Capitolo 49

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Non avrei mai immaginato di sentirmi a casa nell'appartamento di Phoenix, fino a qualche tempo fa mi sentivo fuori luogo e in imbarazzo. Non riuscivo a muovermi liberamente prima, ora invece a volte resto addirittura per un sacco di tempo da sola, non mi pesa più aspettare che Phoenix rientri dal club quando ha un impegno, ho preso famigliarità con l'ambiente. Anzi, mi piace stare qui più di quanto mi sia mai piaciuto stare a casa di Milton.

Me ne sto comodamente sdraiata sul divano con una maglia di Phoenix addosso e una coperta sulle gambe, intrattenuta in videochiamata da Aiden che riprende la faccia di ogni persona ubriaca e buffa che trova nel club. Avevo bisogno di tranquillità oggi, ecco perché non ci sono andata, in più non sono nel pieno delle mie forze fisiche.

«Vedi, quello sta per cadere dallo sgabello!» ride Aiden girando ancora una volta la fotocamera, riprende proprio il momento in cui l'uomo cade come un sacco di patate.

«Aiden, non è divertente, dovresti aiutarlo...» cerco di non ridere perché mi sentirei davvero crudele nel farlo.

Sono quasi certa del fatto che alla fine otterrò un posto in prima fila all'inferno per colpa di Aiden.

«No, non devo, una botta di culo non fa mai male a nessuno.» risponde continuando a ridere dinanzi alla scena tragicomica che ha davanti.

«Sei terribile.» dico, «E no, prima che tu lo dica, non terribilmente affascinante.» aggiungo perché so che molto probabilmente avrebbe risposto dicendo una cosa simile.

Conosco i miei polli ormai.

«Quanta crudeltà nei confronti del tuo cognatino preferito.» vedo che mette il broncio ma i suoi occhi brillano divertiti.

«Che ne sai tu se sei o meno il mio preferito?» gli chiedo, «Potrebbe essere Wolf.» aggiungo con un sorrisetto, lui dall'altra parte mi guarda indignato.

«Quel musone non è neanche il preferito di Lali, figuriamoci il tuo.» risponde e questa volta non posso fare a meno di ridere.

«Sei proprio crudele, lo sai?»

«Sincero, ecco cosa sono.» ribatte, questione di punti di vista ovviamente, «E sono anche il migliore, prendi nota.»

«Aggiungo modesto alla lista o no?»

Non sento cosa risponde però, perché la porta di casa si apre e si chiude con un tonfo, a passi feroci e pesanti Phoenix mi raggiunge in soggiorno.

«Perché cazzo non me l'hai detto?» tuona, gli occhi sono fissi su di me e sembrano pronti a lanciare fulmini alla Thor.

È rigido e molto arrabbiato, questo è più che evidente, so già quindi di dover dire addio alla tranquillità che tanto smaniavo di avere solo per un giorno.

«Aiden, devo chiudere, ci sentiamo dopo.» dico al mio migliore amico, tutto ciò che vedo quando riporto lo sguardo sul cellullare però è il suo orecchio.

Deduco si fosse avvicinato per riuscire a sentire le parole di Phoenix, pettegolo com'è.

«Sì, ho sentito la grande bestia cattiva rientrare, digli che se continua così gli verrà un aneurisma prima dei trent'anni. Si arrabbia troppo.» trattengo a stento una risata, solo perché Phoenix ha gli occhi fissi su di me mentre aspetta che chiuda la chiamata.

«Lo farò, ti voglio bene, a dopo.» gli mando un bacio volante che ricambia prontamente.

«Ti voglio bene anch'io e se fa lo stronzo chiamami, ci metto due secondi a venire lì con un piede di porco e distruggergli l'appartamento.» in cuor mio spero che Phoenix non abbia sentito, ne dubito però, perché Aiden ha urlato proprio per farsi sentire.

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