Alya pianse, non riuscì a fermarsi. Si sentì in colpa per la sua migliore amica, per le cose che le stavano accadendo, lei non aveva colpa di niente. "Mi raccomando , non buttare la busta dei muffin." Esclamò Arianna.
Alya la guardò interrogativa. "Perché non ... "
"Fine visita, Esposito! La sua amica deve lasciare il posto." Esclamò la guardia.
Alya guardò la sua amica. "Mi mancherai da morire, Ly." Esclamò Arianna, per poi abbracciarla.
"Anche tu, mi sento una ... "
"Esposito, andiamo!" La riprese la guardia. In quel momento Alya sentì un fastidioso odio nei confronti della guardia.
"Vai Ly, mi raccomando, mangia e non buttare la busta."
Alya non capì , perché non doveva buttare la busta. "Esposito ... "
"Arrivo ... " Guardò l'amica. "... ti voglio bene." Esclamò Alya.
Arianna si asciugò le lacrime. "Anche io, Ly!"
Alya si allontanò da quella stanza con la guardia, in silenzio.
La ragazzina non fece altro che sentirsi in colpa per la sua migliore amica. La guardia l'accompagnò in cortile. "Po ... posso l'ora d'aria? Io, voglio tornare in cella." Esclamò Alya.
La guardia la guardò, capì che la ragazzina non stesse bene emotivamente, così si addolcì.
"D'accordo." Ritornarono dentro e l'accompagnò in cella. Una volta sola, si mise a piangere a dirotto, non riuscì a calmarsi.
Ma dopo un po', arrivarono le due ragazze.
"Tesoro, che hai?" Chiese Nad, con tono preoccupato.
"Ho ... ho incontrato la mia migliore amica e ... " si asciugò le lacrime. "... mi ha detto che non ci possiamo più vedere, sta passando un inferno fuori, per colpa mia. Mi sento uno schifo, Nad!" Naditza l'abbracciò e le accarezzò la testa. "Mi dispiace, piccola ... " Nad la busta bianca. "... e quella?" Chiese.
Alya si asciugò le lacrime. "Sono i muffin che mi ha portato ... " fece un mezzo sorriso. Pensò che nonostante tutto, Arianna si preoccupava lo stesso per lei. "... si preoccupa perché mangio poco." Esclamò Alya.
Nad sorrise. "Ti vuole tanto bene."
Alya annuì. "Ma non la potrò più vedere, i suoi le hanno detto che deve stare lontana da me." Esclamò Alya. Le scese una lacrima.
Trascorsero la mattinata abbracciate nel letto. Alya riuscì a calmarsi, poi una volta sola, prese la busta dei muffin, l'aprì e prese il dolcetto. Le scese una lacrima. "Sarà l'ultimo muffin che mangerò." Poi si ricordò che le disse di non buttare la busta. Vide un fazzoletto, lo prese e sopra c'era scritto un numero di telefono, non capì subito, ma alla fine le venne in mente che la sua migliore amica le aveva scritto quel numero per sentila, ma in quel posto c'era la regola di non possedere nessun cellulare. "... mi serve un telefono."
La ragazzina nascose il fazzoletto e infine mangiò il muffin.
Iniziò a pensare come ottenere un cellulare, a chi poteva chiederglielo? Ma alla fine decise di pensarci più avanti e finì il dolcetto.
Dopo pranzo, le ragazze decisero di chiedere ad Alya di stare con loro in cortile, era un modo per non lasciarla sola. Alya accettò, anche se il suo pensiero fisso era, trovare un cellulare per contattare Arianna.
Intanto Ciro, si avvicinò a Filippo e Carmine, in quei giorni era sparita una lametta, cosa che fece infuriare il ragazzo, aveva ottenuto cinque giorni di permesso ed erano in sospeso perché qualcuno lì dentro, aveva rubato una lametta. Filippo era nervoso, Ciro capì che il ragazzo aveva qualcosa. Ciro guardò Carmine. "Vatten, devo parlare con il mio amico Chiattillo." Esclamò Ciro con tono arrogante.
