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La ragazzina si sentì osservata in quel momento e non si sbagliò , poco più in là , c'era Ciro che la stava osservando, non era nervoso come le altre volte , pensò all'ultima discussione che ebbe con lei, si chiese il perché una persona a lui quasi sconosciuta, tenesse a lui così tanto, pregargli in ginocchio di non fare più stronzate? Che per lui le stronzate non era quello che faceva lui. Per Ciro "spacciare" era un affare molto importante per lui e la sua famiglia.
Alya incrociò per un attimo lo sguardo del ragazzo, non riusciva per niente a capirlo. Si chiese il perché le stava a cuore così tanto la vita di quel ragazzo, forse ho una cotta per lui? Si chiese mentalmente. Scacciò subito quel pensiero benedetto, non si poteva permettere di innamorarsi , lei e l'amore non andavano per niente a braccetto. Dopo l'ultima delusione, non ne voleva per niente sapere. Quindi decise di farsi una promessa saggia, almeno secondo lei, era quello di star lontano da quel ragazzo. Ma purtroppo il destino decise diversamente. Ha scelto proprio quelle due anime completamente diverse, ma simili nel profondo.
"Tutto bene?" Chiese Carmine.
La ragazzina staccò lo sguardo da Ciro e lo mise sul ragazzo e fece un mezzo sorriso. "Tutto bene."
"Ti ringrazio che non mi eviti come la peste come il resto della struttura." Esclamò Carmine.
Alya gli sorrise. "Sei una persona anche tu, non meriti di essere trattato così male. Gli altri sono ignoranti!" Rispose la ragazzina.
Carmine le sorrise, trovò la ragazzina molto dolce e sensibile.
"Sai che ti dico, voglio assaggiare questi deliziosi muffin." Esclamò il ragazzo.
Alya sorrise e porse la busta dei dolcetti al ragazzo.
Carmine ne prese uno, e iniziò a mangiarlo. Trovò quel dolcetto molto buono, metteva di buon umore, forse era anche la ragazzina a farlo.
"Delizioso!" Commentò Carmine.
Alya sorrise. "Te lo avevo detto." Rispose.
Rimasero per qualche altro minuto a parlare, infine , ritornarono tutti in cella. Alya entrò nella sua con le altre due ragazze, parlarono come tutte le sere per poi andare a dormire.
La mattina arrivò presto, era ormai di routine alzarsi presto, prepararsi e andare a fare attività, ma quella mattina fu diverso, perché Alya venne chiamata dalla direttrice.
Così andò, accompagnata come sempre dalla guardia femminile.
Bussarono alla porta dello studio della direttrice ed entrarono.
Paola era visibilmente preoccupata, Alya lo notò subito.
"Direttrice, mi...mi dica." Esclamò Alya.
"Alya, ti..ti devo dare una brutta notizia..." La ragazzina pensò al peggio. Sua zia!
"...vostra zia è in ospedale." Se lo sentiva, da giorni.
Le scese una lacrima . "Che...che le successo?" Chiese la ragazzina.
"È stata picchiata da un uomo, ma non ricorda tanto di quello che le è accaduto. Alya, ti ho dato qualche giorno di permesso, per stare un po' con lei." Esclamò Paola.
La ragazzina si asciugò la lacrima.
"La ringrazio direttrice. Quando posso..."
"Il comandante è fuori che l'aspetta, preparati un po' di vestiti da portarti e poi puoi raggiungerla al ospedale." Rispose la direttrice.
Alya si alzò dalla sedia. "La ringrazio direttrice." Se ne ritornò in cella.
Sapeva benissimo chi fosse l'uomo, colui che doveva essere chiamato papà, ma per lei era solo un genitore biologico.
Aveva i nervi a fior di pelle, non riusciva a ragionare.
Preparò il suo zaino con i vestiti dentro.
In quel momento entrò Nad.
"Uè."
Alya guardò la ragazza e l'abbracciò.
"Nad, mia zia è in ospedale." Esclamò la ragazzina scoppiando a piangere.
"Che le è successo?"
"L'hanno aggredita." Rispose la ragazzina.
"Gioia mia, mi dispiace tanto. Si sa chi è stato?"
Alya abbassò lo sguardo.
"Io so benissimo chi sia stato! E penso che è ora di parlare." Rispose la ragazzina.
Nad la guardò perplessa. Non capì a chi si riferiva. "Non...non capisco."
Alya la guardò. "È stato mio padre. Prima minacciava me e infine è andata di mezzo anche mia zia, che non c'entra nulla." Esclamò Alya.
"Sì, devi denunciarlo tesoro mio. E io ti starò vicina." Esclamò Nad.
Alya l'abbracciò.
"Esposito, è ora di andare." Esclamò la guardia.
"Ci vediamo tra qualche giorno." Esclamò Alya.
Nad annuì e infine le diede un affettuoso bacio sulla guancia.
"Statt accort nennella." Esclamò Nad.
Alya le fece un mezzo sorriso e infine se ne andò .
Uscì fuori in cortile e vide il comandante .
Si avvicinò a lui. "Picciré , vieni che ti accompagno all'ospedale." Esclamò l'uomo.
Entrarono in macchina.
Nel cortile , nel campo dei ragazzi, c'era lui che osservava tutta la scena. Si chiese perché la ragazzina era entrata in macchina con il comandante e hanno lasciato lui lì dentro. Che stava succedendo? Si chiese.
"Linú..." La guardia si avvicinò al ragazzo. "...che succer? Perché non sono in macchina con a'guaglioncella e o'comandante?" Chiese Ciro.
Lino sapeva già tutto, così spifferò tutto al ragazzo. Più che guardia, sembrava una spia. "La zia della guaglioncella è fernut al ospedale. È stata aggredita da un uomo." Rispose Lino.
Ciro non sapeva che rispondere. Si chiese chi fosse il pezzo di merda che ha fatto del male ad una donna. Poi gli venne in mente quella sera, dove trovò quel uomo , sopranominato dal ragazzo 'monnezza'.
"Puortame in cella, Linú, devo fare una cosa."

Spazio autrice

Hola holaaaa
Sono qui con un nuovo capitolo, per fortuna sono riuscita ad aggiornare! Spero vi piaccia il capitolo, non è dei migliori, è corto! Mi farò perdonare nel prossimo. Un abbraccione. Robertina. 🌹❤️🤍

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