Entrare alla Columbia University non è stato facile, dal momento in cui è un'università molto selettiva ho dovuto sudare sette camice e tutto per compiacere Milton. Tutti quelli che mi conoscono pensano che sia riuscita ad entrare grazie ai suoi soldi quando è vero si che le rette universitarie le paga lui perché il corso che seguo l'ha scelto lui, ma ho dovuto guadagnarmi anche questo, ho dovuto entrare in questa università con le mie forze e capacità.
Non nego che è stata una soddisfazione essere riuscita comunque ad entrare, anche se non era ciò che desideravo.
«Dai fuoco a quei libri, preparati e andiamo, abbiamo una missione da svolgere.» sposto così velocemente l'attenzione dai libri a Kenny che entrata in camera mia come se fosse un'uragano, che quando mi volto quasi credo di essermi spezzata l'osso del collo.
Non mi aspettavo il suo arrivo perciò si, mi ha presa alla sprovvisa e mi sono anche un po' spaventata.
«Ciao anche a te, sono felice di vederti, io sto bene grazie e tu?» le rispondo ironica, «E poi, di che missione stai parlando?» perché di solito le sue missioni prevedono una giornata di shopping sfrenato, dato che sono quasi le nove di sera però dubito che si riferisca allo shopping.
«Scusa, sai che mi interessa sempre sapere come stai, solo che si tratta di una questione di vitale importanza.» dice, poi si lascia cadere con fare stremato sul mio letto perfettamente in oridine, sembra affaticata come se avesse corso una maratona e le crederei anche se non la conoscessi e sapessi quanto è brava a recitare.
A Hollywood si sarebbe fatta decisamente strada e non è la sola in realtà, penso lo stesso di mia sorella.
«Io credo solo che tu stia esagerando come sempre.» le faccio notare, poi però decido di chiudere i libri e con la sedia a giro mi volto completamente verso di lei.
«Questa volta dice sul serio.» e come si suol dire, quando parli del diavolo spuntano le corna, mi volto verso mia sorella che se ne sta appoggiata alla porta con lo sguardo su di noi.
Ecco la seconda attrice che avrebbe fatto carriera ad Hollywood.
«Certo, ora che me lo stai dicendo anche tu mi fido il doppio.» rispondo, dato che Tara riesce ad ingradire una piccola cosa trasformandola in una catastrofe o una tragedia che manco Shakespeare.
«Sono quasi offesa dalla bassa opinione che hai di noi.» si porta una mano sul cuore fingendo di essere stata colpita dalle mie parole.
«Vi conosco ragazze, le vostre missioni fortunatamente non sono mai di vitale importanza.»
«E menomale, anche perché non siamo mica nell'esercito.» questa volta è Kenny quella che risponde, sollevando il busto per riuscire a guardarmi meglio.
«Ok, volete dirmi che succede?» chiedo perché adesso sono davvero curiosa, potrei dire che non credo che Kenny si sarebbe presentata qui alle nove di sera per una cosa da niente ma in realtà lo farebbe eccome, anzi, l'ha fatto molte volte in passato.
«Dobbiamo andare in un locale nel Bronx.» dice, senza troppi preamboli, io la guardo confusa perché appunto ha parlato al plurale e non capisco cosa centri io.
«Perché dovremmo?» le chiedo infatti adesso molto più interessata alla conversazione o alla situazione in generale.
«In realtà tu dovresti aiutarci ad andare.» s'intromette Tara entrando del tutto nella stanza, si siede ai piedi del letto, subito dopo McKenna fa la stessa cosa.
«Io? Siete voi che conoscete meglio l'ambiente dei locali e le feste in generale.»
E questo l'abbiamo appurato tutti molto bene.
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CAIRO
Lãng mạnIL LIBRO È DIVISO IN DUE PARTI ENTRAMBE PRESENTI QUI DENTRO. La sua vita è noiosa, è un dato di fatto, Avalyne Graves lo sa per certo. Non vive come una semplice ragazza di vent'anni, essere la figliastra del giudice Kostner, uno degli uomini più...