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Il cancello si aprì e fuori c'era un auto nera ad aspettare i due. Ciro guardò la ragazzina per qualche secondo e infine si avvicinarono all'auto. Ciro salì dalla parte davanti, la ragazzina salì dietro.
La sua attenzione fu subito sul ragazzo della parte del guidatore che guardò la ragazzina dallo specchietto. Era Pietro , il fratello maggiore di Ciro.
"Ciao picciré , io sono Pietro Ricci." Esclamò il ragazzo.
"A..Alya , Alya Esposito ." Esclamò in imbarazzo la ragazzina.
"Mi hanno dato l'indirizzo di tua zia, pochi minuti e siamo lì." Esclamò il ragazzo.
Pietro mise in moto l'auto e partì, Ciro parlò con suo fratello, mentre Alya guardò fuori dal finestrino, non parlò con i due fratelli, rimase in silenzio. Pensò solo a sua zia e non vedeva l'ora di arrivare a casa di lei. 
Ciro ogni tanto la guardava dallo specchietto centrale dell'auto, sentiva che la ragazzina non era a suo agio in quel momento, gli faceva quasi tenerezza. 
I minuti del tragitto passarono, erano quasi arrivati. 
Regnava il silenzio in quel auto, Pietro guidava tranquillamente, Ciro guardava la strada e ogni tanti cadeva l'occhio sulla ragazzina. Alya guardava fuori dal finestrino per non incrociare lo sguardo del ragazzo. 
L'auto si fermò. "Siamo arrivati!" Esclamò Pietro. 
Alya prese il suo borsone. "Vi ... vi ringrazio per ... per il passaggio." Esclamò la ragazzina. 
Ciro la guardò ma non disse nulla, Pietro le sorrise. 
"Di nulla piccirè." Esclamò il ragazzo. 
Alya scese dalla macchina. In quel momento arrivò sua zia. "Amore ... " Le venne incontro. "... sei arrivata." Esclamò sua zia. Pietro scese dalla macchina. "Sana e salva, signò!" Esclamò il ragazzo. 
"Vi ringrazio per averle dato un passaggio." Rispose la donna. 
"Si figuri ... " Pietro guardò Alya. "... ora vado ... " Aprì lo sportello della macchina. "... a presto." Esclamò Pietro. 
Entrò in macchina e partirono. 
Alya guardò sua zia e sorrise. "Zia." L'abbracciò. 
"Amore mio, dai entriamo che posi le cose." Esclamò sua zia. 
Entrarono in casa, era un appartamento piccolo ma molto accogliente. Alya si guardò intorno, vicino l'ingresso c'era un salotto piccolo, vicino la cucina con un tavolo e tre sedie, poi un corridoio che portava a due stanze e un bagno. 
"Zia, è molto carino qui." Commentò Alya. 
Sua zia le sorrise. 
"E ancora non hai visto la tua stanza, gioia mia." Rispose la donna sorridendo. 
Alya la seguì, entrarono nel piccolo corridoio, arrivarono nella seconda porta, sua zia l'aprì. ".... questa è la tua stanza." Esclamò sua zia. 
La stanza non era enorme, ma era molto bella, arredata nei minimi particolari, le pareti erano colorate di arancione, uno dei colori preferiti della ragazzina, l'armadio era bianco e c'era un letto matrimoniale e una scrivania in legno. Alya sorrise, era emozionata alla vista. 
"Zia, è bellissima!" Commentò Alya.  
"Ne sono felice, amore ... " Alya si avvicinò al letto, si sedette e sorrise. Era il primo letto che trovò comodo, non era affatto abituata ai letti comodi. Era quasi un emozione forte avere un letto comodo per la sua prima volta nella vita. 
"... Alya, poi quando vuoi andiamo a comprare un po' di vestiti." Esclamò sua zia. 
Alya la guardò e infine annuì. Non era abituata a fare shopping, nemmeno ad avere qualcosa di bello da vestire, ma era comunque felice che sua zia si preoccupasse per lei. 
La giornata passò, Alya e sua zia passarono le ore sul divano a parlare e a coccolarsi, non sembrava vero agli occhi della ragazzina. 
Arrivò sera e così, Alya andò a dormire dopo una giornata bellissima passata con sua zia. 
Il mattino arrivò e Alya si alzò prima della zia, uscì dalla stanza e andò in cucina a preparare la colazione, prese la moka e fece del caffè, ma in quel momento arrivò la zia. 
"Amore, sei già sveglia?" Chiese sua zia. 
Alya si voltò e sorrise. "Mi sveglio sempre a quest'ora." Rispose Alya. 
La donna le sorrise. "Amore, hai preparato il caffè, sei un cuoricino." Esclamò sua zia dandole un bacio affettuoso sulla guancia. 
Fecero colazione, Alya guardò sua zia e sorrise. "Grazie zia." 
La donna la guardò. "Per cosa, amore?"
"Per tutto ... " sorrise. "... sono felice di essere qui con te e di averti conosciuta." Rispose Alya. 
"Io non vedevo l'ora di conoscerti, amore mio." Esclamò sua zia. 
Alya l'abbraccio e le dò un bacio sulla guancia. 
"Ti voglio bene, zia." 
Sì, le voleva già bene, nonostante l'avesse conosciuta da poco, per lei era famiglia. Le ricordava tanto la sua dolce mamma, a parte i lineamenti familiari, ma sentiva che aveva lo stesso amore che le donava la sua mamma. 
"Anche io, amore mio ... " Le accarezzò una mano. "... che cosa vuoi fare di bello oggi?" Le chiese la donna. 
"Mmh ... " Ci pensò su. "... cosa mi proponi di bello? Io voleva passare la giornata con te e ..." 
"Beh, potremo andare a fare una passeggiata, andare a mangiare fuori oppure, andare in centro a fare un po' di shopping insieme ." Esclamò sua zia. 
Alya accettò , così si prepararono e si avviarono per il centro. 
Passarono la mattinata in centro, andarono a farsi una passeggiata al mercato e infine andarono a prendersi un caffè. 
Ma l'attenzione della ragazzina si fece su quei dolcetti al cioccolato, i suoi amati muffin. La donna se ne accorse. "Vuoi un muffin?" Le chiese sua zia. 
Alya la guardò e sorrise, sua zia capì subito e così glielo prese, si sedettero fuori, Alya guardò il muffin al cioccolato e subito pensò alla sua migliore amica. Sua zia se ne accorse che l'espressione della ragazzina era cambiata. "Alya, tutto bene?" Le chiese. 
La ragazzina distolse lo sguardo dal dolcetto e li mise sulla zia. 
"Un po ' ... un po' di nostalgia." Rispose con un mezzo sorriso, ma sua zia sentì che c'era del altro. "Alya tesoro, a me puoi dire tutto quello che vuoi." Esclamo sua zia. 
Alya la guardò. "Zia, ho ... ho rovinato tutto ... " Le scese una lacrima. "... la mia vita è rovinata, la mia migliore amica si è dovuta allontanare da me a malincuore, perché i suoi genitori non vogliono che mi frequenta e mi veda nemmeno con il binocolo, ma l'ultima volta mi ha lasciata un muffin con dentro il fazzoletto con il suo numero di telefono per contattarla ma non so come fare." Si asciugò le lacrime. 
La donna la guardò, voleva aiutarla. Prese il suo telefono e glielo porse. "Chiamala." Esclamò. 
Alya la guardò sorpresa. "Zia ma ... " 
"Chiamala tesoro, ti farà più che bene." 
"E se lo scoprono i suoi?" 
"Tu stai tranquilla. Chiamala." Rispose sua zia sorridendo. 
Alya prese il fazzoletto deve c'era scritto il numero di telefono che le aveva lasciato la sua migliore amica. Se lo portava con sé, quasi sempre. Compose il numero e la chiamò, dopo tre squilli rispose. "Ly!" Esclamò Arianna. 
"Ari." 
"Dio, quanto tempo aspettavo una tua telefonata, come stai?" Chiese l'amica. 
Alya sorrise tra le lacrime. 
"Sto bene, ho avuto il permesso e ..." Si asciugò le lacrime. "... non sai quanto ho aspettato questo  momento Ari, mi manchi tanto," Esclamò Alya. 
"Anche tu Ly. Ma aspetta, hai avuto il permesso? Dove stai alloggiando?" 
"Da mia zia. Dio Ari, ti devo raccontare tantissime cose e ..." 
"Ly perdonami, devo andare. I miei stanno salendo a casa." 
"O..okay. io ..." Attaccò. 
Sua zia la guardò. "Beh? Che ti ha detto?" 
"Che ... che stanno salendo i suoi in casa." 
"Ah."
La ragazzina fece un mezzo sorriso. 
"Ma sono felice di averla sentita, almeno per un pochino." 





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