Ho perso il conto negli anni delle volte in cui non mi sono sentita mai abbastanza, principalmente non è dipeso da me e sono consapevole anche di questo.
Non mi sentivo mai abbastanza intelligente, mai abbastanza forte, mai abbastanza matura, mai abbastanza capace, mai abbastanza bella, mai abbastanza elegante e sofisticata, mai abbastanza amata o apprezzata.
Non mi sono mai sentita all'altezza del mondo che mi circonda, seppur non l'abbia mai dimostrato. Davanti agli altri mi sono sempre mostrata sicura di me, certa delle mie capacità e invincibile, quando sono sola però e mi concedo un momento per guardarmi allo specchio, è proprio in quel momento che tutte le mie insicurezze saltano fuori.
Ho capito però che per gli altri, per quanto ci proviamo, per quanto ci sforziamo, non saremo mai abbastanza e va bene così, perché dobbiamo essere abbastanza solo e soltanto per noi stessi.
Non è l'opinione di un'altra persona a renderti più colta, più bella, più speciale, cosi come non è un titolo di studio a renderti più intelligente o a definire la persona che sei o sarai.
Oggi dopo appena due anni ho finito gli studi alla Columbia, mi sono laureata prima del previsto come mi ero imposta e l'ho fatto per soddisfazione personale oltre che per dare uno schiaffo morale a Milton.
E lo sono, guardandomi allo specchio ora, mi sento molto soddisfatta e non solo da ciò che sono riuscita ad ottenere, ma delle consapevolezze che ho acquisito in questo periodo.
Laureata o non laureata, nel Bronx o a Manhattan, a prescindere da ciò che mi hanno fatto Jennifer e Milton, sono soddisfatta della persona che vedo allo specchio, sono fiera di ciò che sono e questo vale più dei soldi, di mille lauree o di qualsiasi altra cosa.
Taranee e McKenna sono state al mio fianco per tutto il tempo. Mia sorella si è anche offerta di organizzare una grande festa, cosa che io in realtà non volevo, anche perché vuole invitare davvero un sacco di persone con la quale non mi interessa poi così tanto festeggiare.
«Sei la mia unica sorella e ti sei appena laureata con due anni di anticipo sorprendendo tutti -non me, sia chiaro, non dubitavo che ci saresti riuscita-, perciò sono orgogliosa di te e voglio sbandierarlo ai quattro venti. Permettimi di organizzarti una mega festa, ti prego.»
Mi ha detto, guardandomi con i suoi dolci occhioni marroni e con tanto di broncio compreso, non avrei mai potuto rifiutare.
È per questo che sono venuta al club di pomeriggio, per chiedere ai miei amici ma soprattutto a Phoenix di venire, li voglio lì con me.
«Avie! Hai saputo la grande notizia?» il primo ad accogliermi con ancora più euforia del solito è Aiden, che mi solleva e mi fa girare come una trottola, il che mi fa ridere.
«I tuoi pesci sono cresciuti di due centimetri?» chiedo ironica non appena mi mette giù, mi tocca reggermi qualche secondo a lui perché mi gira la testa.
«Stai passando troppo tempo con quel coglione di mio fratello.» borbotta facendomi ridere ancora una volta, «La bella notizia, Avie, è che finalmente ce l'abbiamo fatta, siamo ufficialmente dei ragazzi per bene.» lo guardo accigliata per un momento non capendo cosa voglia dire.
«Che vuoi dire?»
«L'ultima cosa illegale nella quale eravamo immischiati.» dice a voce più bassa, «Non esiste più, siamo liberi.» conclude con un mega sorriso che in un'altra circostanza mi avrebbe contagiata.
In questo momento però sono troppo sorpresa per fare qualcosa che non sia guardarlo ad occhi spalancati.
«Dici sul serio?» gli chiedo, lui annuisce con aria solenne.
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CAIRO
RomanceIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...