Capitolo 56

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Quanto dolore è in grado di sopportare un essere umano?

Quanto dolore sono in grado di sopportare io?

Almeno una volta nella vita tutti noi ci siamo posti queste domande, io ho sempre pensato che ci fosse un limite massimo alla sopportazione del dolore e non parlo di quello fisico, no, quello si può curare con l'aiuto di appositi farmaci. Assumi degli antidolorifici ed ecco che attacca il dolore e in men che non si dica passa tutto.

Io parlo di un tipo di dolore più profondo, viscerale, quello che nemmeno le medicine sono in grado di attaccare. Quello che nasce e cresce dentro di te fino a sentirlo ovunque, nella pancia, nel cuore, nella testa, sottopelle e dentro le ossa. Il tipo di dolore che ti toglie il fiato, le forze e il sorriso.

Avendo imparato a conviverci e soffocarlo continuamente, pensavo di avere una soglia alta di sopportazione, pensavo di poter affrontare e superare qualsiasi forma di dolore. Pensavo che niente avrebbe potuto farmi più male di tutto ciò che avevo già vissuto.

In questi giorni però ho capito che ho un limite anche io e che sono diventata così brava a soffocare il dolore che ad un certo punto, senza accorgermene, è stato lui che si è ribellato e ha iniziato a soffocare me.

Trasferirmi momentaneamente da Aiden non è stato facile, cercare un appartamento in cui poter vivere non è affatto facile, riuscire a mettere qualcosa nello stomaco perché consapevole della seconda vita che sta crescendo dentro di me quando sto crollando a pezzi non è affatto facile.

Realizzare che ho donato il mio cuore a qualcuno alla quale piaceva solo collezionarli e che per quasi un anno ho vissuto una bugia, che sono stata usata e presa in giro dall'uomo di cui mi sono innamorata, per qualcosa di cui non avevo colpa, non è stato per niente facile.

Ho lasciato che i giorni passassero per concedermi un po' di tempo, per mettere ordine al groviglio che c'è nella mia testa e nel mio cuore, per cercare di pensare razionalmente a tutto. Vorrei poter dire di essere riuscita a sbrogliare il groviglio, però mentirei, perché sono ancora confusa.

Più che confusa però mi sento persa. Completamente persa.

So che Phoenix mi ha cercata e so che sa della mia permanenza a casa di Aiden, ho fatto di tutto però per tenerlo lontano da me. Aiden e le ragazze mi sono stati molto d'aiuto e dopo un po' fortunatamente Phoenix ha capito che ho bisogno di tempo; perciò, ha smesso di cercarmi con insistenza.

Non so chi altro sia venuto a conoscenza della situazione, so per certo però che Brose, Lali e Wolf, sì.

Ho avuto modo di parlare con Lali che è sempre stata dolce e disponibile in questi giorni, Brose è venuto a trovarmi parecchie volte insieme a Kenny, mentre con Wolf non ci ho voluto proprio parlare.

So che non ha colpe, so che Phoenix è in grado di prendere le sue decisioni da solo e che non l'avrebbe mai ascoltato. Però sono comunque delusa e ferita.

L'unica cosa in grado di arrecarmi un po' di gioia è l'essermi accorta di un leggero strato di pancia che ha iniziato ad intravedersi. È impercettibile per chiunque altro se non si guarda con attenzione, perché è ancora troppo presto.

Io però non posso non notare questo genere di dettagli, è il mio corpo ed è difficile non notare ogni cambiamento.

Ho iniziato anche ad avere spesso la nausea, senza vomitare però, solo un costante senso di nausea e a volte ho il pensiero che non sia neanche un sintomo dovuto alla gravidanza. Ma che sia dovuto a tutta la situazione che sto vivendo.

«Ora ti alzi dal letto e vieni con me.»

Il mio migliore amico irrompe nella stanza all'improvviso, ha i capelli tutti arruffati ed è vestito per uscire, l'immancabile giacca del club sempre con lui, senza maniche però visto che è estate e potrebbe sciogliersi dentro.

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