-75-

272 14 6
                                    

Erano passati mesi, Alya uscì dal Ipm, ma era cambiata, era più dura.
Non parlò con nessuno, solo ed esclusivamente con la zia. Aveva perso i contatti anche con la famiglia Ricci.
Aveva deciso di cambiare totalmente vita e anche posto. Decise con sua zia di trasferirsi a Milano, dare una svolta alla sua vita, cambiare città e lasciarsi alle spalle tutto il dolore, voleva lasciare la sua amata Napoli.
Si trovò nella sua camera, riempì il suo ultimo scatolone e infine si sedette sul lettino.
"Amore..." Sua zia era alla soglia della sua camera. "...questo è l'ultimo scatolone?" Chiese sua zia.
La ragazzina la guardò, non aveva più gli occhi limpidi e belli, non aveva più un sorriso. I suoi occhi erano solamente pieni di dolore.
Annuì.
"Dai, andiamo in cucina così mangiamo qualcosa." Esclamò sua zia.
"Non ho fame, zia. Ti ringrazio." Rispose la ragazzina.
"Ma devi ..."
"Ho detto che non ho fame!" Esclamò nervosa.
"D'accordo ..." Sua zia ormai era abituata al comportamento della ragazzina, anche se le fece male vederla così. Ma sentì che doveva starle vicino il più possibile. "...quando hai fame, mangi." Esclamò sua zia, che se ne ritornò in cucina.

Il giorno dopo, Alya si alzò , era ancora di più di cattivo umore. Pensò di continuo al ragazzo, ormai defunto. Alya aveva passato la notte a piangere, come tutte le altri notti. Cercando risposte alle sue domande, ma non ne trovò nemmeno una.
Non riuscì ad accettare il fatto che il ragazzo le aveva nascosto una cosa del genere, non riuscì ad accettare il fatto che l'amore della sua vita non c'era più.
In quel momento le squillò il cellulare.
Decise di rispondere anche se vide un numero sconosciuto. "Pronto." Nessuno dall'altra parte del telefono rispose, cosa che fece innervosire la ragazzina, attaccò.
Non era la prima volta che le capitò una cosa del genere, anche qualche settimana prima, successe la stessa cosa. "Pezzi di merda!" Esclamò la ragazzina.
Si alzò dal letto e infine andò in cucina.
"Buongiorno amore mio." Esclamò dolcemente sua zia.
La ragazzina non rispose, si sedette a tavola e si versò il caffè.
In quel momento , suonarono al campanello.
"Chi diavolo è di prima mattina?" Chiese la zia.
Andò al citofono e chiede chi era, Alya notò il viso di sua zia sbiancarsi.
"...d'accordo, entra." Esclamò la zia.
"Chi è ?" Chiese la ragazzina.
"Alya, non ti innervosire ma è..." La ragazzina la guardò senza espressione.
"...Don Salvatore ."
"Che cazzo ci fa qui?" Chiese la ragazzina.
"Dice che ti vuole salutare ."
"Non ho bisogno dei suoi saluti..." La ragazzina era furiosa. "...perché cazzo l'hai fatto entrare?" Chiese urlando.
"Alya ti prego ..." Il campanello suonò. Sua zia aprì la porta, Alya guardò male l'uomo.
"Picciré ..." Don Salvatore entrò in casa e fece per avvicinarsi alla ragazzina. "...come stai?" Chiese l'uomo.
La ragazzina indietreggiò. "Non avvicinarti a me!" Esclamò la ragazzina con tono freddo.
"Picciré , o'rispett primm e tutti!" Alya lo guardò male.
"Cosa vuole da me?"
"Parlarti, è una cosa importante. Si tratta di mio figlio." Rispose Don Salvatore.
Alya dopo un po' accettò e così si sedettero sul divano.
"Ciro ha lasciato una lettera prima di morire. Ti amava Alya e penso che ora vorrebbe che tu la leggessi." Esclamò Don Salvatore.
Alya non riuscì pienamente a fidarsi ma la prese.
Don Salvatore dopo un po' , uscì dalla casa della ragazzina.
Alya andò in camera, si ritrovò a fissare quella lettera chiusa tra le sue mani, indecisa se leggerla oppure no.
La curiosità la fece da padrona.
Non si aspettava un poema, dato che Ciro con le parole non era bravo.
La lesse e rimase perplessa, c'era solamente un indirizzo.
Non riuscì a capire. Girò la lettera e lesse. "Niscun o' deve sapé."

Sorpresa , doppio capitolo ❤️ ora però vi do la buonanotte. 🥰

Anime Colorate (Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora