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La guardia chiamò le ragazze per andare nella sala relax, dove c'erano già i ragazzi. Alya entrò a braccetto con le sue due amiche. 
Al piano forte c'era già il Chiattillo, che stava suonando. 
La ragazzina lo guardò, era ammaliata da quelle dolci melodie che provenivano da quel strumento. Amava la musica, la rilassava. "E' bravo vero?" Chiese Nad.
"Straordinario!" Rispose Alya sorridendo, Nad ricambiò il sorriso. 
Il ragazzo finì di suonare, così Beppe, l'educatore, chiamò anche Naditza. Lei si avvicinò al ragazzo e si sedette vicino a lui, si guardarono e si sorridevano, così iniziarono a suonare. Alya sorrise, trovò l'amica un talento. Li ascoltò per qualche minuto, quando finirono la ragazzina applaudì ai due. "Nad, sei bravissima!" Esclamò Alya.
La ragazza le sorrise. 
"Vedi, te lo dice anche la tua amica ... " Il Chiattillo guardò prima la ragazza sorridendo e infine guardò Alya. "... comunque io sono Filippo." Esclamò il ragazzo. Alya gli sorrise. "Piacere Alya. Sei bravissimo anche tu!" Esclamò la ragazzina. 
Il ragazzo fece un mezzo sorriso. "Ti ringrazio!" Rispose Filippo. 
Alya lasciò i due da soli e si sedette sul divanetto. Notò che Silvia stava parlando con Milos, sorrise e scuotò la testa. 
Poi notò il un gruppo di ragazzi giocare a calcio balilla. Riconobbe Ciro, aveva un espressione pacata, almeno all'apparenza. La ragazzina non sapeva che poco prima la stava guardando, uno dei suoi cosiddetti amici, fece notare al ragazzo che Alya stava parlando con uno dei suoi acerrimi nemici, e questo fece innervosire il ragazzo. 
"M'so' rott o' cazz! Pazziat voi!" Esclamò Ciro. 
Sempre rozzo! Pensò la ragazzina. 
Il ragazzo si allontanò dal gruppo di ragazzi e uscì fuori. La ragazzina gli voleva parlare, ma prese prima coraggio. 
Si alzò dal divano e fece per uscire, ma venì bloccata da Lino. 
"Aro vai?" Chiese la guardia. 
"A prendere una boccata d'aria!" Esclamò Alya. 
La guardia scosse il capo. "Non puoi!" 
"Ti prego! Non respira qui dentro e ..." 
"Alya, ritorna sul divano, tra poco finisce ..." Lino venne chiamato da Beppe. L'uomo guardò per l'ultima volta la ragazzina. "...vai!" Alya sbuffò. 
In qualche modo, devo riuscire a raggiungere Ciro, se c'è riuscito lui, ci riuscirò anche io! Prese coraggio, cercò di non farsi dare all'occhio dalle guardie, così uscì in cortile, ma quello che vide la immobilizzò. Ciro e Viola che si stavano mangiando la faccia. I due si accorsero della ragazzina. Viola apatica com'era guardò Alya. 
"Alya ... " Viola la fissò. "... che ci fai qui?" Le chiese. 
"Ahm io ecco ..." La smettiamo di essere perennemente a disagio? Pensò la ragazzina. Si sentì un fuoco in viso. Alya guardò Ciro, incrociò gli occhi del ragazzo, che non proferiva parola. 
Ciro si era promesso di starle lontano e così fu. "...mi sono persa." Rispose Alya. La prima cosa che le venne in mente. Era in imbarazzo. Se ne tornò dentro. Come fa a piacergli una che non sentimenti verso il mondo? Si chiese mentalmente Alya. 
Ma non sapeva che Ciro, frequentava Viola, solo per scopo sessuale. Il ragazzo non aveva sentimenti d'amore verso quella ragazza, non ne era innamorato, lui non conosceva l'amore, una cosa in comune che aveva sia con Viola e sia con Alya. 
La ragazzina raggiunse Silvia, che era seduta sul divano a sorridere come un ebete. 
"Ehi!" Esclamò Alya, portando l'attenzione della ragazza su di lei. 
Silvia la guardò, sempre con il sorriso, cosa che faceva sorridere anche la ragazzina. "Ehi!" Rispose Silvia. 
"Allora, quel sorrisetto? Qualche mi dice che hai novità ..." Silvia arrossì. "... sputa l'osso!" Esclamò divertita Alya. 
"Mi ha detti che mi trova carina, e che vorrebbe frequentarmi, solo che in questo posto è un po' ardua la cosa." Rispose Silvia. 
