due di non guardare nella sua direzione, stiamo discutendo del fatto che vorrei scusarmi per tutte le cose che ho detto ieri, d'altronde mi sono scusata anche con Aiden, mi sembra doveroso.

«Io penso che dovresti lasciare stare per il momento, potrebbe fare il coglione.» dice invece mia sorella, in realtà l'ho pensato anch'io questo ma non è che posso scusarmi la settimana prossima, le cose si fanno subito o non si fanno proprio.

«Ah perché lo fa? Non lo è?» le chiede con sarcasmo Kenny, mi fa sorridere perché è praticamente ciò che avrei voluto dire io.

«Si ma così mi confondete, che faccio? Ci vado o no?» chiedo dopo altri dieci minuti di "si, vacci", "no, non ci andare."

«Beh, se vuoi usare le scuse come pretesto per parlargli però chi sono io per dirti di non farlo?» alla fine si trova d'accordo anche mia sorella, vorrei dirle che non è un pretesto ma sappiamo tutte e tre molto bene che mentirei.

«Ok, vado, al massimo lo mando a quel paese e ritorno.» non mi sembra tanto difficile, poi Cairo le parole brutte me le tira di bocca.

«Si, esatto.» mia sorella alza i pollici in su come per dire "va benissimo".

«Vai tigre, sei tutte noi.» dice invece Kenny facendomi ridacchiare, poi prendo coraggio e mi alzo da questo sgabello che sicuramente avrà preso la forma del mio sedere.

Non me ne frega molto del fatto che ci sia Goldy seduta accanto a lui, ovviamente non mi scuserò però davanti a lei, soprattutto dato che Cairo è una bomba ad orologeria e potrebbe mandarmi benissimo a quel paese, non mi va di umiliarmi o che sia lui a farlo, tanto meno glielo permetterò. Se vuole ascoltarmi bene, sennò fa lo stesso.

«Possiamo parlare?» questa volta sono io che ho scordato le buone maniere, non dico buonasera, parto subito in quarta e arrivo dritta al dunque.

Cairo alza lo sguardo su di me e nello stesso momento lo fa anche Goldy, a lei lancio una rapida occhiata, è su di lui che mi concentro. Sembra quasi sorpreso di vedermi qui davanti a lui, non lo da a vedere però.

«Stai parlando con me?» mi chiede con lo stesso tono di voce con cui mi ha parlato ieri, di solito la sua voce mi piace e molto, quando mi parla così però un po' meno.

«Con chi altri sennò?» cioè mi sembra ovvio, non è che ho qualcosa di cui parlare con Goldy, a stento ci guardiamo e preferirei che le cose restassero così.

«Sono presente anch'io.»

«Almeno che io non sia diventata strabica all'improvviso mi sembra di guardare lui.» rispondo riportando lo sguardo su Cairo, non è mia intenzione dare a lei le attenzioni che tanto smania da parte di tutti.

«Sono occupato, non lo vedi?» e come se non fosse abbastanza chiaro, mette la mano su cui sopra è tatuata la rosa sulla coscia scoperta di lei, spero che la rabbia che provo adesso non mi stia facendo arrossire.

«Lo vedo, ti sto chiedendo se gentilmente possiamo spostarci un attimo per parlare, sarò veloce.» insisto e mi dico che è l'ultima volta, se continua in questo modo me ne vado e con il cavolo che penserò ancora a scusarmi, se le sogna le mie scuse.

«Quale parte di non vuole parlarti e togliti dalle palle non ti è chiara?» risponde ancora una volta Goldy facendomi innervosire.

«Lascia che sia lui a dirmi che non mi vuole parlare e impara a farti gli affari tuoi.» lei fa per lanciarsi in avanti forse perché credi che lascerò che mi picchi o solo per mettermi paura, io non mi sposto di un centimetro però, è lui quello che infastidito la tira indietro e la fa sedere su di se.

CAIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora