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Ciro della sera prima non si ricordò tanto, si ricordò che si era portato a letto la tipa bionda, ma non si ricordò il perché se ne era andata via. Scese giù e trovò tutti, compreso la ragazzina che era un peperoncino in viso.
Ma che le prende? Si chiese il ragazzo mentalmente. Si sedette, erano tutti in silenzio, buon per lui, il ragazzo amava il silenzio.
In quel momento arrivò anche Rosa a tavola, era furiosa con il fratello. "Ciro, la prossima volta che ti porti una puttanella nel tuo letto, sei pregato di dirle di non dimenticare le sue cose in bagno!" Esclamò irritata Rosa.
Ciro la guardò male.
Alya guardò il ragazzo, quindi era con un'altra? Ma non stava con Viola? Oddio, la tradita! Che stronzo. Ma non mi deve interessare, giusto? Pensò la ragazzina.
"Fatt i cazz tuoi." Esclamò Ciro.
"Cirú, e' parole a mammá!" Esclamò la signora Ricci.
Ciro si alzò da tavola e se ne ritornò in camera sua. Era convinto che non aveva fatto nulla di che con la tipa.
La giornata passò, Alya decise di stare un po' con sua zia, erano sedute sul divano abbracciate a guardare la TV.
"Zia, secondo te mi daranno il permesso di passare la serata con Nad e Silvia ?" Chiese la ragazzina.
"Non lo so amore, tu chiedi. Magari diranno di sì." Esclamò sua zia. Anche se era abbastanza preoccupata per sua nipote.
"Ma tu mi diresti di sì?" Chiese Alya.
Sua zia sorrise. "Ammetto che un po' di paura ce lo amore, ma hai ottenuto il permesso con tanto sacrificio e ti meriti una serata con le tue amiche. Magari se dicono di no, potresti farle venire qui." Esclamò sua zia.
"È un bel problema zia, loro non sanno che ora stiamo in casa dei Ricci. Ciro mi ha detto di non farlo sapere a nessuno." Esclamò Alya.
"Per protezione?"
La ragazzina annuì.
Sua zia sorrise. Aveva sottovalutato il ragazzo, lo vedeva freddo come la maggior parte della famiglia Ricci, ma infondo ma molto infondo anche lui aveva un cuore. "Chiedigli se ti può accompagnare." Esclamò sua zia.
Alya sbuffò , sapeva già la risposta di lui ed era un categorico no. Appoggiò la testa sulla spalla di sua zia. "Ci proverò." Tentare non nuoce, no?
Nel tardo pomeriggio, arrivò Edoardo, con lui c'era una carrozzina. Alya sorrise, desiderava tanto conoscere il pargoletto.
Si avvicinò al ragazzo, lo abbracciò per salutarlo e poi si avvicinò alla carrozzina. Il piccolino stava dormendo, aveva le guance paffutelle e le piccole manine vicino al viso. Alya lo guardò intenerita. "Edo, il tuo bimbo è di una bellezza unica." Esclamò la ragazzina.
"Grazie picciré, tutto suo padre. Anche se ha preso il nome dello zio." Esclamò il ragazzo.
Alya sorrise.
"Come mai sei venuto con il piccolino?" Chiese.
"Volevi conoscerlo, no?" La ragazzina annuì.
"Lasciamo dormire il cucciolotto..." Si sedette su una sedia. "...aspetti Ciro?" Chiese Alya.
"Sì, dobbiamo uscire tra dieci minuti. Ho portato Ciro per lasciarlo a voi, così l'ho guardate un'oretta, Carmela non c'è oggi aveva da fare." Esclamò Edoardo.
"Te lo guardo io Edo, non c'è nessun problema." Esclamò la ragazzina sorridendo felice.
"Va buono. Ma statt accort, quello piange appena sveglio. Scassa cazz comm a' madre." Esclamò Edoardo.
Alya lo guardò male. "Edo!" Lo riprese.
Il ragazzo si mise a ridere.
Ciro arrivò in sala. "Eduà, jammucenne." Esclamò Ciro, andando direttamente fuori di casa, senza salutare la ragazzina e il piccolo.
Alya alzò gli occhi al cielo. Era ancora più certa che il ragazzo aveva doppie personalità. Prese la carrozzina e la mise vicino al divano, si sedette e guardò la TV.
Passò un'oretta, Ciro e Edoardo avevano appena finito un affare.
Si stavano avvicinando ai loro motorini, ma appena Ciro si mise il casco, gli vibrò il cellulare. "Eduà, aspetta. Forse è mio padre." Esclamò il ragazzo.
Prese il cellulare e vide un messaggio da un numero che non aveva salvato. Lui era solito a non salvare numeri di telefono, soprattutto i numeri di quelle che si portava a letto, perché erano una botta e via. "La prossima volta che decidi di portare a letto una donna ..." Donna...è un'altra parola! Pensò Ciro. "...ricordati prima di non sbagliare il suo nome! Stronzo!" Era quello il motivo allora! Con che nome l'ho chiamata da farla offendere così tanto? Pensò Ciro. Decise di non risponderle, non aveva ne tempo e ne voglia! Ma si chiese più volte come diavolo l'aveva chiamata.
"È tuo padre, Cirú?" Chiese Edoardo.
"No, a'zoccola che mi sono portato a letto ieri." Esclamò Ciro.
Edoardo fece un sorriso malizioso.
"A'bionda eh? Bellell a'guagliona." Esclamò Edoardo.
"Jammucenne a'casa , Eduà!" Salirono sui motorini e infine sfrecciarono via.
Una volta arrivati, Edoardo ringraziò la ragazzina per aver badato al piccolo, se ne andò e Ciro salì in camera sua.
Alya prese coraggio e andò dietro a lui per chiedergli una cosa importante.
"Ciro, ti devo parlare." Esclamò la ragazzina.
Il ragazzo si voltò verso di lei. "Mò no." Esclamò Ciro.
"Ma io..."
"Alya, voglio andare a dormire."
"Ma volevo chiederti se potevo passare la serata da Naditza." Esclamò Alya.
Il ragazzo la guardò. "Non se ne parla." Alya sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Non ne poteva più di stare rinchiusa lì dentro. Le poche volte che era uscita era per fare compere.
"Okay, allora mi accompagneresti fuori per una passeggiata? Ho...ho bisogno di uscire io ..."
"Alya, lasciami in. ... "
"Ciro ...." Intervenne la signora Ricci.
"...che modi sono? Forza, accompagna Alya." Esclamò la signora Ricci.
Il ragazzo guardò male la madre.
"D'accordo, ma prima mi riposo un po'." Esclamò il ragazzo .
Alya sorrise, era felice di uscire un po' tra quelle quattro mura, così andò in camera sua per prepararsi.

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