-8-

634 9 0
                                    

Alya si trovò nel letto seduta vicino a Nad.
Le aveva raccontato come aveva passato le giornate lunghie e noiose in isolamento. Le raccontò anche di Ciro. Nad sbiancò.
"Alya, quel ragazzo non è affatto raccomandabile. Fa parte di un clan di camorristi importanti, è spietato come persona! Cerca di stargli alla larga!" Esclamò Nad con tono preoccupato.
Nad vedeva la ragazzina come una persona innocente, dolce e bisognosa di una vita spensierata.
"Non ... non penso sia una persona cattiva ... " Alya era riuscita a vedere la parte più nascosta del ragazzo, che colui cercò sempre di tenere imprigionati per non far riaffiorare le sue emozioni. Ma inconsapevolmente il ragazzo l'aveva fatto, e Alya era l'unica ad essere riuscita. "... penso che sia solo una maschera la sua." Replicò la ragazzina.
Nad la guardò. "Alya credimi, non voglio che ti fai del male! Tengo a te." Esclamò con tono dolce Nad.
Alya le sorrise, era felice di aver conosciuto un'anima così solare e bella come Naditza. L'abbracciò.
"E io ti voglio già bene." Esclamò Alya.
Le ragazze vennero chiamate dalla guardia femminile, era l'ora d'aria.
Si unì anche Silvia a loro e così s'incamminarono in cortile.
I ragazzi non c'erano ancora.
Nad propose di giocare a pallavolo, uno dei giochi che odiava la ragazzina, così decise di sedersi su una panchina e guardare le sue nuove amiche giocare.
In quel momento si avvicinò Viola ad Alya.
"Ciao di nuovo." Esclamò Viola.
Alya la guardò, riuscì a percepire colori strani da quella ragazza, voleva riuscire a pensare colori chiari, ma non c'era nulla da fare, li vedeva negativi.
"Ciao." Rispose Alya.
"Non giochi?" Chiese Viola,.
Alya scuotò la testa. "Non ... non mi piace la pallavolo!" Rispose.
Viola la scrutò.
Poi prese una sigaretta e se l'accese.
Alya guardò la ragazza. Tutti che fumano come turchi, qua dentro. Pensò la ragazzina.
"Vuoi un tiro?" Le chiese Viola.
"No ... " Alya abbassò lo sguardo. "... io non fumo!" Rispose Alya.
"Dovresti provare, ti fa sembrare più grande." Esclamò Viola.
"Io ... io ecco ..."
"Vattene Viola!" S'intromise Naditza.
Viola guardò la ragazza con sfida, si alzò dalla panchina e prima di andarsene do una spallata a Naditza, che la fece innervosire ancora di più.
Ma Naditza decise di calmarsi, così si sedette vicino ad Alya. "Ti stava dando fastidio?" Le chiese.
"No, mi ha solo chiesto se voglio fumare e le ho risposto di no ... " Le sorrise. "... non giocate più?" Le chiese.
"Silvia si è distratta guardando i ragazzi ... " La indicò. Guardò Silvia con la bocca mezza aperta guardare nella direzione dei ragazzi. Nad si mise a ridere seguita da Alya. "... ha una cotta per Milos." Esclamò Nad.
La ragazzina guardò la sua amica. "Chi è ?" Le chiese.
"Quel ragazzo bruno con i baffetti strani ... " Alya lo guardò, era vicino al ragazzo dai capelli rossi che giorni prima le urlava commenti un po' troppo spinti. " ... è carino. Ma il più carino per me è Chiattillo." Esclamò Nad sorridendo a trentadue denti.
Alya aveva già sentito quel soprannome, ma non si ricordò dove.
"Chiattillo?" Chiese.
Che razza di soprannome! Pensò la ragazzina.
"Sì, è quel ragazzo seduto in disparte. Ha delle mani d'ora, dico sul piano forte." Esclamò Nad.
"Come mai sta in disparte?" Chiese Alya.
"Ha un po' di problemi con Ricci e Company!" Rispose Nad.
Alya la guardò stranita. "Problemi?" Le chiese.
Nad alzò le spalle. "Lui ha detto così ..." Prese la palla e si sedette nuovamente vicino ad Alya. "... non mi ha parlato di altro." Esclamò.
Lanciò la palla e beccò Silvia in pieno viso. "Nad, ma sei una stronza!" Urlò Silvia.
