Gli ospedali mi hanno sempre messo ansia fin da bambina, non per un motivo ben preciso in realtà, sarà l'ambiente asettico e privo di colori, sarà per i dottori e gli infermieri che fanno avanti e indietro, sarà la paura che ti assale quando ci finisce una persona cara e non sai bene come andrà a finire. I motivi potrebbero essere molti e tutti diversi. Fortunatamente però grazie alle indicazioni di Martha, ci metto poco a trovarla.
«Ava cara.» le braccia di Martha si avvolgono intorno al mio corpo per stringermi in un abbraccio veloce.
«Come sta?» le chiedo con la voce che trema e la paura di udire la sua risposta.
«Lo stanno operando.» dice, «Mi dispiace così tanto.» ha le lacrime agli occhi e credo che non abbia fatto altro che piangere.
Martha è così legata alle persone di cui si occupa, compreso Billy anche se è il più complicato, quello che la fa dannare di più.
«I dottori cos'hanno detto?»
«Che le probabilità di sopravvivenza sono basse vista l'età e i precedenti episodi.» e le sue parole sono un pugno nello stomaco, a stento riesco a trattenere le lacrime, «Sono contenta che tu sia venuta, come sai non ha nessuno a parte noi e la mia presenza è richiesta al Green House, sono tutti in pena per Billy e devo andare a calmarli.» mi dice poi con sguardo triste, so che non vorrebbe mai lasciarmi qui da sola.
«Va pure Martha, capisco, resto io con Billy.» dico passandole la mano sul braccio per darle un po' di conforto.
«Ti chiamerò per tenermi informata.» dice, prima di prendere la sua borsa.
Poi Martha se ne va ed io resto sola, non so dove sia andato Phoenix, so solo che appena arrivati sono scesa dalla moto in tutta fretta, ho tolto il casco e sono corsa qui dentro.
Ti prego Dio, fa che stia bene, ti prego.
Nella mia testa questa preghiera si ripete come un mantra, non riesco a fare a meno di camminare avanti e indietro, ho lasciato la borsa e il cappotto sulla sedia, non riesco a stare ferma, mi viene da piangere ma al tempo stesso non ci riesco, il mio è come un blocco, non piango da anni, le lacrime ci sono ma non cadono, mai.
«Dovresti cercare di calmarti e sederti un attimo.» la mia testa scatta in direzione della voce che proviene dalla mia destra.
«Tu che ci fai qui?»
«Sono venuto con te, ricordi?» risponde Phoenix, come se avessi perso la memoria all'improvviso.
Peccato mi riferissi al fatto che pensavo se ne fosse andato.
«Non sei obbligato a restare qui con me, mi hai accompagnato e sei stato gentile, non mi aspetto che resti.» gli dico in tutta sincerità, poi decido di accettare il suo consiglio e mi siedo, lui mi sorprende prendendo posto affianco a me.
«Il vecchio è forte, ce la farà.» dice, ignorando le mie parole, mi lascio cadere sullo schienale della sedia e appoggio la testa al muro.
«E se non ce la facesse?» gli chiedo, non lo guardo però, tengo gli occhi chiusi per trattenere le lacrime.
«Guardami faccia d'angelo.» dice e in automatico i miei occhi si aprono, lo guardo ed è strano il fatto che nei suoi occhi ci potrei annegare ma al tempo stesso sono come un appiglio, qualcosa che mi aiuta a tornare in superficie e respirare, «La mummia ce la farà.»
Non so quante ore restiamo seduti qui, lui contro ogni mia aspettativa resta accanto a me, non mi lascia sola, non parliamo però e non credo che ce ne sia bisogno. Ho risposto alle chiamate di Tara, Kenny e Aiden, ho parlato con Eulalia che era preoccupata tanto quanto loro.
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CAIRO
RomanceIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...