Capitolo 40

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Come si supera una rottura? Anzi, no, credo che la domanda giusta sarebbe, come si supera qualcosa che neanche c'è stato? Perché quella tra me e Phoenix non si può considerare una rottura, noi non eravamo una coppia.

Non credo però che ci sia una risposta esatta a questa domanda, si fa quel che si può, sempre.

Cosa sto facendo io?

Il primo giorno me ne sono stata a casa, nel calore confortevole della mia camera e ho tenuto praticamente il mondo fuori. Nei giorni a venire però dato che non sono una che si lascia abbattere facilmente e che non mi piace mostrare le mie fragilità, il mio dolore, ho deciso di calare la maschera, mi sono stampata un bel sorriso in faccia e ho semplicemente fatto finta di niente.

La settimana è passata velocemente ed io ho deciso di prendere le distanze dal club e dal Bronx in generale, per la mia sanità mentale e per cercare di far restare intatto l'ultimo pezzo di cuore rimasto illeso.

Ovviamente la cosa ha destato sospetti, Kenny mi ha detto che quasi tutti hanno chiesto di me, qualche volta anche Wolf -e questo mi ha scioccata un po', lo ammetto-, l'unico con cui mi sono vista è stato Aiden.

Ho partecipato a due serate di beneficienza con Milton di mia spontanea volontà, cosa che ha sorpreso lui, in più ho passato molto tempo con Billy che fortunatamente si è quasi ripreso del tutto, anche se è diventato ancora più brontolone.

Dopo una settimana passata ad evitare Phoenix e tutto ciò che poteva ricordarmelo -a parte Aiden, che si me lo ricordava ma che non avrei per nulla al mondo evitato-, vorrei poter dire che ho ceduto per sfinimento alle pressioni del biondo, soprattutto perché dalla sua parte aveva Kenny e Tara, più in aggiunta Brose, ho accettato di uscire con loro e di andare ad un locale nel Bronx. So che ci saranno anche gli altri ma non so se ci sarà anche Phoenix, spero di no ma comunque non sarà lui a fermarmi.

Perciò potrei dire che mi sono lasciata convincere ma la realtà è che sono una che non si lascia convincere per sfinimento, ogni volta che faccio qualcosa la faccio di mia spontanea volontà, anche se ci penso su quattro volte prima di farla.

Volente o nolente ormai faccio un po' parte del mondo di Aiden e Brose, voglio bene agli uomini e le donne del club, sono legata a tutti loro seppur ad alcuni di più e altri di meno. In più mi mancano, non avrei mai pensato di dirlo ma è così.

In aggiunta al nostro solito gruppo però c'è Reginald stasera, che in questi giorni non ha fatto altro che chiedermi di uscire, tant'è che all'ultimo ho accettato a condizione che ci fossero anche i miei amici e che venisse per una volta nel tipo di ambiente che sto frequentando io, che sotto sotto è normale.

«Finalmente ti sei fatta viva, straniera.» il primo ad abbracciarmi non appena con le ragazze più Reginald arriviamo al Dynasty, è Brose.

«Ti mancavano i miei scherzi?» gli chiedo, ricambiando il suo abbraccio.

Mi inizia a prudere il naso dal momento in cui il suo profumo mi investe come un'ondata, dimenticavo che Brose sembra farsi la doccia nel profumo.

«Non avevo nessuno a cui tirare i capelli in questi giorni.» fa spallucce in modo buffo, io faccio qualche passo indietro temendo che possa tirarmeli da un momento all'altro.

«In cambio hai tirato i pizzichi sulle braccia a me, neanche i bambini dell'asilo... Ho i lividi, ti rendi conto?» mia sorella sporge le braccia in avanti per mostrare che effettivamente ha alcuni lividi minuscoli.

«Tu con i tuoi artigli mi ha lasciato dei graffi sul braccio e ti lamenti?» le chiede Brose quasi indignato, mi ricorda troppo Kenny in questo momento.

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