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Quei due si erano risvegliati nuovamente abbracciati.
Alya pensò che non aveva mai dormito così bene con una persona accanto.
Mentre Ciro, era sorpreso per aver dormito tutta la notte.
I due si alzarono in silenzio.
La ragazzina era in imbarazzo.
Ciro andò in bagno, si sciacquo il viso e infine si vestì.
Il comandante arrivò davanti la loro cella.
"Buongiorno comandante!" Esclamò Alya sorridendo.
"Picciré, come stai? Hai deciso di parlare con la psicologa?" Ormai era frequente che chiesero questa domanda alla ragazzina.
Alya fece un mezzo sorriso.
"Sì, voglio parlare con la psicologa!"
Il comandante rimase sorpreso, non pensava che il ragazzo dal cuore di ghiaccio, riuscisse a far cambiare idea alla ragazzina. Ma in realtà, Ciro lo fece per un altro scopo, aveva accordato con la direttrice i cinque giorni di libertà in cambio del suo favore.
"Bene picciré, ne sono contento ..." Il comandante sorrise. "...allora preparati, così vai a dirlo alla direttrice, okay?"
La ragazzina annuì.
Dopo qualche minuto, uscì dal bagno Ciro, che era solo con un jeans addosso.
La ragazzina lo guardò, e le sue guance si colorarono improvvisamente di rosso.
Il ragazzo non era palestrato, ma era ben messo fisicamente e questa cosa, piaceva alla piccola Alya.
Quando Ciro la notò , Alya abbassò lo sguardo.
"Va ... vado a prepararmi!" Prese le sue cose e entrò in bagno.
Allora non sono un alieno che non prova attrazione per nessuna anima in questa terra di viventi! Pensò la ragazzina.
Ma questo una grande parte di lei, la spaventò.
Si chiuse in bagno e iniziò a prepararsi.
La sua mente iniziò a vagare tra i pensieri estranei a lei.
Non aveva mai sentito emozioni così strane. Strane per lei!
Iniziò a conoscere nuove emozioni che le provocava quel misterioso ragazzo. Emozioni che quel demone del suo ex ragazzo non le regalava.
Il suo ex, maggior parte delle volte la fece sentire a disagio, ma comunque provava, o almeno credeva di provare dei sentimenti per lui.
Ogni volta che le metteva le mani addosso si sentiva una nullità, stava riuscendo ad annullarla del tutto come essere umano e pure la ragazzina credeva che in qualche modo con il passare del tempo, il demone fosse cambiato con gli atteggiamenti con lei, ma non lo fece.
Uscì dalla doccia, si asciugò e prese gli abiti e finì di prepararsi.
Una volta pronta, uscì dal bagno.
Decise prima di parlare con il ragazzo, voleva ringraziarlo per averle fatto compagnia, anche se la situazione era forzata.
Ma non lo trovò in cella.
Chiamò la guardia per avvisare che fosse pronta, così si recò dalla direttrice per parlarle della psicologa.
Voleva chiederle anche se poteva incontrare la sua migliore amica, ma ovviamente un passo alla volta!
Paola fu felice della decisione della ragazzina e che Ciro fosse riuscito a farle cambiare idea. Infondo, ma molto infondo, trovò qualcosa di buono in quel ragazzo senza sentimenti. Magari era solo apparenza che il ragazzo fosse così freddo con il resto del mondo. Magari era solo una delle maschere che portò per non far vedere le sue fragilità. Oppure, il ragazzo lo fece solo per una sola questione, i giorni di permesso. Pensò Paola.
"Finalmente Esposito! Mi hai fatta dannare, sai? Vedrai che ti farà bene ..." Sorrise Paola. "... ovviamente, quello che dirai alla psicologa rimarrà tra voi due ... " La ragazzina fece un sospiro di sollievo. Non le andava di far sapere vita, morte e miracoli al resto del mondo. Anche sé, nei suoi occhi si vedeva! Si notava se si leggevano attentamente il dolore che provava la piccola Alya.
"... l'importante e che parli con lei!" Esclamò con tono dolce.
"Ora ... po ... posso tornare in cella dalle altre?" Chiese la ragazzina.
Paola annuì.
Alya si alzò dalla sedia. "Ah Alya ... " La ragazzina si voltò verso Paola.
"... inizi domani mattina, dopo colazione. Gli incontri con la psicologa saranno una volta alla settimana. Ti chiedo solo di essere sincera con lei." Alya annuì.
La guardia femminile l'accompagnò nelle celle delle ragazze.
Non vedeva l'ora di rivedere Nad e Silvia. Erano giorni che non le vedeva.
Appena arrivò alla soglia, vide una ragazza dai capelli rossi, stava guardando fuori la finestra. "C...ciao!" Esclamò titubante la ragazzina.
La ragazza si voltò, aveva lo sguardo fisso su di lei.
Alya notò che la ragazza era strana, le colpì il suo sguardo, non era limpido, era spento, privo di emozioni e questo le dava sensazioni negative. "Ciao." Rispose la ragazza.
"Io ... io sono Alya."
La rossa si avvicinò ad Alya.
"Viola." La ragazzina la guardò, percepiva colori scuri, negativi. Non le dava emozioni positive.
"Se...sei in cella qui?" Chiese Alya.
"No ... " Viole non smise di guardare la ragazzina. "...solo che qui, c'è quella troia di Naditza e le devo parlare." Rispose Viola con tono freddo.
Perché le ha dato della poco di buono?
"Ahm Nad ... no...non è ..."
"Tu non la conosci! Fidati di me, è una troia!" Esclamò Viola.
Alya in quel momento sentiva qualsiasi cosa negativa e di certo non si fidava di quella ragazza.
"Che cazzo ci fai nella mia cella?" Sbucò Naditza.
"Ti volevo solo dire di stare attenta. Potresti finire nei guai!" Esclamò Viola con un sorriso malefico.
Nad la guardò con aria di sfida.
"Non mi fai paura."
Viola fece una risata cattiva.
"Stai attenta." Esclamò Viola avvicinandosi pericolosamente al viso di Naditza. La guardò per lunghi secondi e infine guardò Alya.
"...comunque, qualsiasi cosa, io posso aiutarti. Ci vediamo in giro." Esclamò Viola. Se ne andò.
Rimasero solo Nad e la ragazzina.
"Io le spacco la faccia a quella stronza! Sai che ha fatto? Ha obbligato ad una delle mie più care amica a farsi autolesionismo e quella cretina della direttrice non mi ha voluto ascoltare." Esclamò Nad furiosa.
Alya la guardò.
"In che senso ha ..."
"Serena, non so se la ricordi ... " La ricciolina bionda, si ricordò di lei, l'aveva conosciuta quel girono che alla fine finì in isolamento. " ... è una ragazza fragile, ha un passato burrascoso e sta cercando di uscirne ancora. Ora è in ospedale per quella stronza." Disse Nad.
"Mi ... mi dispiace." Esclamò Alya.
Nad guardò la ragazzina per qualche secondo e infine l'abbracciò.
"Come stai gioia? Come hai passato le giornate lì dentro?" Le chiese Nad.
"Noiosissimi! Ma almeno ero in compagnia." Esclamò con mezzo sorriso.
Nad la guardò perplessa.
"In compagnia, in che senso?"
"C'era un ragazzo in cella con me. Ci hanno messi insieme." Rispose Alya.
Nad si sede sul letto e le fece segno alla ragazzina di sedersi vicino a lei.
"Vieni, spettegoliamo un po'" Esclamò Nad.

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