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Passarono giorni, i due si ignoravano completamente, anche nelle ore di attività.
Era mattina, Alya si alzò come sempre prima delle ragazze.
Era la solita e noiosa routine, svegliarsi, alzarsi, andare in bagno per prepararsi, svegliare le sue compagne di cella, andare in mensa a fare colazione e uscire per le attività sociali, rientrare nel pomeriggio all'Ipm, parlare con le ragazze , l'ora di cena e andare a dormire.
Iniziò a pesare questa cosa alla ragazzina, voleva uscire per il permesso e pregò in ginocchio la direttrice di aver qualche giorno di permesso per stare con sua zia. Paola la accontentó ma non riuscì ad contattare la zia della ragazzina.
Alya lo venne a sapere, e si preoccupò subito.
Era sdraiata sul letto, stava pensando al peggio.
Naditza si avvicinò alla ragazzina.
"Alya, che succede tesoro?" Le chiese la ragazza, guardandola preoccupata.
"Mi...mia zia. La direttrice non ha notizie di lei. È ...è strano che non risponde al telefono ..." La ragazzina si mise seduta nel letto. "...ho paura che le sia successo qualcosa. Sai, fuori c'è mio padre libero e ho il terrore che..." Si asciugò una lacrima. "...le faccia del male. E io sono qui rinchiusa!" Esclamò Alya.
Naditza la guardò. "Tesoro, vedrai che non è così. Magari è impegnata con il lavoro! Stai tranquilla, gioia." Esclamò Naditza per poi abbracciarla, sperando di tranquillizzare la ragazzina.
In quel momento, arrivò la guardia che chiamò Alya. "Esposito, la direttrice le vuole parlare." Esclamò la guardia.
La ragazzina si alzò dal letto, salutò l'amica e infine si recò nello studio della direttrice, terrorizzata di sentire notizie negative.
La guardia bussò alla porta e aprì.
Alya entrò come un razzo e si sedette di fronte alla direttrice.
"Direttrí, ditemi che ci sono buone notizie." Esclamò Alya esasperata.
Paola la guardò e sorrise. L'espressione della donna tranquillizzò Alya.
"Esposito, stia tranquilla. Sua zia alla fine ha risposto, ma purtroppo è in viaggio per lavoro, quindi posso darti i giorni di permesso quando tua zia rientra a Napoli." Esclamò Paola.
Alya fece un sospiro di sollievo e si asciugò la lacrima. "Pe...pensavo che le fosse successo qualcosa di brutto. Io...io non me lo sarei mai perdonata e..." Paola la guardò, non capì perché la ragazzina si era comportata in questo modo, cosa le turbava? Si chiese Paola.
"Alya, perché sei in pensiero per tua zia?"
Non era a conoscenza che fuori da quelle mura, c'era un uomo violento, che sapeva fare del male alle persone che la ragazzina amava.
"E che...che io ecco ..." Alya si alzò dalla sedia. "...la ringrazio di avermi dato questa notizia. Aspetterò che mia zia torni a Napoli." Esclamò Alya.
Non se la sentì di dire che c'era suo padre fuori da lì.
Non sapeva il perché non se la sentiva di dirlo, ma ben presto fu costretta. La ragazzina a cuor leggero uscì dallo studio della direttrice, ritornò in cella e abbracciò subito Naditza.
"Gioia, che è successo?" Le chiese Nad.
"Mia zia sta bene, è in viaggio per lavoro. Non hai idea della paura che mi sono presa." Esclamò Alya.
Nad le sorrise. "Visto? Dai, ora andiamo a cena."
I giorni passarono lentamente, come sempre tutte le mattine , la ragazzina si alzò dal letto, andò in bagno e si preparò per la giornata.
Una volta pronta, uscì dal bagno e svegliò dolcemente le due ragazze. Si prepararono anche loro e andarono a far colazione insieme.
Dopo aver mangiato, si recarono in cortile per aspettare di uscire per l'attività, Alya non sapeva che giornata le aspettava, il comandante si avvicinò alla ragazzina per accompagnarla fuori con il ragazzo.
Entrarono nella macchina, la ragazzina guardò fuori dal finestrino, il ragazzo era in silenzio per tutto il tragitto e il comandante guidava tranquillamente.
L'auto si fermò davanti ad un ospedale, la ragazzina sgranò gli occhi.
"Pe..perché siamo davanti ad un ospedale ?" Chiese Alya.
Non le piaceva quel posto, le metteva angoscia.
"Oggi farete attività con i bambini." Esclamò il comandante.
"Con i creature , comandá? Verament stat facenn?" Chiese Ciro.
Il comandante guardò il ragazzo.
"Fai o' brav, se no te spezz e' cosc!" Esclamò il comandante.
Ciro guardò male l'uomo.
Alya si era tranquillizzata un pochino, ci sapeva fare con i bambini, lei li adorava.
Entrarono in ospedale, ma l'umore delle ragazzina venne più triste alla vista di quei bambini malati.
"Bambini, loro sono i due ragazzi di cui vi ho parlato, passerete la giornata con loro, vi faranno giocare, disegnare e fare tanto altro." Esclamò una donna con un sorriso contagioso.
Alya li guardò, pensò che doveva agire in qualche modo e non far capire a quei bambini che il suo umore era sotto i piedi.
Il ragazzo invece aveva un espressione indecifrabile, senza emozioni.
Una bambina si avvicinò alla ragazzina, era senza capelli, il colore degli occhi di un azzurro meraviglioso e un sorriso agli occhi della ragazzina, molto tenero.
"Ciao, io mi chiamo Serena e tu?" Chiese la bambina.
Alya si abbassò all'altezza della bambina e le sorrise. "Alya." Rispose la ragazzina.
La bambina sorrise. "Vuoi giocare con me?" Chiese la piccola.
"Certamente. A cosa vuoi giocare?" Chiese Alya.
La bambina le prese la mano e si avvicinarono al lettino della bambina. La piccola prese due peluche e li presentò.
"Lui si chiama Gino e questo si chiama Rudy." Esclamò la piccola.
Alya la guardò con tenerezza. "Oh beh, piacere Gino e Rudy, io mi chiamo Alya." Esclamò la ragazzina.
Intanto Ciro, si guardò intorno, non gli piaceva quel posto, era troppo triste per lui. Gli si avvicinarono due bambini che gli chiesero di giocare con lui, il comandante lo teneva perennemente sotto controllo. Ciro era costretto a far attività e così accettò.
Alya stava ancora giocando con la bambina, sorrise quando la bambina rideva, le piaceva il suo suono della risata. Vide tanta dolcezza in quella bambina. Passarono la giornata a fare tante altre attività tutti insieme, alla fine avevano creato un cartellone, era pieno di colori e Alya sentiva tante emozioni dentro di sé.
Il momento di ritornare arrivò, così salutarono i bambini, ma la piccola Serena si avvicinò alla ragazzina.
"Alya.." la ragazzina la guardò e le sorrise. "...ci verrete a trovare un'altra volta?" Le chiese la piccola.
La ragazzina guardò il comandante.
L'uomo annuí sapendo già la risposta, così Alya tornò a guardare la piccola Serena. "Certo che sì." Rispose Alya.
La piccola era felice e abbracciò la ragazzina. "Ti voglio bene, Alya." Esclamò la bambina.
Quella frase fece emozionare la ragazzina, aveva gli occhi lucidi.
Abbracciò forte la bambina, così la salutò e uscirono fuori.
Alya si asciugò una lacrima dispettosa, che le era scesa.
Ciro se ne accorse e la guardò, ma non disse nulla, si era promesso che doveva star lontano da lei, così la ignorò.

Spazio autrice

Hola hola, scusatemi! Come al solito sono sempre in ritardo con gli aggiornamenti. Mannaggetta!
Che ne pensate del capitolo? Spero di aggiornare presto presto. Un abbraccione. Robertina ❤️🌹

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