"Beh, non così tanto ardua ... " Alya pensò a Ciro e Viola. "... ho appena visto Viola e Ciro che si stavano mangiando la faccia." Rispose Alya. 
Silvia fece un espressione disgustata e alzò gli occhi al cielo . "Quei due si credono di essere il dio sceso in terra." Commentò Silvia. 
Alya la guardò interrogativa. 
"In che senso?" 
"Nel senso che, fanno sembrare che stiano insieme e invece e tutto un'altra cosa. Mesi fa, sentì parlare Viola con una delle nostre compagne e disse che a lei non le fregava nulla di Ciro, le interessa solo la sua importanza che ha qui dentro!" Rispose Silvia. 
"E Ciro?" 
"Ciro te ne abbiamo parlato, per come è fatto lui, sicuramente non gliene frega nulla di lei, non prova sentimenti. La porta a letto e basta. Diciamo che quei due, sono solo scopa amici." Rispose Silvia. 
Alya guardò avanti a lei, c'era Ciro che la stava guardando. La ragazzina gli voleva parlare, ma si sentì in imbarazzo per quello che aveva visto pochi minuti prima, così rimase al suo posto. Vicino a lei, si avvicinò il ragazzo dai capelli rossi. "Ciao bellell..." Alya lo guardò, da vicino le sembrava che l'espressione del viso del ragazzo le stava simpatico, anche se le sue frasi che le aveva dedicato il primo giorno che è entrata lì dentro, erano poco carine. "... io sono Totò, come ti chiami?" Chiese il ragazzo. 
"Alya." Rispose facendo un mezzo sorriso. 
"Bel nome, come te! Si verament' bell!" Commentò il ragazzo. 
Alya arrossì. "Ti...ti ringrazio!" Rispose Alya. 
"Ti va una partita a biliardino?" Chiese Totò. 
Alya sorrise, accettò. 
Si alzò dal divano e raggiunsero insieme il biliardino. Si trovarono uno di fronte l'altra. 
"Hai mai giocato?" Chiese Totò. 
La ragazzina sorrise, aveva un bel ricordo di quel gioco, da piccola giocava sempre con un bambino che vedeva d'estate. "Sì! Ma è da tanto tempo che non ci gioco, ero scarsa." Rispose Alya ridendo. 
Totò la guardò e sorrise. 
Dopo un po' si avvicinarono altri tre ragazzi, uno che Alya riconobbe, perché lo vide sempre accanto a Ciro, uno robusto con i capelli legati e l'altro biondo con gli occhi azzurri. Avevano un espressione da duri. 
"Ahm vo ... volete giocare voi? Io ... " Alya si spaventò da come la guardarono. "No dai, resta!" Esclamò Totò. 
"Chere' , ten paura, piccirè?" Chiese il biondo con tono freddo. 
"No e che ..." 
"Pinù, lasciala stare! Non vedi che è na guagliona? Io sono Edoardo, piccirè!" Esclamò il ragazzo sorridendole. 
"Alya." La ragazzina si presentò ai due, li guardò timorosa. 
"Ja, io gioco con Alya, Pino vai con Totò." Esclamò Edoardo. 
"Davvero ragazzi, giocate voi, io ... io non sono brava a..." 
"E che fa, se perdiamo pazienza! Ja gioca!" Esclamò Edoardo. 
Alla fine la ragazzina giocò, ma fece perdere la sua squadra. Era dispiaciuta, l'aveva detto che non era brava a quel gioco. Ma il ragazzo non se la prese. "Mi... mi dispiace per .." 
"Tranquilla ... " sorrise. "... è solo un gioco!" Rispose Edoardo. 
"Noi ragazzi siamo più forti!" Esclamò Pino. Alya guardò il ragazzo, non le stava tanto simpatico, forse era solo una sua sensazione. 
Rimase zitta. "Che state facenn guagliò?" Si avvicinò Ciro. 
"Stavamo giocando con Alya." Rispose Pino. Alya lo guardò, non riusciva a identificare que ragazzino biondo, vedeva un qualcosa di buono negli occhi, ma anche sofferenza. Poi guardò Ciro, incrociò nuovamente il suo sguardo. "Vuoi giocare ancora?" Le chiese Ciro. 
"No, io ... io ecco, vado ... " Alya guardò Edoardo. "... ti prometto che la prossima volta non ti faccio perdere." Esclama Alya sorridendo. 
Edoardo ricambiò il sorriso. "Allenati, mi raccomando!" Rispose. 
"Vado!" Esclamò la ragazzina, allontanandosi da loro. 


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