Carmine si alzò e senza replicare si allontanò dai due.
Ciro fisso per lunghi secondi Filippo, il ragazzo aveva lo sguardo rivolto verso terra.
"Chiattì ... " Si sedette accanto a lui. "... come stai, ti vedo nervoso!" Esclamò Ciro.
Il ragazzo aveva il batticuore, stava per avere un infarto. Non ne poteva più di stare lì dentro, si sentiva la pecora nera, in mezzo a loro. Guardò finalmente Ciro, gli si leggeva negli occhi che aveva timore di lui. "Sono tranquillo, non ho nulla." Rispose Filippo.
"Chiattì, devi essere onesto con me. Allora, sai chi ha preso sta cazz e' lametta?" Gli chiese.
Filippo scosse la testa. "Non so niente." Rispose il ragazzo timoroso.
"Chiattì ... " Si avvicinò pericolosamente a Filippo. "... se stai ricenn strunzat, io vengo sempre a saperlo!" Esclamò Ciro per poi dargli due pacche non tanto amichevoli dietro la nuca. Ciro si alzò e se ne ritornò dai amici.
Si avvicinò Edoardo. "Allora?"
"Che?"
"Hai scoperto qualcosa?"
"No ... " Ciro guardò nuovamente Filippo, che si era avvicinato a Carmine, i due stavano parlando. "... ma so che stanno nascondendo qualcosa, quei due." Rispose Ciro.
Intanto Alya, stava guardando le sue due amiche giocare a pallavolo. Nad lanciò la palla verso Silvia e la beccò in piena faccia. "Nad!" Urlò Silvia.
Naditza scoppiò a ridere. "Sei tu che sei sempre distratta." Esclamò ridendo Nad.
Alya si mise a ridere.
"Mi prendi in giro?" Chiese Silvia.
Nad annuì. "... ora ti prendo e ti soffoco." Esclamò Silvia.
Le due ragazze si rincorsero per tutto il campetto. Alya le guardò divertita, scosse la testa e sorrise. Vennero verso di lei. "Okay, time out! Devo prendere fiato!" Esclamò Naditza.
"Sono d'accordo!" Rispose Silvia.
Le ragazze si sedettero vicino ad Alya.
"Ti senti un pochino meglio?" Chiese Nad alla ragazzina.
Alya le sorrise. "Un pochino!" Rispose con un mezzo sorriso.
Intanto Ciro, parlò con Edoardo. "Tuo padre ti deve parlare." Esclamò Edoardo.
"Che vuole?" Gli chiese.
"Non lo so, dice che è importante. Chiamalo!"
Ciro chiamò Lino. "Dimmi!" Esclamò la guardia.
"Portami in posto appartato, devo fare una chiamata." Esclamò Ciro.
Lino si allontanò con Ciro. "Hai solo cinque minuti!" Esclamò Lino.
"Statt accort!"
Alya si alzò dalla panchina per mettersi in fila con le ragazze per tornare in cella. "Esposito, dato che non hai fatto nulla, prendi tutti i palloni e portali via." Esclamò la guardia.
Alya sbuffò.
Salutò le ragazze e infine prese i palloni per poi portarli nel cesto del laboratorio. Ma lì sentì una voce a lei famigliare. "Che succer papà? No, non posso, perché qualche strunz ha fatt na tartantell ca' dint, ca buo?" Alya si nascose. Perché sta parlando al telefono? Aspetta, lui ha un telefono?
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Anime Colorate (Fanfiction)
FanfictionL'amore è un'altra cosa. L'amore è una carezza, non uno schiaffo. L'amore è ridere, non piangere. L'amore è un abbraccio sentito, due anime che si uniscono in un solo corpo, pace, gioia, piacere. PS. Il mio compito in questo libro/storia boh, non...