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La ragazzina entrò in cella, ma il ragazzo non c'era, era rimasta davvero da sola? Si sedette sul letto e sbuffò.
"Mi terrà a vita qui dentro!" Commentò Alya parlando da sola.
Era meglio non pensarci, si alzo dal lettino, prese le sue cose e infine entrò in bagno. Per fortuna non c'era il ragazzo mezzo nudo. Chiuse la porta del bagno dietro di sé, si tolse i vestiti e infine si mise sotto la doccia, per fortuna era almeno tiepida l'acqua.
La ragazzona cercò di rilassarsi un po', anche se aveva i nervi a fior di pelle. Non voleva stare lì dentro ma neanche parlare. Doveva cercare un modo per non stare più in isolamento, le pensò tutte, persino di evadere da quel posto grigio, ma poi pensò che non era affatto una buona idea, non voleva aggravare la situazione.
Uscì dalla doccia, prese il misero asciugamano e se lo mise intorno al suo corpo bagnato.
Intanto nella cella entrò il ragazzo.
"Cirù, forse domani ritorni dai ragazzi. Vedi di fare il bravo con quella ragazza!" Esclamò il comandante.
Il ragazzo lo guardò con un sorriso beffardo. "Non si preoccupi comandà. Sono sempre stato un gentiluomo con le femmine." Esclamò il ragazzo.
Era vero! Ciro non aveva mai messo le mani addosso ad una donna. Beh, solo sessualmente parlando! Era un tipo violento, quello sì, ma mai con le donne. Così che gli insegnò suo padre, uomo freddo e astuto, ma con sua moglie e sua figlia Rosa dava il mondo. Fece di tutto per proteggere le sue donne della sua vita. La donna per la famiglia Ricci era sacra, uguale i bambini.
Ciro era un ragazzo freddo, amante del sesso, era un donnaiolo, non s'innamorava mai, per lui l'amore lo rendeva debole, preferiva scoparsi anche una scrofa invece d'innamorarsi.
Amava la sua famiglia, li onorava. Era orgoglioso di essere un Ricci. Ma con il resto del mondo, era un vero figlio di puttana.
Prese dal suo borsellino la sigaretta che aveva rollato e se la mise tra le labbra, prese l'accendino e si accese la sigaretta.
In quel momento la ragazzina uscì dal bagno, coperta solamente dal asciugamano. Era in imbarazzo. Pregò che non ci fosse il ragazzo, ma lassù si fecero due risate.
Il ragazzo la guardò, la trovò sempre più bella anche solo con un asciugamano striminzito che le copriva le parti che a lui interessava spesso. Iniziò a fantasticare incantato. Mentre la ragazzina, era un fuoco in faccia.
"Io ... io mi sono dimenticata i vestiti." Esclamò Alya con tono timido.
Il ragazzo non rispose, si limitò solo a fissarla.
Alya con sguardo basso, prese le sue cose e ritorno in bagno ancora più in imbarazzo.
L'ora di pranzo arrivò , Lino portò i piatti di minestra ai due, Alya mangiò tutto, aveva fame. Il ragazzo la guardò con un sorriso, faceva tenerezza. Cosa che non aveva mai provato prima per una persona a lui sconosciuta. Si riprese, lo spaventò questo tipo di atteggiamento.
Intanto nello studio della direttrice, c'era baccano.
Arianna era andata per vedere come stava Alya, era disperata. Voleva vederla, ma le era impossibile, perché la ragazzina era finita in isolamento, cosa che fece preoccupare di più la ragazza.
"La prego direttrice ... " Era in lacrime. "...almeno le faccia recapitare questo." Esclamò. Porse un sacchetto bianco, dentro c'era un muffin, il dolcetto tanto amato dalla piccola Alya.
"Non è una cosa possibile, signorina!" Esclamò con tono freddo la direttrice.
Arianna si mise a piangere.
"Posso almeno capire perché è in isolamento?" Chiese disperata Arianna.
Paola la guardò, le faceva tenerezza e anche piacere che una ragazzina così giovane si preoccupava per la sua migliore amica. "Non vuole parlare con la psicologa." Alla fine Paola aveva in parte ceduto.
"Alya è una ragazza chiusa, direttrice. Si fida poco delle persone, è da piccola che vive con un padre violento ..." Una piccola parte della ragazzina veni svelato dalla sua migliore amica. "... e un ragazzo che la maltrattava. Lei è così, bisogna prenderla con dolcezza." Esclamò Arianna.
In quel momento a Paola le venne un'idea.
"Non potrei farlo ..." Prese il sacchetto del muffin. "... ma forse ho un idea per farla ragionare." Esclamò Paola. Il viso della direttrice si era addolcito.
"Farò recapitare il muffin ad Alya, la potrai vedere solo se riesci a farla ragionare e parlare con la psicologa. Quindi, scrivile una lettera." Esclamò Paola.
Intanto nella cella d'isolamento, la piccola Alya stava sul letto e Cito stava fumando la millesima sigaretta. Ormai la ragazzina si stava abituando alla presenza del ragazzo, ma non tanto all'odore schifoso del fumo.
"C'è posta." Esclamò Lino.
Ciro guardò la guardia, mentre Alya stava contando le doghe del letto sopra di lei.
"Posta in isolamento?" Chiese perplesso Ciro.
"Non è per te, Cirù. E' per Alya." Quando la ragazza sentì il suo nome si alzò dal letto. Si chiese chi fosse.
"Pe ... per me?" Chiese la ragazzina.
Lino fece un mezzo sorriso e porse una lettera e una busta bianca.
La riconobbe subito, conteneva il muffin. "Ari!" Esclamò. Guardò Lino. "...è venuta qui? Perché?" Chiese Alya.
Lino non rispose. "Fate i bravi." Esclamò andandosene.
Ciro guardò Alya incuriosito.
Alya si sedette sul letto e lesse la lettera.
"Sorellì, mi manchi da morire! Sono disperata senza di te ..." La ragazzina aveva gli occhi lucidi. "...ti prego Ly, perdonami! Dovevo starti vicina quella maledetta notte e invece non c'ero. E' stata tutta colpa mia ..." Scuote la testa, non era affatto colpa di Arianna. Lei non la incolpava di nulla. "...ti ho lasciata tra le mani di quel diavolo maledetto. Ti ho portato il tuo muffin preferito, così mangi ..." Alya sorrise, era proprio un bellissimo vizio della sua migliore amica , preoccuparsi che mangiasse. "... non idea di come ho fatto a convincere la direttrice. A proposito di lei, è bellissima ma anche tosta come un sasso ... " Si mise a ridere. "...mi ha chiesto di dirti di parlare con la psicologa. Sorellì, io penso che farebbe più che bene. Pensaci. Con affetto, tua Ari." La ragazzina si asciugò le lacrime.
Ciro non smise di guardarla tutto il tempol.
Per la prima volta nella sua vita, non sapeva che fare. Decise di stare in silenzio.
La ragazzina aprì la busta e prese il dolcetto. Sorrise.
Poi guardò il ragazzo.
"Ne vuoi un pezzo?" Domandò la ragazzina.
Ciro scuote la testa.
La guardò Alya divorarsi il muffin, la trovò bella anche quando mangiava.
Che diavolo mi sta capitando? Si chiese il ragazzo.

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