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Ehiii, ciao a tutti... Siamo arrivati al capitolo 70 e ancora non ci credo 😂😂 sembra che ho iniziato a scriverlo ieri questo libro/racconto.
Siamo quasi alla fine, ma volevo ricordarvi che vorrei tanto scrivere un'altra FF su mare fuori. Per voi va bene? Fatemelo sapere. Vi lascio al capitolo. Un abbraccione 🥰.

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"Signorina, su preparati che tra pochi minuti devi essere presente in cortile con il comandante e il signor Ricci." Esclamò la guardia.
"Non posso saltare l'attività oggi?" Chiese Alya.
Non voleva piangere davanti al ragazzo che le ha spezzato il cuore.
"No, signorina! Forza."
Alya sbuffò e infine si preparò.
Si mise un maglione grigio con un jeans chiaro e delle scarpe semplici da ginnastica.
Si legò i capelli in una coda da cavallo e infine uscì dalla cella, aveva un espressione da cane bastonato, arrivarono nel cortile dove c'erano già il comandante e Ciro, che stava fissando la ragazzina.
Stava male anche lui, ma nel suo cuore sentiva che doveva lasciarla libera.
Entrarono nella macchina con il comandante, regnava il silenzio.
Il comandante partì, quel giorno dovevano trascorrere le ore delle attività in una pizzeria.
Appena arrivarono, i due scesero dalla macchina con il comandante ed entrarono nella pizzeria.

***
La giornata scorreva tranquilla, Alya che serviva i clienti e Ciro stava in cucina con il cuoco.
I due erano comunque divisi, ma ogni tanto, Ciro incrociò lo sguardo della ragazzina.
Alya aveva un peso nel cuore, voleva avvicinarsi a lui, poi si ricordò che il ragazzo non sentiva nulla per lei e così non fece nulla.
La giornata terminò e così ritornarono all'Ipm , ogniuno nella propria cella, Alya si buttò nel letto stravolta dai pensieri, aveva in mente solo ed esclusivamente il ragazzo.
Nad entrò in cella. "Ué..." Alya la guardò.
"...come stai piccirella?" Chiese Nad.
Alya fece un mezzo sorriso. "Stravolta." Esclamò la ragazzina.
"È stata dura?" Chiese la ragazza.
Alya annuì. "Averlo vicino e non parlarci, mi ha fatto ancora più male." Esclamò la ragazzina.
Nad si sdraiò insieme alla ragazzina.
"Mi dispiace gioia. Ricci non è un tipo affidabile." Esclamò la ragazza.
Alya la guardò. "Mi dispiace di non averti dato retta..." Alla ragazzina scese una lacrima. "...io ...io mi ...mi sono perdutamente innamorata di lui. E lui mi ha fatto male! Pensavo fosse quello giusto e invece ..." Si asciugò le lacrime.
"...ho sbagliato tutto quanto. Sono una cretina." Esclamò la ragazzina.
Nad l'abbracciò e le diede un dolce bacio sulla fronte.
"Non sei cretina Alya, assolutamente no! Dai, ora facciamoci un po' di coccole che fanno sempre bene." Esclamò la ragazza.
"Mi posso aggiungere?" Chiese Silvia alla soglia della cella.
Le ragazze la guardarono. "Certo che sì." Rispose Alya.
La ragazza si sdraiò vicino alle due.

Intanto nella cella del ragazzo, regnava il silenzio.
Stava fumando la sua solita sigaretta, era pensieroso.
Stava pensando proprio alla ragazzina.
Si stava chiedendo se stava facendo bene oppure era una delle sue solite stronzate.
"Cirú, che ten?" Chiese Edoardo.
Ciro guardò il ragazzo.
"Eduá, come sta Alya?" Chiese il ragazzo.
Edoardo si sedette vicino all'amico.
"Nun o' sacc, Cirú. Ma non avete fatto attività insieme oggi?"
"Non ci siamo parlati."
Edoardo era a conoscenza del fatto che Ciro l'aveva lasciata, ma non era d'accordo con il fatto del perché.
"Cirú, lei ti ama! Non lasciartela scappare. E' a guagliona giusta." Esclamò Edoardo.
"O' sacc Eduà. " Esclamò Ciro, consapevole di quello che aveva risposto.
Ciro e Alya erano due anime completamente diverse che in qualche modo insieme riuscivano a completarsi.

***
I giorni passarono, le attività andavano avanti e Ciro aveva cambiato idea, voleva riavvicinarsi alla ragazzina ma era bloccato, perché Alya non lo calcolava di striscio.
La ragazzina aveva iniziato nuovamente a sorridere, grazie a Carmine, passava i pomeriggi con lui, si incontravano sempre nella sala ricreativa, ridevano e scherzavano insieme, cosa che fece infuriare Ciro.

Alya si trovò in cella da sola, aveva appena saputo dalla direttrice della messa in prova, era felice da una parte, era più libera e magari si sarebbe dimenticata del ragazzo.
"Ué ..." Silvia era alla soglia della cella.
"...c'è posta per te, nennella."esclamò Silvia sorridendo.
"Davvero? E da chi?" Chiese la ragazzina.
Silvia la guardò e sorrise. "È anonimo. Hai un ammiratore segreto, picciré." Esclamò la ragazza.
Alya ridacchiò poi si fece subito seria.
"Stai scherzando, vero?" Chiese.
Silvia scosse la testa. "No amò, è proprio anonimo ... " Le porse una lettera. "...non c'è nessun nome."
Alya prese la lettera e l'aprì.

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