Naditza scoppiò a ridere. "Così impari a non incantarti!"
Silvia la guardò male.
"Prendimi pure in giro, intanto stai perdendo la scommessa, amica!" Esclamò Silvia.
"Che scommessa?" Chiese Alya.
"Deve far cadere ai suoi piedi, Chiattillo!" Rispose Silvia.
"Ci riuscirò!"
"Guarda che se perdi ti prenderò in giro per un mese."
"E se vinco io, ti prendo a pallonate per due mesi." Esclamò Nad.
Silvia rise. "Sei una stronza!"
"Cosa hai detto? " Silvia si mise nuovamente a ridere. "...ah sì? Ora vedi ..." Nad prese il pallone e rincorse per tutto il campetto Silvia. Alya le guardava e si mise a ridere.
"Fanciulle, è ora di pranzo!" Intervenne la guardia.
Andarono in mensa, Alya aveva una fame da lupi.
Prese il piatto di pasta al sugo e si sedette vicino a Nad e Silvia.
"Quindi hai passato tutti quei giorni con Ricci." Chiese Silvia.
Alya annuì.
"... non ti invidio!" Esclamò Silvia.
"Non è un cattivo ragazzo! Mi ... mi ha trattata bene! Cioè, fuma come una ciminiera ..." Alzò gli occhi al cielo. Le ragazze risero. " ... ma a parte quello, mi ha sempre trattata bene, anzi, una sera ha visto che stavo male ed è venuto a dormire vicino a me." Esclamò Alya.
Le due ragazze non riuscivano a crederci.
"Lo sai coma la penso, Alya!" Esclamò Nad.
Intanto nelle celle maschili, Ciro stava giocando a carte con Edoardo.
"E così hai trascorsi dei giorni rinchiuso con quella nuova, te le sei fatta?" Chiese Edoardo con un sorriso malizioso.
Ciro lo guardò. "Fatt i cazz tuoi! Raccontami di quei due infami!" Esclamò Ciro.
"Nulla. O' Chiattill sta semp pe cazz suoj e o' Piecr appress a iss." Rispose Edoardo.
"Teneteli sotto controllo! E invece , hai saputo qualcosa dai miei?"
"Pietro l'altro giorno ha chiamato, ha detto che hanno bisogno di te." Rispose Edoardo.
"Sono riuscito a convincere punto e virgola a darmi cinque giorni di permesso ... " spense la sigaretta. " ... vado a telefonare!" Esclamò.
Edoardo era l'unico di cui Ciro si fidava.
Entrò in bagno e prese il cellulare che aveva nascosto. Fece il numero di casa e dopo qualche squillo risposero.
"Ué Cirù!" Rispose Pietro.
"Novità?"
"Per ora gli affari vanno bene, ma abbiamo comunque bisogno di te, per qualche giorno! Chiedi a Lino di farti avere qualche giorno di permesso." Esclamò il fratello.
"Ho cinque giorni di permesso. Appena posso mi accordo e te lo farò sapere." Rispose Ciro.
"Vabbuò!"
Attaccarono.
Riporse il cellulare e infine andarono in mensa.
In tanto nella cella femminile, Alya era stesa sul letto.
Si ritrovò a pensare a quel misterioso ragazzo, in cui ha condiviso quei giorni in isolamento.
Sapeva, da quello che le raccontò Naditza, che il ragazzo proveniva da una famiglia violenta, beh, anche la ragazzina era nata da una situazione simile al ragazzo, nata e cresciuta con un padre che non conosceva affatto i sentimenti e tanto meno l'amore. Qualcosa in comune l'avevano quei due.
"A cosa pensi?" Chiese Nad.
"A mio ... mio padre." Rispose Alya.
Nad la guardò. "Ti manca?" Chiese.
Nad non conosceva il passato di Alya, la ragazzina non voleva parlarne, almeno per il momento.
"No, per niente ... " Guardò Nad. "... però mi manca la mia migliore amica. Lei sì che mi donava affetto." Esclamò Alya con tono leggermente malinconico.
"Nemmeno a me, manca mio padre. Vuole a tutti costi farmi sposare con chi non amo!" Esclamò Naditza.
Alya la guardò.
Si alzò dal letto e le andò vicino, si sedette accanto a lei e le prese la mano. "Nas, mi ... mi dispiace per quello che ti è capitato. Non ... non volevo farti ..." Nad la guardò e l'abbracciò.
"Stai tranquilla gioia, è tutto apposto!" Esclamò Nad.

Anime Colorate (Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora